Al venture capital piace la medicina virtuale

Il settore era già da tempo nel mirino degli investitori, ma poco conosciuto al grande pubblico. Gli inviti del governo Usa ne stanno facendo crescere l’utilizzo. Nel frattempo prosperano le applicazioni dedicate alla salute mentale.

Marco Caprotti 01/04/2020 | 14:16
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La pandemia di Covid-19 può catalizzare l’interesse di nuovi investitori nel settore della healthtech. Un segmento, quello della medicina virtuale e tecnologica, che alcuni venture capitalist americani conoscono già: secondo i dati di PitchBook negli Stati Uniti gli investimenti dei capitalisti di ventura in questo segmento sono passati da 3 miliardi di dollari del 2014 ai quasi 8 miliardi nel 2019.

Investimenti dei venture capitalis nell’healthtech in Usa
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Secondo uno studio realizzato a metà del 2019 dalla società di analisi JD Power, nonostante il vasto utilizzo della tecnologia mobile e di Internet, meno del 10% degli americani usava servizi di telemedicina. Molti non conoscevano nemmeno l’esistenza di una attività di questo tipo.

Con l’arrivo del Coronavirus al di là dell’Atlantico, il concetto di healthtech sta ora diventando sempre più familiare al grande pubblico, anche grazie agli sforzi che stanno facendo il governo federale e le società di assicurazione sanitaria per promuoverne l’utilizzo ed evitare così che le persone escano di casa o possano congestionare gli ospedali.

Dopo aver dichiarato lo stato di emergenza nazionale per il Coronavirus, il presidente americano Donald Trump ha spiegato che la telemedicina è uno strumento fondamentale per combattere la diffusione della malattia. Nei giorni scorsi la startup in later stage Amwell (la società mette in contatto attraverso la sua piattaforma online i pazienti con gli specialisti di cui hanno bisogno) ha annunciato di aver visto crescere del 40% gli accessi ai suoi servizi rispetto ai periodi normali. In Borsa (sul Nyse), le azioni della società di telemedicina Teladoc sono cresiute di oltre il 50% da inizio anno.

Crescono anche le App
Con l’espandersi dell’epidemia, intanto, i radar degli investitori si spostano sulle start up che realizzano applicazioni da telefonino per il trattatamento di determinate patologie mentali legate all’ansia per il Coronavirus e agli effetti prodotti dal distanziamento sociale. Secondo i dati raccolti dalla società di analisi specializzata App Annie, dal 29 dicembre 2019 al primo marzo 2020 il tempo medio passato dagli americani sulle App dedicate alla salute mentale è aumentato del 30%.

Anche alcune grandi società si stanno affidando a questo strumento per contribuire alla salute dei propri dipendenti. La catena di caffetterie Starbucks ha firmato un accordo con Lyra Health per fornire ai suoi 220mila lavoratori in America 20 sessioni annuali di supporto psicologico virtuale.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Titoli citati nell'articolo

Nome TitoloPrezzoCambio (%)Morningstar Rating
Starbucks Corp89,90 USD-2,38Rating
Teladoc Health Inc9,46 USD-6,06

Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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