Il ventur capital (VC) è un’attività d’investimento molto simile a quella del private equity (PE) ancorché delimitata a quelle aziende con un alto potenziale di sviluppo. Secondo l’Aifi (Associazione italiana venture capital e private equity), infatti, il VC un “fratello” del PE, dal quale si differenzia perché si occupa di quell’area molto specifica che è l’investimento early stage, cioè a sostegno di imprese innovative ad alto potenziale di crescita nei primi stadi della loro vita, e dell’expansion financing, una serie di interventi rivolti a imprese già avviate che necessitano di capitali per consolidare e accelerare la crescita in atto e avviarsi, di solito, verso un’Ipo (offerta pubblica iniziale - dall'inglese initial public offering).
Tipicamente, infatti, un fondo di VC investe capitale finanziario in imprese non quotate considerate troppo rischiose per i mercati o per il canale bancario.
In Italia, per essere autorizzato, un fondo di venture capital deve avere la forma giuridica della Sgr (società di gestione del risparmio).
Come funziona
Più precisamente, i fondi di VC investono di solito in tre tipologie di aziende: quelle in fase di sviluppo (start-up), quelle che offrono un forte contenuto di innovazione (di solito tecnologiche) e quelle che a causa del proprio business model o dei propri prodotti, presentano un forte rischio operativo e finanziario.
Molte società legate alla tecnologia sono nate grazie ad operazioni di venture capital come ad esempio Google, Facebook (in Italia Tiscali), oltre ad aziende note in tutto il mondo come Uber o Spotify. Durante il ciclo borsistico degli anni 2000, la maggior parte del denaro che inizialmente venne fornito alle cosiddette società dot-com derivava proprio da operazioni di venture capital.
Il VC è per sua natura un investimento illiquido e molto rischioso, che può però generare rendimenti molto al di sopra di quelli dei mercati tradizionali.
Secondo l’ultimo rapporto a cura di PitchBook, nel 2019 le operazioni di venture capital in Europa sono state poco più di cinque mila, per un valore di 32,4 miliardi di euro, il 33% in più rispetto al 2018.
A livello settoriale, invece, risulta evidente il peso sempre maggiore delle operazioni di VC nell’ambito informatico e in particolar modo nello sviluppo di nuovi software.
Come investire
Sostanzialmente, l’investimento in venture capital è appannaggio di investitori istituzionali e di realtà come i family office o i wealth manager.
La maggior parte dei fondi di VC hanno durata di otto-dieci anni. Una volta raggiunto l’ammontare di capitale prefissato, il fondo viene chiuso. Da sottolineare che quando il fondo è connotato da una struttura chiusa, l’ammontare e il numero delle relative quote viene prefissato al momento della sua costituzione e il rimborso interviene alla scadenza. Inoltre, gli importi sottoscritti non vengono versati immediatamente, ma nel tempo secondo le esigenze di liquidità del fondo.
Diversamente dal fondo mobiliare aperto, poi, l’investitore non è libero di cedere in ogni momento le quote da lui sottoscritte, al contrario, in genere tale fattispecie è di norma esclusa; il riscatto non è previsto prima della fine della durata del fondo.
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