Scoraggiato da una combinazione di rischi politici nazionali e preoccupazioni sulla solidità dell'economia europea, il mercato azionario spagnolo è in lieve declino rispetto a maggio 2017, quando si avvicinò (senza però raggiungerli) ai massimi toccati prima della crisi del 2008. Attualmente, la Borsa di Madrid viaggia al di sopra dei minimi del 2016, ma ben al di sotto dei massimi pre-crisi, che, non dimentichiamoci, sono stati raggiunti a seguito di una bolla del mercato immobiliare.
Da allora, comunque, le prospettive economiche interne sono migliorate in modo significativo e le attività spagnole hanno beneficiato fortemente delle misure ultra accomodanti della Banca centrale europea.
Evoluzione del Morningstar Spain Index NR EUR a 15 anni
Dati in euro al 20 novembre 2019. Fonte: Morningstar Direct
Tuttavia, l’instabilità politica è ancora ben presente, come testimoniato dalla mancanza di un chiaro vincitore delle elezioni politiche dello scorso 10 novembre. Nonostante l’accordo firmato tra le due principali forze di sinistra, il Partito Socialista e Unidas Podemos, mancano infatti ancora 21 seggi per ottenere la maggioranza assoluta del Parlamento. Insomma, i due partiti, che vogliono formare un governo di coalizione, dovranno ottenere l’appoggio di altre forze politiche (tra cui quello degli indipendentisti catalani) per passare la votazione di fiducia, prevista prima di Natale, anche se tutto dipenderà dall’esito e dalla lunghezza delle trattative.
“È probabile che la situazione di stallo nella politica spagnola persisterà per un bel po’ di tempo”, commenta in una nota Martin Wolburg, economista senior di Generali Investments. “Tuttavia, l’incertezza politica non è inusuale per la quarta economia dell’area euro e non ha impedito una forte crescita negli ultimi anni. Dal 2015 in poi, infatti, la crescita spagnola è stata superiore a quella della media europa, anche se negli ultimi tempi i tassi trimestrali sono diminutiti. Tuttavia, prevediamo che il Pil spagnolo continui ad avanzare a un passo superiore rispetto alla media dell’Eurozona. Per il 2019 ci aspettiamo un +2% contro l’1,2% e per il 2020 un +1,6% contro l’1%. Il tasso di disoccupazione è sceso fino al 14,2% e dovrebbe stabilizzarsi”.
Sebbene influenzato dalle tendenze dell'economia nazionale, l’IBEX 35, principale indice della Borsa di Madrid, resta una scommessa d’investimento a livello internazionale. Molte delle società incluse ricavano entrate sostanziali dai mercati esteri, in particolare America Latina e Regno Unito. In tale contesto, il potenziale impatto della Brexit può essere visto come un fattore negativo per alcune società spagnole con partecipazioni chiave nell'economia del Regno Unito.
“Troviamo assolutamente valore nelle azioni spagnole”, prosegue Wolburg. “I nostri modelli quantitativi, che pur non considerano a pieno l’impatto potenziale del rischio politico, ci dicono che l’equity spagnola resta fortemente sottovalutata”.
L’offerta italiana
Registrati alla vendita in Italia, troviamo tre Exchange traded fund esposti al mercato azionario spagnolo, i quali replicano tre diversi benchmark.
L’ETF proposto da Lyxor (a replica sintetica fino a luglio 2014, oggi a replica fisica) è l’unico che traccia l’indice IBEX 35 ed è anche l’unico coperto dalla ricerca qualitativa di Morningstar. Il benchmark misura la performance dei 35 principali titoli azionari per capitalizzazione quotati sulla Borsa di Madrid. Per poter essere preso in considerazione per l’inserimento nel benchmark, un titolo deve presentare un flottante di capitalizzazione media di mercato di almeno 0,30% della capitalizzazione complessiva dell’indice. Il peso massimo di un singolo titolo è fissato al 20%. Le spese correnti sono di 30 punti base, molto al di sotto della media di categoria e anche delle commissioni richieste dagli index fund non quotati replicanti lo stesso indice (in media superiori all’1%).
Tuttavia, con un peso che varia tra il 30 e il 40% del suo valore, l'indice sovrappesa sensibilmente il settore finanziario rispetto al mercato spagnolo nel suo complesso (seguono poi i beni di consumo discrezionali, telecomunicazioni, utilities e titoli industriali - ciascuno tra il 10 e il 15% del totale). Inoltre, si presenta estremamente concentrato: i suoi cinque maggiori componenti - Banco Santander, Iberdrola, Inditex, Telefonica e BBVA - rappresentano circa il 50% della sua capitalizzazione di mercato.
Storicamente, l’IBEX 35 non riesce a fornire una rappresentazione sufficientemente ampia del mercato spagnolo, dove infatti i gestori attivi hanno la possibilità di aggiungere valore spostandosi verso capitalizzazioni minori. Per questi motivo, gli analisti di Morningstar assegnano un Analyst Rating neutrale.
Lo stesso discorso si potrebbe tenere per l’indice MSCI Spain, composto da soli 22 titoli e per il Solactive Spain 40 Index, anche se la metodologia di quest’ultimo varia leggermente: i titoli che lo compongono sono i 40 più grandi in termini di capitalizzazione tra i 60 più liquidi (in base al volume medio giornaliero degli scambi registrato nei sei mesi precedenti – il benchmark viene rivisto trimestralmente).
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