A livello superficiale, le performance fees sono un modo ideale per consentire ai fondi di incentivare gli investitori, in quanto allineano simbioticamente gli interessi dei fund manager con gli interessi dei propri clienti. Ma all'atto pratico non è sempre così semplice.
Consapevole di ciò, l'ESMA (Autorità europea di vigilanza sui mercati) ha recentemente effettuato una consultazione pubblica sulle linee guida potenziali per le commissioni di incentivo in conformità alla UCITS, l'equivalente pan-europeo all'Investment Company Act del 1940.
Nello specifico, pur essendo consentite le strutture delle performance fees, non esiste ancora una precisa regolamentazione. Questo ha portato a un arbitraggio regolamentare, insieme a un uso e a un'applicazione disomogenei di queste strutture di commissioni in Europa. Con più di 5.000 fondi UCITS che fanno leva su una qualche forma di performance fee, far convergere le regole di engagement è un esercizio utile.
Qui diamo uno sguardo da vicino allo stato attuale delle performance fees e alle nostre raccomandazioni per l'ESMA:
I problemi con le cimmissioni di incentivo
Rileviamo due sfide principali con le performance fees:
- Esse sono spesso esageratamente complicate e richiedono pagine e pagine di testo esplicativo nei prospetti dei fondi. Interpretare quando è possibile applicare le commissioni e i livelli verosimili può essere ostico per gli analisti esperti di Morningstar, figuriamoci per i singoli investitori.
- In alcuni casi, le performance fees sono previste accanto alle normali fee di gestione fisse. O peggio, si può far leva su di esse per sovraperformare target poco sfidanti, come un dipendente che ottiene un incentivo di produzione per il raggiungimento di un obiettivo appena superiore al minimo previsto dal suo datore di lavoro.
Ottenere risultati migliori
Il guadagno singolo di maggiore impatto per gli investitori può essere un sommario semplice e standardizzato delle lunghe spiegazioni dei fondi, circa le proprie performance fees.
Per esempio, può essere redatto come un elenco o una tabella contenente le voci di seguito mostrate. Vi sono riportate in modo chiaro le informazioni principali, ad es. se è presente un indice e se è rilevante per il fondo, il livello della commissione e se è previsto un tetto o se è illimitata, se viene applicata a qualsiasi sovraperformance o solamente oltre una soglia prestabilita.
- Commissione di gestione base: 0.90%
- Commissione di incentivo: 20%
- Tasso minimo (hurdle rate): 0.90%
- Benchmark: FTSE 100
- High Water Mark (opzioni possibili: assoluto, relativo, nessuno): Sì, assoluto
- Periodo di cristallizzazione (periodo di riferimento per il calcolo): 3 anni
- Data in cui è stato raggiunto l'ultimo HWM: G/M/A
- Possibilità di reset dell'HWM: No
- Data dell'ultimo reset dell'HWM: ND
- Tetto massimo commissionale: 2,50%
Sarebbe ancor più utile integrare a ciò un esempio, ipotizzando uno scenario specifico.
Quello che abbiamo detto all'Esma sulle commissioni di incentivo
La nostra lettera di commento all'ESMA conteneva i punti seguenti:
- La standardizzazione delle comunicazioni sarebbe di grande beneficio per gli investitori. In particolare, dovrebbe diventare più facile comparare le performance fees applicate dai fondi per capire se sono eque e ragionevoli e per rendersi conto del costo massimo e minimo dell'investimento e valutarne la congruità.
- I fondi devono poter scegliere un benchmark idoneo. Questo elemento è vitale al momento di valutare le performance del fondo e critico nei casi di impostazione delle performance fees. Il fattore di partenza è che l'indice scelto rifletta l'universo investibile del fondo, così come specificato negli obiettivi di investimento UCITS e mostrato nel documento informativo per gli investitori (KIID), in termini di tipo di attività finanziarie, aree geografiche, valute e capitalizzazione di mercato.
- Ogniqualvolta possibile, l'indice dovrebbe essere calcolato in un modo il più possibile coerente con il fondo UCITS con riferimento alla valuta, alla politica di copertura del rischio e alla distribuzione dei dividendi.
- I fondi che vincolano le remunerazioni dei gestori a un diverso benchmark rispetto a quello utilizzato per gli investitori meritano ulteriori analisi.
- È ingiustificato che i fondi possano applicare la commissione solo in caso di performance assoluta positiva. Riteniamo che questo approccio, sollevato dall'ESMA per la discussione, sarebbe eccessivamente penalizzante. Ad esempio, consideriamo un fondo globale che faccia leva su una fee fissa bassa e su una performance fee basata sulla sovraperformance del Morningstar Global Markets Index. Nei periodi in cui l'indice perde valore, ma il fondo perde meno, rimane comunque giusto, per il fondo, applicare la fee basata sulla sovraperformance.
Inoltre, le stesse linee guida dovrebbero applicarsi, al di là di UCITS, a tutti i Packaged Retail Investment e Insurance-Based Products. Se le linee guida sulle performance fees UCITS illustrano le buone pratiche, i retail investor dovrebbero aspettarsi pratiche equivalenti per i prodotti simili che vengono loro venduti. Le linee guida ESMA devono essere applicate anche agli alternativi (AIF, alternative investment fund) distribuiti agli investitori privati, perché non c'è ragione per cui debbano essere trattati con minor rigore con riferimento alle strutture commissionali, nonostante abbiano invece minori vincoli sugli investimenti e la liquidità.
Per citare l'ESMA: "Una mancanza di pratiche comuni tra gli Stati Membri può portare incertezza per gli investitori". Lo stesso dicasi, a nostro parere, per una mancanza di pratiche comuni tra i due tipi più comuni di fondi d'investimento.
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