Coronavirus, test di resilienza per l’Italia (DBRS Morningstar)

AGGIORNAMENTO. Dopo la nota del 26 febbraio, l’agenzia di rating è tornata a commentare la situazione. Uno shock economico moderato è gestibile, ma poi il Belpaese dovrà ripartire e confermare gli impegni di riduzione del debito

Sara Silano 26/02/2020 | 14:58
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L’Italia è messa alla prova dalla rapida espansione dell’epidemia di Covid-19. Il governo ha preso misure restrittive, che si sono tradotte in un blocco di gran parte delle attività, escluse quelle di prima necessità, per due settimane. “Questo dovrebbe evitare costi economici e fiscali, che altrimenti sarebbero consistenti”, si legge nella nota di DBRS Morningstar del 12 marzo, firmata da Carlo Capuano, lead analyst sull’Italia.

Scenari
L’agenzia di rating è convinta che il Belpaese abbia “un certo grado di resilienza agli shock economici di breve periodo”. Il governo ha varato misure di sostegno alla congiuntura per circa 25 miliardi di euro, pari all’1,4% del Prodotto interno lordo. “Il potenziale effetto positivo di un deficit all’1,6% del Pil nel 2019 (il più basso dal 2007) è un buon punto di partenza, anche se la possibile recessione, una maggior spesa pubblica e la disattivazione delle clausole di salvaguardia sull’Iva potrebbero portare il deficit fiscale totale sopra il 3% del Pil”, dice Capuano. “Nelle prossime settimane valuteremo quanto potrà essere profonda la recessione e se andrà oltre il secondo trimestre. Uno shock moderato sarà gestibile e potrebbe essere seguito da una ripresa economia e dalla conferma dell’impegno a ridurre il debito. L’emergere di segnali di una maggior gravità e durata dell’epidemia potrebbero, invece, avere implicazioni negative sul rating dell’Italia (attualmente di BBB (high), Stable trend).

Il ruolo dell’Europa
Siccome l’industria manifatturiera domestica è la seconda in Europa ed è altamente integrata con il resto del continente, la velocità della ripresa italiana, si legge nella nota di DBRS Morningstar, dipenderà anche dall’efficacia della risposta dell’Unione e globale alla pandemia.

Riportiamo di seguito la sintesi della precedente nota di DBRS Morningstar del 26 febbraio.

Una recessione tecnica (ossia due trimestri consecutivi di crescita negativa) non è da escludere in Italia a causa del Coronavirus. A dirlo è DBRS Morningstar in una nota del 26 febbraio curata da Carlo Capuano e Nichola James, nella quale si specifica anche che “se sarà limitata a uno shock temporaneo della domanda, come nelle assunzioni di base dell’agenzia (uno o due trimestri), non dovrebbe avere implicazioni durature sull’economia e quindi sul rating del Paese, che è attualmente di BBB (high), Stable trend.

Evitare il panico
L’Italia ha avuto la crescita del Pil (Prodotto interno lordo) più bassa d’Europa nel 2019 e i dati recenti confermano tale debolezza. A questo si aggiungono i contraccolpi del Coronavirus sulle attività produttive, dato che il Paese è molto integrato nella catena manifatturiera europea, e sul turismo. Con l’aumento del numero di casi, le autorità italiane si trovano a dover affrontare il difficile compito di ridurre i contagi, ma anche evitare che si diffonda il panico con conseguenze sulla congiuntura.

Previsioni ambiziose
Molto dipenderà, dunque, da come risponderà il governo, dicono da DBRS Morningstar e aggiungono: “Anche se è presto per fare stime precise sull’impatto dell’epidemia, consideriamo le proiezioni incluse nel Documento programmatico di bilancio 2020 di una crescita del Pil dello 0,6% su base annua molto ambiziose. Secondo il governatore della Banca d’Italia, i contraccolpi potrebbero superare lo 0,2%”.

Il ruolo economico del nord Italia
A preoccupare è il fatto che le regioni più colpite dal virus sono la Lombardia e il Veneto, che rappresentano anche la macchina della crescita italiana, dal momento che contano per oltre il 30% del valore aggiunto lordo, per più del 40% delle esportazioni e per il 28% dell’occupazione totale.

Stimoli fiscali?
“Lo spazio di manovra fiscale è limitato”, si legge nella nota di DBRS Morningstar. “Ci aspettiamo comunque la comunicazione di misure di stimolo della crescita. Queste potrebbero essere meno efficaci se l’impatto economico fosse più sul lato dell’offerta che della domanda, ad esempio in caso di stop al lavoro esteso nel tempo o geograficamente”.

Il rating resta invariato
Di conseguenza, l’agenzia di rating ammette che i rischi per la crescita sono aumentati. Ma solo una prolungata e severa recessione economica, con impatti materiali sul rapporto debito/Pil, potrebbe determinare effetti negativi sul giudizio sull’Italia.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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