Il radar di chi si muove sull’azionario Italia nelle ultime settimane è rimasto puntato sulle questioni politiche della Penisola. In particolare, sulle elezioni regionali in Emilia-Romagna e in Calabria che, in caso di vittoria del centrodestra nelle due regioni, avrebbe potuto mettere in discussione il governo dello Stivale formato dalla coalizione fra Movimento 5 Stelle e Pd.
Il verdetto delle urne, con la prevedibile vittoria del centrodestra in Calabria (dove però il Pd resta il primo partito) e quella un po’ meno scontata del centrosinistra in Emilia ha rassicurato gli investitori riguardo al fatto che, almeno per il momento, non ci saranno nuove elezioni nazionali con tutte quelle fasi di incertezza che i mercati detestano. Altri fronti, comunque, sono pronti ad aprirsi visto che in primavera ci saranno chiamate alle urne in grandi regioni come la Campania, la Puglia, il Veneto e la Toscana.
“La situazione rimane a mio parere ancora fluida e credo che, in un orizzonte temporale di medio-lungo termine, lo scenario politico in Italia rimanga ancora piuttosto instabile”, spiega Luca Tobagi, investment strategist di Invesco. “Le questioni strutturali che riguardano la politica e l’economia restano infatti tutte sul tavolo da risolvere, anche se queste consultazioni regionali hanno evidenziato come non sia una conclusione scontata che, al di là del consenso politico crescente e della grande attenzione mediatica che è riuscita a catalizzare, la strategia attuale della Lega di Salvini possa condurre al governo del paese”.
L’indice sale, ma il sentiment è negativo
In questo quadro, l’indice Morningstar Italy da inizio gennaio (in euro) ha segnato +1,7% (+29% nel 2019).
Indice Morningstar Italy da inizio anno
Dati in euro aggiornati al 28 gennaio 2020
Fonte: Morningstar Direct
Probabilmente gli investitori hanno preferito aggrapparsi alla situazione macro del paese che, pur non essendo brillante, non riserva però soprese. Bankitalia nel suo ultimo Bollettino ha confermato le stime di dicembre in cui prevede:
-Una crescita del Pil dello 0,5% per l’anno in corso.
-Un aumento dello 0,9% nel 2021.
-Un progresso dell1,1% nel 2022.
Per quanto riguarda il 2019, il Pil dell'Italia sarebbe rimasto “pressoché stazionario nel quarto trimestre”, dopo la lieve crescita del trimestre precedente.
Secondo gli ultimi dati resi noti dal Fondo monetario internazionale (Fmi), intanto, la crescita del 2019 in Italia dovrebbe essere stata dello 0,2% (superiore di 0,1% a quella stimata dal governo). Per il 2020 si attesterà allo 0,5 (-0,1% rispetto alle stime dell’esecutivo italiano). Un dato, quest’ultimo, che secondo l’Fmi indica l’Italia come il paese che crescerà meno in Europa.
Cosa si aspetta il mercato a questo punto per la Penisola? Gli investitori professionali italiani certificati CFA, secondo quanto espresso dall’ultimo CFA Sentiment Index (un indicatore nato nel 2014 con lo scopo di catturare il sentiment a sei mesi degli analisti italiani) dopo una fase cui erano positivi, con l’ultima rilevazione sono tonati ad essere negativi, segnalando che la situazione del paese è ancora incerta.
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