Le incertezze di Germania e Regno Unito rischiano di frenare l’Europa nel 2020? L’indice Morningstar Europe in un mese (fino al 14 gennaio e calcolato in euro) ha guadagnato l’1,7%. Da inizio anno l’andamento è stato positivo per lo 0,7% mentre nel 2019 il paniere ha fatto segnare un +27% che ha fatto dimenticare il -10,9% del 2018.
Indice Morningstar Europe nel 2019
Dati in euro aggiornati al 14 gennaio 2020
Fonte: Morningstar Direct
Nella tabella sotto sono elencati gli andamenti nei diversi periodi delle categorie Morningstar in cui sono raccolti i fondi che investono nell’equity Europe
Andamenti delle categorie Morningstar Europe
Dal punto di vista dei mercati, i fronti aperti che potrebbero destare qualche preoccupazione sono, al momento, almeno due.
La Germania rallenta
Uno è quello della crisi della Germania, con l’economia tedesca che manda segnali di rallentamento. Gli ultimi dati pubblicati dall’ufficio di statistica tedesco (Destasis) dicono che nel 2019 il Pil della Germania è cresciuto soltanto dello 0,6%. Nel 2018 e nel 2017, ha segnato, rispettivamente, una crescita dell'1,5% e del 2,5%. Si tratta della crescita più bassa degli ultimi sei anni.
Per quanto riguarda il futuro, le nuove stime della Bundesbank (la Banca centrale tedesca) rilasciate a dicembre prevedono che:
-Il Pil tedesco possa crescere dello 0,6% nel 2020. La stima precedente (di giugno) parlava di un +1,2%.
-La crescita dovrebbe accelerare nei due anni successivi. Il Prodotto interno lordo dovrebbe infatti aumentare sensibilmente nel 2021 e 2022 dell’1,4% in ciascun anno.
Occhi su Brexit
L’altro fronte è quello di Brexit, ormai a un passo dopo la vittoria dei conservatori di Boris Johnson alle ultime elezioni politiche del Regno Unito. Ci sono due fasi da considerare. Quella politica e quella economica. La prima si sbroglierà entro il 31 gennaio, quando il Regno Unito smetterà ufficialmente di far parte dell’Unione europea. Da febbraio, quindi, i britannici lasceranno gli uffici Ue.
Nel frattempo, però, Londra continuerà a contribuire al budget comunitario, almeno fino al 31 dicembre 2020, quando avverrà anche la Brexit economica. Londra dovrà riuscire a concludere accordi commerciali con i paesi dell’Unione entro la fine del 2020, altrimenti ci sarà quello che viene definito hard Brexit.
“E’ ragionevole immaginare che Brexit resterà un potenziale fattore di mercato almeno per un altro anno”, spiega Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm. “Ci possiamo aspettare che il tema comincerà ad assumere maggiore rilevanza man mano che la scadenza di dicembre si avvicina senza che le parti abbiano definito un accordo”.
Germania e UK nei fondi
A livello di categorie Morningstar, quella che vede la maggiore presenza media di titoli della Germania e del Regno Unito è quella dedicata agli strumenti che investono nelle small cap con, rispettivamente, il 15% e il 23,5%.
Nella tabella in basso sono elencati i 10 fondi del segmento venduti in Italia che hanno la maggior presenza netta di equity tedesco.
I fondi small cap Europe dove la Germania pesa di più
Nella tabella sotto, invece, sono elencati i 10 fondi del segmento venduti in Italia che hanno la maggior presenza netta di azionario UK.
I fondi small cap Europe dove l'azionario UKpesa di più
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