Rileggiamo gli articoli dedicati agli investimenti nei diversi mercati in cui operano i fondi pubblicati sul sito Morningstar.it nel corso del 2019.
Perché lo scontro fra Usa e Cina pesa sulla crescita degli emergenti
Lo scontro commerciale fra Usa e Cina in estate ha spaventato i mercati emergenti. In questa situazione gli asset dedicati ai mercati emergenti hanno mostrato atteggiamenti diversi. La categoria Morningstar dedicata all’equity dei paesi in via di sviluppo in quattro settimane ha perso terreno, mentre una tenuta maggiore l’hanno dimostrata i segmenti dedicati al reddito fisso.
Le Germania dà un’altra spallata all’Europa
Fra Brexit, crisi politica italiana e paura di un rallentamento economico globale, l’Europa ha avuto un bel po’ di grattacapi a cui far fronte. A tutti questi elementi si è poi unito un fattore in più: il rallentamento della Germania che condiziona in maniera particolare il sentiment degli investitori, considerando il ruolo di locomotiva della regione che ha il paese.
Giappone, il mercato non teme l’aumento dell’Iva
A ottobre in Giappone è aumentata, dall’8% al 10%, l’Iva. Un provvedimento preso dal governo Abe nonostante i salari stagnanti, i bassi consumi e una situazione macroeconomica complessiva che mostra segni di appannamento e che potrebbe peggiorare per effetto di una guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina. In Borsa, però, gli investitori non hanno mostrato preoccupazione. Le riforme strutturali, dicono, continuano a spingere al rialzo i guadagni delle imprese e le valutazioni dei titoli, rispetto ad altre aree, sono ragionevoli.
Dazi Wto, c’è poco cibo nei fondi italiani
Il 18 ottobre è scattato l’aumento dei dazi deciso dal World trade organization (Wto) per punire i paesi che fanno parte del consorzio Airbus per la concessione di quelli che sono stati definiti “aiuti di stato” al costruttore aereo. Il Made in Italy sarà colpito con una tariffa del 25%. prodotti italiani più coinvolti quelli alimentari. Dal punto di vista dei fondi, i dazi sull’alimentare non dovrebbero provocare particolari scossoni agli strumenti che investono nel Belpaese. Il food, infatti, è scarsamente rappresentato nei prodotti raccolti nella categoria Morningstar Azionari Italia con una media dello 0,3%.
La guerra dei dazi potrebbe aiutare i mercati di frontiera
La guerra dei dazi fra Usa e Cina sembra essere un aspetto determinante nella tenuta dei mercati di frontiera rispetto agli emergenti. L’aumento delle tariffe impatterà molti produttori cinesi e alcune società stanno già spostando la produzione in altri paesi privilegiando le aree frontier meno coinvolte dallo scontro commerciale fra i due colossi economici.
Come orientarsi sul mercato obbligazionario
L’outlook per il mercato dei governativi non è invitante a causa di una situazione di bassi yield che, sicuramente, non aiutano la ricerca di rendimento nei portafogli. A far preoccupare gli operatori è soprattutto il ritorno al linguaggio accomodante delle Banche centrali in materia di tassi di interesse che fa pensare a una situazione di indebolimento dell’economia globale. Lo yield del trentennale americano è anche arrivato al di sotto del 2%. Un record negativo storico che, tra l’altro, si accompagna ai rendimenti con segno meno che si trovano in Giappone e in Europa. Tutto questo suggerisce che le aspettative del mercato dei bond sulle condizioni economiche future siano deboli.
Chi ha tirato il freno a Wall Street?
A togliere ogni dubbio sul fatto che le cose per l’economia yankee non siano più quelle di una volta ci ha pensato la Federal Reserve. Durante il discorso tenuto all’ultima conferenza annuale delle Banche centrali, il numero uno dell’istituto americano, Jerome Powell ha detto che i rischi di ribasso per l’espansione economica sono aumentati. Questo evento viene monitorato da vicino dai mercati perché ha spesso dato alla Fed l’opportunità di dire in maniera chiara quali sono le sue attese per l’economia e quali potrebbero essere le possibili risposte a un cambio della situazione congiunturale. I commenti di Powell sono stati interpretati come il segnale che la Fed continuerà a tagliare i tassi per cercare di dare una spinta all’economia.
Non è solo Brexit a far sudare freddo l’Europa
L’Europa ha dovuto fare i conti con diverse incognite. La prima ha riguardato la situazione caotica dell’uscita del Regno Unito dall’Ue che ogni giorno ha registrato novità sulla tempistica e sulle modalità dell’addio. A complicare le cose per chi investe nella regione sono arrivate le ultime previsioni del Fondo monetario internazionale. Il fondo ha ricordato come la crescita sia peggiorata particolarmente per alcune economie: spiccano la Germania, la Francia e l’Italia.
Economia italiana in stagnazione, ma la Borsa corre
Borsa brillante, ma quadro macro in deterioramento. È questo, in sintesi, il quadro finanziario ed economico che ha mostrato l’Italia sul finire dell’anno. Una immagine che il Belpaese condivide con il resto del Vecchio continente dove, a fronte di buoni risultati dei listini, spinti anche dall’ottimismo sul prosieguo della politica accomodante della Banca centrale europea sotto la nuova gestione di Christine Lagarde, fa da contraltare un quadro congiunturale in peggioramento.
Leggi quali sono stati gli articoli di Morningstar sul settore della tecnologia più letti nel 2019.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.