Naturgy Energy Group è, tra le utility europee a cui gli analisti di Morningstar assegnano un Economic moat, quella scambiata ai prezzi più convenienti. Al momento il titolo è scontato del 5% circa rispetto al fair value di 25,20 euro (report aggiornato al 27 settembre 2019) ed è valutato con un rating di 3 stelle.
Titolo da mettere nella watchlist
“Ci aspettiamo che Naturgy continui a mantenere una redditività superiore alla media anche nei prossimi dieci anni e per questo riteniamo che sia tra le utility da tenere in osservazione in attesa di quotazioni più vantaggiose”, dice Tancrede Fulop, analista azionario di Morningstar. “La fonte principale del suo Moat è il business della distribuzione di gas. Il segmento rappresenta il 41% dell'EBIT del gruppo e negli ultimi cinque anni ha mantenuto mediamente un rendimento del capitale investito dell'11% con una volatilità molto bassa. In Spagna, dove possiede e gestisce il 69% delle reti gas, l’azienda lavora al miglioramento del rendimento di quest’attività anche attraverso la costruzione di nuovi punti di connessione alla rete esistente e può inoltre contare sugli incentivi da parte dello Stato spagnolo che vuole aumentare la ricezione del gas nel territorio nazionale. In America latina, la redditività di questo business è anche più alta. Naturgy opera in Argentina, Cile, Brasile, Colombia e Messico e la buona diversificazione della sua presenza all’interno della regione contribuisce anche a ridurre il rischio legato a possibili tensioni politiche in alcuni paesi”.
Gli analisti promuovono la strategia di Dominion
Il rapporto Prezzo/Fair value di Dominion Energy è pari a 0,98%, ma è l’unica utility tra quelle coperte dall’analisi Morningstar ad avere un Moat nella misura di ampio e ha un dividend yield superiore al 4%. “Il gruppo americano ha progressivamente dismesso le sue attività meno redditizie e ora guadagna metà del suo utile operativo dal business regolamentato della distribuzione di gas ed elettricità e l’altra metà dalle sue infrastrutture energetiche come l’Atlantic Coast Pipeline (un gasdotto che permette il trasporto del gas prodotto nei bacini di Marcellus e Utica alle utility negli stati della Virginia e del North Carolina)”, dice Charles Fishman, analista azionario di Morningstar. “Le attività di distribuzione sono molto redditizie per due motivi: operano in una specie di oligopolio naturale, poiché i costi per costruire nuove reti di trasmissione scoraggiano l’ingresso di altri competitor, e garantisce tariffe sufficientemente alte da coprire i costi e ricavare un generoso ritorno dagli investimenti. La decisione di acquisire nuove infrastrutture, come il terminal per lo stoccaggio di gas naturale, va a nostro avviso nella giusta direzione di aumentare la redditività della gestione operativa. Le nostre previsioni indicano una crescita media degli utili d’esercizio superiore al 10% nei prossimi cinque anni e la nostra stima del fair value è pari a 84 dollari” (report aggiornato al 7 ottobre 2019).
Yield superiore alla media per SSE
Il prezzo di mercato di SSE (Scottish and Southern Energy) è in linea con il fair value stimato dagli analisti di 12,60 sterline (report aggiornato al 26 settembre 2019), ma grazie a un dividend yield superiore al 7%, più alto di circa il 40% rispetto alla media del settore, il titolo dell’utility britannica può essere considerato una buona idea di investimento per chi è in cerca di una cedola generosa.
SSE opera nella distribuzione e trasmissione di elettricità e nella distribuzione di gas. Tre attività regolamentate dalle autorità e che garantiscono all’azienda fornitrice un livello di tariffe tale da generare rendimenti del capitale sufficientemente elevati (rispettivamente pari al 7,9%, 7,3% e 11,5%). “La recente dismissione del segmento retail dell’energia, insieme agli obiettivi sulle rinnovabili nel Regno Unito (entro il 2020 il 15% di domanda di energia dovrà essere soddisfatto da fonti green), sono tra i principali driver di crescita dell’utile per azione dell’azienda che, in base alle nostre previsioni, dovrebbe salire a un ritmo di circa il 9% nei prossimi cinque anni”, dice Fulop.
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