Il settore della ristorazione è andato sotto pressione dopo che in molti paesi ci sono state restrizioni alla mobilità per cercare di contrastare il contagio di Coronavirus. “I provvedimenti variano da regione a regione ma, in generale, ci aspettiamo un calo dell’attività dei ristoranti per i prossimi due mesi e una ripresa a macchia di leopardo nel corso della seconda metà del 2020”, spiega R.J. Hottovy, analista di Morningstar in un report del 27 marzo 2020. “In questo settore gli investitori dovrebbero preferire quei player che possono essere più aggressivi quando si tratta di contenere i prezzi, che hanno sviluppato buone piattaforme Internet e che hanno bilanci in salute”.
Un indentikit che, secondo l’analista, si adatta perfettamente a McDonald’s (Rating: 4 stelle. Fair value: 205 dollari. Sconto dell’11%). La catena di fast food, inoltre, secondo Hottovy, può contare anche su un elemento che la differenzia da altri player della ristorazione: un vantaggio competitivo (Economic moat) ampio. “Questo è un segmento in cui, di solito, a causa degli inesistenti costi di switch, della forte concorrenza e delle basse barriere all’entrata di competitor è difficile avere un Economic moat”, dice l’analista. “McDonald’s, invece, riesce ad averne uno ampio. Il nostro giudizio sul moat si basa su un mix di vantaggi strutturali e intangibili fra cui: un marchio riconosciuto a livello globale, un sistema di franchising che permette il miglioramento della produzione in ogni punto vendita e forti economie di scala. Queste qualità sono state essenziali per trasformare il gruppo nella più grande catena di ristorazione del mondo”.
McDonald’s nel 2019 ha generato un fatturato di 100 miliardi di dollari con i suoi ristoranti (sia quelli di proprietà che in franchising), rappresentando il 4% delle vendite mondiali. “E’ quasi il doppio di quanto realizzato da concorrenti come Yum Brands (53 miliardi)”, dice l’analista. “Crediamo che McDonald’s abbia la possibilità di competere per acquistare le quote di mercato che saranno perse dalle società più piccole che avranno difficoltà a sopravvivere a estesi periodi di restrizioni legate al Coronavirus e alla minore affluenza di clienti”.
Industriali
Nel settore industriale, secondo gli analisti di Morningstar un titolo interessante dal punto di vista del moat è 3M (Rating: 4 stelle. Fair value: 170 dollari. Sconto: 15%). “Crediamo che il gruppo abbia un vantaggio competitivo ampio grazie ai suoi asset intangibili e agli spazi di manovra sul fronte dei costi”, spiega Joshua Aguilar, analista di Morningstar in un report del 7 aprile 2020. “In un settore altamente diversificato come quello industriale, crediamo che avere competenze utilizzabili in più campi sia fondamentale per ottenere un vantaggio competitivo duraturo. 3M è in grado di utilizzare la sua piattaforma di ricerca e sviluppo (R&D, research and development) su più prodotti”.
Il gruppo spende circa il 6% del suo fatturato in ricerca e sviluppo contro la mediana del 5,5% delle aziende che fanno parte del Global Innovation 1000 (l’universo in cui sono raccolte le 1.000 società quotate del mondo che investono di più per questa voce analizzato ogni anno da Boston Consulting Group) e del 2%-3% di altre realtà del settore idustriale. “Ogni dollaro speso da 3M in R&D nel 2017, ad esempio, ha dato un profitto lordo di 8,60 dollari nel 2018. La media dei top 10 dei Global Innovation 1000 è stata di 5,5 dollari”, dice l’analista. “Questa è la prova della bontà del modello 3M che enfatizza la commercializzazione attraverso due processi: l’innovazione ispirata dai clienti e la ricerca interna”.
Il gruppo conta circa 120mila customer interaction all’anno. “Questa forte relazione è un asset intangibile costruito nel corso di oltre un secolo che è difficile da replicare per altre società”.
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