Biotech e ambiente, rischi di controversie ma anche opportunità

Le aziende del settore, come dimostra il caso di Bayer, possono andare incontro ad alte spese per cause legali correlate all’inquinamento. Tuttavia, sono anche la nuova frontiera per arrivare a un mondo meno inquinato.

Marco Caprotti 22/04/2020 | 09:09
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L’impiego sempre più frequente delle biotecnologie genera nuove sfide anche in materia di sicurezza ambientale e può incidere sui costi delle aziende del settore in termini di controversie legali. Dal punto di vista della protezione della natura e dell’ambiente, uno dei problemi principali riguarda l’emissione, intenzionale o meno, di organismi geneticamente modificati (Ogm) nell’ambiente.

Gli Ogm, infatti, si comportano come gli altri organismi viventi: si riproducono, si mescolano con altri e si modificano. Oltre agli organismi, anche le modifiche genetiche apportate, che possono trasmettersi in modo indesiderato sia in verticale (attraverso la discendenza) sia in orizzontale (mediante la trasmissione di materiale genetico ad altri organismi), possono nuocere alla salute di persone e animali oltre a compromettere l’ambiente e la biodiversità.

Il problema rischia di essere di vaste proporzioni se si considera che, ad esempio, secondo i dati del Dipartimento Usa dell’agricoltura, l’88% dei terreni agricoli americani sono utilizzati per la coltivazione di piante geneticamente modificate.

La questione delle biotecnologie in relazione all’ambiente viene presa sul serio anche dalle istituzioni finanziarie. In un rapporto del 2019, l’Ocse ha detto chiaramente che “gli effetti delle biotecnologie moderne sulla salute umana e sull’ambiente sono ancora poco conosciuti. La produzione intensiva di risorse rinnovabili, in particolare l’acqua-coltura e le piantagioni forestali, è in grado di attenuare le pressioni esercitate da una domanda più forte di pesce e di prodotti forestali sulle risorse naturali, ma può anche danneggiare gli ecosistemi locali”. 

In un altro passaggio spiega che: “Occorre valutare le conseguenze delle biotecnologie (per esempio, gli organismi geneticamente modificati) e assicurare la sicurezza biologica, con l’adozione di misure volte ad impedire l’introduzione di specie invasive”.

Senza contare che la produzione di elementi da utilizzare in agricoltura e in veterinaria o di apparecchiature può portare alla creazione di scorie che rischiano di essere disperse nell’ambiente. Rimediare a questi incidenti o non adeguarsi alle regole sempre più stringenti in materia ambientale può essere costare caro e portare alla chiusura degli impianti.

Il caso Bayer
Un esempio di come i costi legati alle cause per motivi ambientali possano avere un impatto sui conti di un’azienda è dato dal colosso tedesco della farmaceutica Bayer, entrato nel mondo dell’agricoltura biotech con l’aquisto (per 63 miliardi di dollari) di Monsanto. Un’operazione che le ha permesso di avere il controllo del 29% del mercato delle sementi e del 24% di quello dei pesticidi.

“Bayer è soggetta alle minaccie dei costi delle cause legali come altri player del settore”, spiega Karen Andersen, Strategist di Morningstar nel settore delle biotecnologie. “Ma le cause legate al glisofato (un prodotto usato nelle coltivazioni che, secondo alcuni studi, potrebbe causare il cancro), sono fonte di forte preoccupazione per la società”.

Il gruppo, nei primi due casi che sono stati giudicati in tribunale in America, è stato condannato a sborsare, in totale, quasi 3 miliardi di dollari (bisognerà comunque vedere quale sarà l’esito delle udienze d’appello). “I costi legati al glisofato sono una delle maggiori fonti di spese legali”, dice Andersen. “In generale i litigation cost possono incidere sul 2% dei guadagni della società”.

Costi cause legali di Bayer in rapporto all’income
bayer

Bayer ha anche cause in corso avviate da alcuni dipendenti secondo cui la società non avrebbe dato sufficienti ragguagli sulla pericolosità di alcuni prodotti contenenti amianto. “Questo, insieme ad altre cause riguardanti l’utilizzo di elementi chimici considerati inquinanti per l’ambiente, potrebbe portare ad altri costi, anche se, al momento, è troppo presto quantificarli”.

La biotecnologia, comunque, può essere anche un metodo efficace per contrastare l’inquinamento. Lo sa bene l’Unione europea che, ad esempio, nel periodo 2015-2020 ha investito 25 miliardi di euro per finanziare alcune imprese biotech della regione che si occupano di studiare sistemi per il trattamento delle acque. L’anno prossimo, inoltre, l’Ue farà partire il programma Horizon 2021 con il quale intende investire, nel corso di sette anni, 100 miliardi per finanziarie, fra le altre cose, imprese biotecnologiche che studiano sistemi innovativi per ridurre l’inquinamento ambientale.

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Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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