L’epidemia di coronavirus sta spingendo il settore della biotecnologia. Ma, avvertono gli analisti di Morningstar, la corsa potrebbe finire presto.
L’indice Morningstar Global biotechnology da inizio anno (fino al 24 febbraio e calcolato in euro) ha guadagnato il 10% circa portando a +12% la performance negli ultimi tre mesi (+23,6% nel 2019).
Indice Morningstar Global biotech: tre mesi
Dati in euro aggiornati al 24 febbraio 2020
Fonte: Morningstar Direct
La speranza della comunità finanziaria (e di quella scientifica) è che qualcuna fra le aziende più innovative dell’universo Salute scopra il sistema di controllare o debellare la malattia. Soprattutto da quando l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato il virus 2019-nCoV un’emergenza sanitaria globale e quindi, dal punto di vista degli investitori, che può portare anche grandi opportunità di guadagno.
“Gli operatori hanno iniziato a cercare quelle aziende che sono in possesso delle tecnologie più innovative e promettenti per contenere l’epidemia e per curare i malati”, spiega Karen Andersen, strategist nel settore healthcare di Morningstar, in report del 4 febbraio (pochi giorni dopo l’allarme lanciato dall’Oms).
Le speranze, almeno dal punto di vista degli investitori, potrebbero essere riposte male, come si è visto in altri segmenti dell’universo Salute. “Prodotti medicali di prevenzione come le mascherine o i disinfettanti possono avere un aumento della domanda nel breve termine, tuttavia non significa che ci possano essere degli effetti di lungo periodo sui conti delle società che li producono”, dice la strategist secondo cui, a meno che l’emergenza coronavirus non duri a lungo, la richiesta di questi presidi tenderà a scendere nel corso di un anno, non apportando alcuna variazione di valutazione sui fondamentali delle aziende in questione.
Le incertezze
“Teoricamente, dal punto di vista finanziario, i titoli su cui puntare sarebbero quelli in grado di sviluppare medicinali innovativi per curare il coronavirus o per prevenirlo”, dice Andersen che nel report, a questo proposito, cita società biotech come Inovio e Moderna. La seconda, in particolare, in queste ore ha detto di essere pronta alla sperimentazione umana di un vaccino. “Tuttavia, bisogna fare i conti anche con le incertezze legate alle tempistiche con cui questi trattamenti verranno testati e poi approvati. Senza contare che, mentre si aspetta il via libera delle autorità, il virus potrebbe regredire rendendo inutile il nuovo farmaco”. Come sempre, quindi, è meglio investire con un’ottica di lungo periodo, per raggiungere i propri obiettivi e in base alla propensione per il rischio che si ritiene di avere.
Oncologia, trend di lungo periodo
Dal punto di vista del settore biotech, un segmento interessante da osservare nel lungo termine è quello delle cure oncologiche. “I progressi compiuti sul fronte scientifico, terapeutico, tecnico e tecnologico stanno supportando un settore i cui fondamentali sono de-correlati dai driver di mercato come tassi di interesse, recessioni o geopolitica”, spiega Servaas Michielssens, Senior biotechnology analyst di Candriam. “La principale area di riferimento è rappresentata dagli Stati Uniti, il più grande mercato in termini di vendite, con una posizione dominante in particolare nel biotech”.
Le ragioni sono diverse. “Sicuramente la mentalità imprenditoriale gioca un ruolo, accanto alla propensione al rischio e alla sana interazione tra il mondo accademico e il venture capital, che porta molte start-up a crescere e raggiungere i mercati pubblici”, spiega Michielssens. “Pure l’Europa ha società farmaceutiche e medtech solide e alcune interessanti biotech emergenti. Anche l’Asia va tenuta d’occhio”.
Nella tabella in basso sono elencati (in ordine alfabetico) i fondi della categoria Morningstar in cui sono raccolti i fondi che puntano sulle azioni della biotecnologia con la loro esposizione netta all’equity Usa, europeo e asiatico.
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