Il conto alla rovescia per le elezioni politiche nel Regno Unito è iniziato e gli investitori si chiedono quali potranno essere gli effetti sul portafoglio dei risultati delle urne. Anche considerando che, alla questione elettorale (la chiamata è per il 12 dicembre), si lega quella relativa a Brexit.
Il tema non è di poco conto per chiunque abbia un orizzonte geografico su tutto il Vecchio continente, visto il peso che l’equity UK ha nelle strategie dedicate alla regione (nella tabella sotto è riportata l’esposizione netta media all’azionario del Regno Unito nelle diverse categorie Morningstar dedicate ai fondi che investono in Europa).
Il peso dell'azionario UK nelle categorie Morningstar Europa
“Le elezioni del Regno Unito rischiano di essere il maggiore – se non l’unico – elemento di discussione sui mercati fra qui e Natale”, dice Keith Speck, portfolio specialist di Morningstar Investment Management (MIM). “Oggi, così come in passato, la gente parla animatamente di quelle che possono essere le scelte giuste. Guardando con un‘ottica da investitori, dobbiamo favorire la ricerca rispetto agli atteggiamenti di parte e dobbiamo convincere gli altri attori del mercato a fare lo stesso”.
Gli errori da evitare
Uno degli errori più comuni che si commette in occasioni del genere è quello di reagire troppo velocemente o con eccessiva sicurezza rispetto a quello che si pensa possa essere il risultato dato per certo. La storia recente, peraltro, ha dimostrato che le urne possono riservare grosse sorprese anche agli esperti. Lo si è visto, giusto per restare nel Regno Unito, con la questione Brexit.
-“Il voto per andarsene porterebbe la nostra economia verso una recessione di un anno con almeno 500mila posti di lavoro persi”, ha detto George Osborne, ex Cancelliere dello Scacchiere (così viene chiamato il Ministro delle finanze nel Regno Unito).
-“Lasciare l’Europa porterebbe il paese in recessione”, ha spiegato David Cameron, ex primo ministro.
-“Brexit darebbe il via alla recessione”, ha previsto il Fondo monetario internazionale.
-“Ci sarebbe un impatto di breve termine sul Pil di -1,25%”, ha stimato l’Ocse.
-“Certamente aumenterebbero i rischi di recessione”, ha ammonito Mark Carney, Governatore della Banca d’Inghilterra.
Cosa è accaduto in realtà? “Le azioni UK sono scese del 3,15% (in sterline) il giorno dopo il referendum (tenutosi il 23 giugno 2016, Ndr), ma hanno guadagnato il 13% nei sei mesi seguenti”, dice Speck. L’indice Morningstar UK nel 2016 ha registrato un progresso del 17% a cui va sommato il +13% circa segnato l’anno seguente. Dopo lo scivolone del 2018 (-9,3%), da inizio 2019 (fino al 26 novembre) ha avuto un progresso del 15,6%.
Indice Morningstar UK
Dati in sterline aggiornati al 26 novembre 2019
Fonte: Morningstar Direct
La crescita economica, intanto, non si è fermata.
-Stando ai dati diffusi da Ihs Markit, a ottobre l'indice Pmi manifatturiero è salito a 49,6 punti contro i 48,3 punti della passata rilevazione. Il mercato si attendeva un dato pari a 48,1 punti.
-Secondo gli ultimi dati diffusi dal Governo, nel terzo trimestre dell’anno il Pil inglese è salito dello 0,3% rispetto al periodo precedente, in miglioramento dal -0,2% del secondo trimestre. Gli analisti si aspettavano una crescita dello 0,4%. Su base annua, l’economia inglese è salita dell’1% (consensus: +1,1%).
La questione Brexit
“Le elezioni verranno considerate da gran parte dell’elettorato quasi certamente come un voto su Brexit, mentre le varie parti coinvolte tenteranno probabilmente di promuovere politiche su altre questioni come economia o servizi pubblici”, spiega Quentin Fitzsimmons, gestore obbligazionario di T. Rowe Price. “Di conseguenza, il voto tattico – attraverso cui gli elettori supportano un candidato diverso rispetto a quella che sarebbe la loro prima scelta, con l’obiettivo di evitare un risultato sgradito – giocherà probabilmente un ruolo ancora più importante nel determinare il risultato di queste elezioni, rendendole particolarmente imprevedibili”.
Il Regno Unito dovrebbe uscire dall’Unione Europea il 31 gennaio 2020. “Se il Partito Conservatore del Primo Ministro Johnson otterrà la maggioranza, è molto probabile che questa scadenza verrà rispettata”, dice il gestore. “Se ci troveremo in una situazione di stallo o se il Partito Laburista vincerà le elezioni, è più probabile che la deadline venga ulteriormente posticipata e che venga indetto anche un secondo referendum. Non è quindi impensabile che tra un anno il Regno Unito sia ancora parte dell’Ue”.
L’ultimo sondaggio (25 novembre) BBC sulle intenzioni di voto, vede in testa di oltre 10 punti percentuali i conservatori rispetto ai laburisti (guarda il grafico sotto).
Fonte: BBC
Ci sono opportunità?
La questione chiave per molti investitori è sempre la solita: vendere, tenere o comprare? “La risposta è semplice”, dice Speck. “Gestire il rischio, restare informati e, nel dubbio, mantenere la rotta. Il periodo attuale è molto confuso per gli investitori e può causare accese discussioni anche a livello familiare. Ma ogni turbolenza nei mercati può creare grandi opportunità per acquistare asset che possono contribuire in maniera importante ai rendimenti in futuro. Non siamo ancora in quella situazione, ma stiamo attenti per poterla sfruttare in maniera opportunistica”.
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