L'articolo è stato pubblicato su Morningstar.it il 5 dicembre 2019. I dati si riferiscono a quel periodo. Lo riproponiamo ora, non solo perché il tema è di grande attualità, ma anche perché presenta il concetto di "rischio ESG" utilizzato nella nostra metodologia di analisi e di ricerca.
Se mappiamo i rischi legati ai fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) degli indici azionari globali ne ricaviamo un quadro che conferma senza troppe sorprese i risultati del Morningstar Sustainability Atlas. L’Eurozona è leader nella sostenibilità, grazie soprattutto ai paesi nordici; mentre le aree emergenti sono in coda. L’Europa orientale, in particolare, è la regione più rischiosa, in gran parte a causa della Borsa russa, largamente esposta al settore energetico e delle materie prime. A livello di singolo Paese, il benchmark di Piazza Affari ha un livello di "pericolosità" medio (pari a 23,33 punti), superiore di poco a quelli di Francia, Germania e Spagna.
Emergenza climatica in Europa
L’impegno dell’Unione europea è stato ribadito sia dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen nel suo discorso al Parlamento europeo lo scorso 27 novembre, giorno in cui ha ottenuto la fiducia, sia dal Parlamento stesso che ha dichiarato l’emergenza climatica e chiesto uno sforzo per la riduzione a zero delle emissioni a effetto serra entro il 2050 (e un taglio del 55% entro il 2030).
Punteggio di rischio ESG per gli indici Morningstar azionari regionali
La transizione verso un’economia sostenibile è una delle sfide più grandi oggi per la società, i governi, le imprese e gli operatori finanziari. Come ha ricordato Massimo Mocio, presidente di Assiom Forex, in un convegno che si è tenuto giovedì 28 novembre sullo sviluppo dei mercati obbligazionari nei settori ambientali e sociali, “con l’adozione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, quattro anni fa (Accordo di Parigi) e la promozione dei Sustainable development goals (SDGs), i governi hanno disegnato un sentiero più sostenibile per l’economia. La transizione verso il low carbon e l’economia circolare sono fondamentali per assicurare resilienza e competitività. E il sistema finanziario ha un ruolo-chiave nel promuovere il cambiamento”.
Cosa è il rischio ESG
Il tema dei rischi è sempre più centrale per gli operatori di mercato. Ma cosa significa per l’investitore? Il rischio ESG, integrato da Morningstar nel calcolo del Sustainability rating per i fondi a fine ottobre, misura il grado in cui il valore economico di un’azienda può essere in pericolo a causa di fattori ambientali (ad esempio le emissioni inquinanti), sociali (la tutela dei dati personali) o di governo societario (la corruzione). In base alla metodologia di Sustainalytics (partner di Morningstar nella sostenibilità, Ndr), è il rischio non gestito, una volta dedotti gli sforzi e le iniziative di un’impresa per ridurlo. In questo senso, esistono due elementi fondamentali: la corporate governance (una società ben gestita ha meno probabilità di incorrere in seri pericoli e promuove strategie per la transizione verso un’economia più sostenibile) e le questioni ESG materiali, che possono essere comuni (la sicurezza sul lavoro) o più specifiche di determinate industrie rispetto ad altre (le compagnie petrolifere hanno più problemi di emissioni inquinanti rispetto a quelle tecnologiche).
Energia a più alto rischio
Per l’investitore, dunque, avere in portafoglio determinati titoli o settori piuttosto che altri può fare la differenza, in termini di profilo di rischio e rendimento. Nonostante sia importante tenere presente che una parte dei pericoli sono idiosincratici, ossia legati alla singola società, le analisi a livello di industria possono fornire un utile strumento per orientarsi. Ad esempio, Madison Sargis, direttore associato della ricerca quantitativa di Morningstar, applicando l’ESG risk rating, ha mostrato come energia, servizi di pubblica utilità e materiali di base siano le industrie più rischiose, mentre immobiliare e tecnologia lo siano in misura inferiore.
Punteggi di rischi ESG per gli indici settoriali di Morningstar
Il settore energetico si trova al confine tra quello che viene considerato rischio alto e rischio severo, con un punteggio medio di 39,9 punti; utilities e materie prime sono al livello “alto”; mentre sul fronte opposto real estate e hi-tech sono rispettivamente nella fascia bassa e in quella media (leggi le soglie di ESG risk nella tabella qui sotto).
Livelli di rischio ESG secondo la metodologia di Sustainalytics
Tradotto per un investitore, questo significa che se un fondo sovrappesa l’energia o i servizi di pubblica utilità, si esporrà mediamente a un rischio ESG superiore, ossia avrà più probabilità di avere in portafoglio aziende che hanno ancora molta strada da fare per concorrere a un’economia più sostenibile.
Visita la sezione di Morningstar dedicata agli investimenti sostenibili.
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