Petrolio e Covid-19 affondano i mercati di frontiera. I fondi raccolti nella categoria Morningstar dedicata agli strumenti che puntano sui mercati non ancora emergenti in un mese (fino al 25 marzo e in euro) hanno perso, mediamente, il 26,7% portando a -28% la performance da inizio anno (+11,4% nel 2019).
Andamento fondi Frontier market da inzio anno
Dati in euro aggiornati al 25 marzo 2020
Fonte: Morningstar Direct
Il giorno peggiore nell’ultimo mese per i mercati di frontiera è stato il 9 marzo, quando il paniere Msci Frontier in una sola seduta ha perso quasi il 12% (in dollari). Lo stesso giorno l’indice Morningstar Global market (in dollari) è sceso del 7% circa.
Per il Frontier index si è trattato del crollo maggiore mai registrato in una sola seduta e ha fatto dimenticare l’agosto del 2011, quando il paniere è sceso del 4% in meno di un mese. A livello giornaliero, dal dicembre 2014 l’indice ha avuto solo otto ribassi superiori al 2% (senza mai scendere, però, oltre il -3,4%).
Pesano Kuwait e Vietnam
“Il movimento inusuale del paniere sembra aver messo in discussione uno dei pilastri fondamentali della tesi di investimento relativa ai mercati di frontiera: la scarsa correlazione con gli altri mercati che dovrebbe portare a una volatilità più bassa”, spiega un report di East Capital.
A pesare sull’andamento di questo asset di investimento non sono solo le preoccupazioni legate all’evolversi della pandemia di Coronavirus che ha mandato in altalena le Borse mondiali. Una parte importante la gioca anche il crollo dei prezzi del petrolio che, a sua volta, pesa sulle economie dei paesi che dipendono dalla vendita di oro nero. Stati che prosperano grazie al barile come il Kuwait e il Bahrein rappresentano (insieme) quasi il 40% dell’indice dedicato ai paesi di frontiera. “Nel caso del Kuwait, va anche notato che gli investitori da tempo lo stanno mettendo in portafoglio in attesa della sua inclusione nel paniere dedicato ai paesi emergenti”, spiega il report. “Questo ha portato a un aumento della volatilità”.
Le preoccupazioni sull’andamento globale stanno pesando anche sul Vietnam, una delle economie di frontiera più legate agli umori del ciclo economico globale (e che rappresenta l’11% del paniere frontier). Nel 2019, secondo i dati del Dipartimento delle dogane vietnamita, le esportazioni dal paese asiatico sono cresciute dell’8,4% rispetto all’anno precedente, arrivando a 264,20 miliardi di dollari.
I primi 10 paesi dove esporta il Vietnam
Nella tabella in basso sono elencati (in ordine alfabetico) i fondi della categoria Morningstar Frontier markets e la presenza netta di equity del Kuwait e del Vietnam.
Kuwait e Vietnam nei fondi Frontier market
La preoccupazione per quanto può succedere sui mercati non ancora emergenti, intanto, ha fatto scendere in campo anche il Fondo monetario internazionale che ha aperto una linea di credito dedicata alle aree di frontiera per le quali ha messo a disposizione 10 miliardi di dollari senza interessi. I soldi, peraltro, fanno parte di un pacchetto complessivo da mille miliardi (50 miliardi sono per i paesi emergenti).
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