L’ESG (environmental, social e governance) è diventato uno degli argomenti più caldi nel mondo degli investimenti. Un numero sempre crescente di investitori lo considera un modo efficace per fronteggiare rischi di investimento nel lungo termine, come il cambiamento climatico.
Molti asset manager si stanno impegnando per adattare la propria offerta di prodotti a questo scenario di mercato in continua evoluzione, ma il settore azionario ha registrato fino a questo momento uno sviluppo maggiore rispetto a quello obbligazionario. Molti dei primi fondi indicizzati ESG azionari sono stati lanciati sul mercato intorno al volgere del secolo, mentre la maggior parte dei fondi passivi ESG obbligazionari sono stati rilasciati solo negli ultimi tre anni.
Tuttavia, il mercato dei fondi obbligazionari ESG sta cercando di recuperare terreno. Qui diamo un'occhiata a questo scenario.
La crescita dei fondi obbligazionari ESG in Europa
Alla fine di novembre 2019, gli asset del mercato dei fondi obbligazionari ESG passivi in Europa ammontavano a 11 miliardi di euro, rappresentando solo il 2% del denaro investito nei fondi obbligazionari passivi europei. Per contro, gli asset dei fondi azionari ESG passivi in Europa superavano i 110 miliardi di euro e rappresentavano il 9% del mercato europeo dei fondi azionari passivi.
Nonostante questo, il 2019 è stato un anno positivo per i fondi obbligazionari ESG passivi in Europa. Come mostra il grafico seguente, i flussi annuali sono stati sei volte superiori rispetto a quelli dei due anni precedenti, mentre, tra la fine del 2018 e la fine del 2019, gli asset sono triplicati.
E, fattore ancora più importante, le prospettive di crescita sono buone. Una solida gestione dei rischi ESG potrebbe rendere gli emittenti dei titoli obbligazionari meno vulnerabili ai downgrade o, in uno scenario ancora peggiore, a eventi di default del credito. E questo è ciò che più conta per gli investitori in obbligazioni.
La mitigazione dei rischi di credito insieme alla crescente popolarità di fondi indicizzati a basso costo hanno dato vita alle condizioni perfette per un'espansione dell'offerta di fondi obbligazionari ESG passivi per i prossimi anni.
Le sfide sono sempre in atto
È possibile applicare i principi degli investimenti ESG sia ai mercati azionari che obbligazionari e la scelta è in definitiva affidata alla valutazione delle credenziali ESG delle aziende in cui desideriamo investire.
La sfida consiste nel rispettare la due diligence. Questo processo può essere immediato per le aziende di grandi dimensioni, ma difficile per aziende più piccole che non hanno le risorse per produrre informazioni sulla sostenibilità. Storicamente, è stato inoltre più facile eseguire verifiche di due diligence su aziende con rating investment-grade rispetto alle aziende che ne sono prive. Pertanto, la maggior parte dei fondi obbligazionari ESG passivi in Europa e la parte più sostanziale degli asset sono investiti in obbligazioni corporate con rating investment-grade.
Diamo un'occhiata ad alcune altre categorie:
-Obbligazioni ESG high-yield. In questa area sono stati registrati dei progressi. A novembre 2019, iShares ha lanciato i primi due ETF obbligazionari ESG high-yield.
-Titoli di stato ESG di Paesi sviluppati. Applicare i criteri ESG agli emittenti di titoli di stato rappresenta un'altra sfida. La valutazione ESG degli emittenti si basa in gran parte su indicatori sociali e macroeconomici, come dati sul mercato del lavoro, standard educativi e mobilità sociale. Questo approccio alla valutazione dei criteri ESG si è rivelato maggiormente valido per i mercati emergenti rispetto ai paesi sviluppati, in parte a causa della maggiore disparità nei profili rischio/rendimento e nelle condizioni macroeconomiche della grande coorte di emittenti di titoli sovereign nei mercati emergenti. Inoltre, gli emittenti di titoli obbligazionari nei paesi sviluppati non sono in genere così vulnerabili rispetto a notizie macroeconomiche sfavorevoli come i paesi emergenti.
-Titoli green e social. Oltre ai titoli corporate e ai titoli di stato, gli investitori sono anche interessati all'impact investing, come nel caso di titoli green o social. I titoli green vengono emessi per progetti climatici e ambientali specifici del settore finanziario e rappresentano un mercato in crescita. Tuttavia, etichettare un'obbligazione come "green" può essere costoso e non tutti gli emittenti sono disposti a farlo e questo crea problemi per la composizione degli indici.
Investire in maniera sostenibile non significa sacrificare le performance
L'attesa diffusione dei fondi obbligazionari ESG passivi si basa anche sul presupposto che gli ampi indici obbligazionari ESG rispecchino fedelmente le caratteristiche generali di rischio/rendimento dei loro simili non ESG.
Il grafico seguente mostra l'analisi del tracking error tra gli indici obbligazionari ESG e non-ESG per esposizioni di mercato diverse su un periodo di tre anni con termine a novembre 2019. Il tracking error misura lo scostamento di performance tra due indici o due fondi. Più questo dato è basso e minore sarà lo scostamento.
In genere, la differenza principale consiste in una leggera variazione in termini di qualità per i portafogli ESG, misurata sulla base della distribuzione dei rating di credito dei costituenti degli indici. Complessivamente, non possiamo comunque affermare che, scegliendo gli ESG, gli investitori abbiano sacrificato le proprie performance.
È solo quando passiamo dall'offerta più ampia dei fondi obbligazionari ESG agli impact fund, come i titoli green, che rileviamo differenze significative di performance relative a indici obbligazionari non ESG. Si tratta tuttavia di un aspetto prevedibile, legato alle differenze tra le due proposte di investimento.
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