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Coronavirus, l’healthcare resta un settore da difesa?

Il segmento e gli strumenti dedicati hanno retto meglio del mercato globale alla volatilità delle Borse. E, dicono gli analisti di Morningstar, dovrebbero farlo anche con la frenata dell’economia.

Marco Caprotti 01/04/2020 | 14:38
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In una situazione di ribassi generalizzati delle Borse mondiali dovuti alle preoccupazioni per la pandemia di Covid-19, il settore healthcare e gli strumenti ad esso dedicati stanno confermando, pur viaggiando con segno meno, una capacità di resistenza.

L’indice Morningstar Healthcare in un mese (fino al 31 marzo e calcolato in euro) ha perso il 4,10%, portando a -9,9% la performance da inizio anno. Il paniere globale, nelle ultime quattro settimane ha segnato -14,1% (-20,4% da gennaio e +26,24% nel 2019).

Indici Morningstar Healthcare e Global markets a confronto da inizio anno
salute
Dati in euro aggiornati al 31 marzo 2020
Fonte: Morningstar Direct

In questo quadro, i fondi dedicati al comparto Salute, in un mese, hanno perso (mediamente e in euro) il 6%, portando a -10% l’andamento da inizio anno (+24% nel 2019).

L’healthcare resisterà?
Il settore sarà in grado di resistere al peggioramento del quadro macroeconomico previsto? “Le preoccupazioni su una recessione globale dovuta ai problemi causati dal Coronavirus stanno pesando sui mercati mondiali, ma la natura difensiva dell’healthcare dovrebbe essere confermata”, spiega Damien Conover, Sector director della ricerca Morningstar.

Lo scenario di base sul quale poggiano le considerazioni dell’analista parla di una ripresa del Pil globale nel 2021 che seguirà a una fase di recessione per quest’anno. Secondo le stime Morningstar (al 31 marzo) per la congiuntura mondiale nel 2020 ci potrebbe essere una contrazione dell’1,4% che porterebbe a una recessione in linea con quella vista durante il periodo 2008-2009 (gli analisti, tra l’altro, avvertono che le previsioni possono variare, anche giornalmente, a seconda di quelli che saranno gli sviluppi della pandemia).

“Tuttavia se la pandemia di Coronavirus dovesse avere un impatto prolungato sull’economia globale, con un alto numero di pazienti senza lavoro o con una scarsa copertura sanitaria o assicurativa, allora potrebbe verificarsi un calo della domanda legata all’healthcare”, dice Conover. “In questo caso, però, ci aspettiamo che i governi diano supporto al settore. Almeno nel breve termine e fino a quando non si vedranno i segnali dell’arrivo di una cura efficace”.

Ci sono, comunque, alcune criticità con cui le aziende del settore dovranno fare i conti. “A causa delle problematiche nate con l’emergenza Covid-19, ad esempio, molte case farmaceutiche hanno dovuto rallentare la fase finale della sperimentazione di nuove medicine”, dice l’analista. “L’impatto del Coronavirus sul mercato del credito, inoltre, potrebbe mettere in difficoltà le società più indebitate. Ad esempio quelle che di recente hanno portato avanti grandi acquisizioni”.

Healthcare non è biotech
Parlando di settori difensivi in epoca di pandemia, non conviene mettere nello stesso calderone il segmento healthcare con quello delle società biotecnologiche. Il primo abbraccia un universo composito che va dalle società di assicurazione sanitaria agli ospedali, passando dai produttori di farmaci a quelli di apparecchiature medicali.

Il secondo raccoglie piccole società che sperimentano trattamenti potenzialmente innovativi, ma che sono più vulnerabili nel caso i finanziamenti dovessero esaurirsi o se i test non dovessero andare bene. “Teoricamente, dal punto di vista finanziario, i titoli biotech su cui puntare sarebbero quelli in grado di sviluppare medicinali innovativi per curare il Coronavirus o per prevenirlo”, dice Karen Andersen, strategist nel settore healthcare di Morningstar. “Tuttavia, bisogna fare i conti anche con le incertezze legate alle tempistiche con cui questi trattamenti verranno testati e poi approvati. Senza contare che, mentre si aspetta il via libera delle autorità, il virus potrebbe regredire rendendo inutile il nuovo farmaco”.

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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