Nelle ultime revisioni periodiche dell’Analyst rating, i ricercatori di Morningstar hanno innalzato il giudizio di quattro Etf (Exchange traded fund) sostenibili. Si tratta di iShares Msci EM SRI Etf, iShares Msci Japan ESG screened, UBS ETF - Msci Japan Socially Responsible e UBS ETF Msci EMU SRI. Ecco le ragioni delle promozioni.
UBS ETF Msci EMU SRI
Il rating più alto è stato conquistato dall’Etf di UBS con focus sul mercato azionario area euro, che è passato da Silver a Gold (report di Kenneth Lamont del 23 aprile 2020). Il fondo si è distinto all’interno della sua categoria (che comprende anche le strategie attive) da quando ha cambiato il benchmark a novembre 2015. Il paniere di riferimento espone alle migliori aziende dal punto di vista dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG). Prevede anche l’esclusione di settori controversi come le armi e il tabacco. Il limite del 5% al peso di ciascun titolo riduce i rischi di concentrazione e garantisce una migliore diversificazione. “I rigorosi criteri ESG di selezione e la mancanza di vincoli a livello di paese possono determinare divergenze nelle performance rispetto all’indice Msci Emu (tradizionale, Ndr), ma le ricerche suggeriscono che è molto poco probabile che l’aggiunta dei fattori socialmente responsabili penalizzi il profilo di rischio/rendimento nel lungo periodo”, spiega Lamont. I bassi costi (0,28% le spese correnti annue) rappresentano un ulteriore elemento di vantaggio rispetto ai concorrenti.
iShares Msci Japan ESG screened
L’Etf di iShares specializzato sul mercato azionario giapponese passa dall’Analyst rating Bronze a Silver (report di Lamont del 22 aprile 2020). Il fondo dà esposizione alle aziende nipponiche con i più alti punteggi ESG. Inoltre, esclude le società con alto carbon risk e quelle che operano in settori controversi, come le armi o il tabacco. E’ previsto un limite del 5% alla concentrazione sui singoli titoli e l’indice di riferimento è strutturato in modo da mantenere i punti di forza di quello tradizionale (Msci Japan). Le spese correnti, pari allo 0,2% annuo, lo rendono estremamente economico rispetto all’offerta concorrente tra gli azionari Giappone large cap. “Sulla Borsa di Tokyo, le strategie passive si sono rivelate difficili da battere”, dice Lamont. “Questo Etf, nonostante il minor numero di titoli rispetto al paniere tradizionale, resta comunque rappresentativo del set di opportunità del listino”.
iShares Msci EM SRI
Il fondo è stato promosso da Neutral a Bronze, come si legge nel report firmato da Briegel Leitao e pubblicato il 1 maggio 2020. Secondo l’analista di Morningstar, i punti di forza sono i bassi costi e un portafoglio solido, che replica un indice azionario dei mercati emergenti con i migliori titoli dal punto di vista ESG, pur mantenendo la confrontabilità con l’indice principale. Inoltre, il benchmark esclude i produttori ed estrattori di fonti fossili. Gli investitori devono tenere in considerazione che, come in altre strategie sull’azionario dei Paesi in via di sviluppo, anche in questo caso il numero di titoli è piuttosto concentrato rispetto all’universo dell’Msci EM. Nel caso specifico, le posizioni sono 176 contro 1.400, con un notevole sottopeso della Cina. In ogni caso, per assicurare un certo grado di diversificazione a livello di singola società, c’è un tetto del 5% al peso di ciascun componente.
UBS ETF – Msci Japan Socially Responsible
Il comparto è stato promosso da Neutral a Bronze nella revisione periodica da parte degli analisti di Morningstar (report di Lamont del 23 aprile 2020). L’Etf replica l’indice Msci Japan SRI che è derivato dall’Msci Pacific SRI, il cui paniere è costituito dalle migliori aziende secondo criteri ESG per settore, escludendo quelle coinvolte in aree controverse o non aderenti a norme internazionali, come lo UN Global compact. Rispetto ad altri fondi della categoria, ha alcune inclinazioni settoriali più accentuate, ad esempio il sottopeso dei finanziari o il sovrappeso delle large cap, dal momento che include tutti i titoli giapponesi dell’indice Msci Pacific SRI e non è derivato dall’Msci Japan. Gli investitori, spiegano i ricercatori di Morningstar, devono essere consapevoli di queste differenze rispetto ai comparti che danno un’esposizione alla Borsa di Tokyo in senso stretto. Le spese correnti, pari allo 0,40% annuo, lo rendono meno costoso a confronto con le strategie attive, anche se esistono soluzioni ancora più economiche tra quelle passive.
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