Costruire un portafoglio di titoli di qualità è la ricetta per investire in equity minimizzando i costi. Le società con un forte vantaggio competitivo, quello che a Morningstar chiamiamo Economic moat, danno maggiori garanzie sulla redditività del capitale. E ora, con valutazioni di mercato compresse dal forte sell-off prodotto dall’emergenza Coronavirus, puntare su queste azioni conviene ancora di più, perché alla elevata profittabilità uniscono un generoso margine di apprezzamento. Gli investitori possono dunque vestire i panni del cassettista, inserire questi titoli in portafoglio e mantenere le posizioni fino a quando il prezzo di mercato non raggiunge il fair value. In questo modo eviteranno che i costi di transazione riducano il rendimento totale del capitale investito. Tra le stock coperte dalla ricerca di Morningstar scambiate in questo momento a tassi di sconto elevati, AB InBev, Bayer e Airbus hanno un Economic moat ampio e sono state inserite nella lista delle migliori idee di investimento di Morningstar a livello globale.
AB InBev ai minimi dagli ultimi 10 anni
AB InBev (ABI) ha accusato in maniera pesante il sell-off prodotto dall’emergenza Coronavirus. Dallo scorso febbraio il titolo ha perso quasi il 50% della sua capitalizzazione di mercato e ora è scambiato a prezzi in linea con i suoi minimi degli ultimi 10 anni. “Il gruppo belga, leader nel settore della birra, ha registrato un calo del 10% nei volumi di vendita nel primo trimestre e, in base alle nostre stime, il 2020 dovrebbe terminare con una contrazione del 10% delle vendite e del 15% del margine operativo. Il mercato, però, sconta in maniera eccessiva le debolezze nel breve termine e non valuta in maniera adeguata le prospettive di lungo periodo dell’azienda”, dice Philip Gorham, analista azionario di Morningstar.
“Oltre ad avere una redditività superiore alla media, frutto di un vantaggio di costo prodotto dalle elevate economie di scala e da un portafoglio marchi di alto valore, ABI esercita di fatto un monopolio sul mercato della birra in molti paesi dell’America latina e dell’Africa (grazie all’acquisizione di una quota di maggioranza di Ambev) e riesce a sfruttare al meglio le sinergie con le numerose società acquisite. Inoltre, le attuali quotazioni di mercato non tengono conto del possibile rimbalzo delle vendite ipotizzabile nel prossimo anno, quando è previsto il recupero di alcuni importanti eventi sportivi, nonché di trend di lungo periodo come la crescita dei consumi nei paesi emergenti e dello spostamento delle preferenze dei consumatori vero i prodotti a maggior valore aggiunto”. In base alle stime degli analisti il titolo è scambiato al momento a prezzi solo otto volte gli utili attesi nel prossimo anno e più bassi di circa il 60% rispetto al fair value di 89 euro (report aggiornato all’8 maggio 2020).
Airbus scontato del 60%
Il titolo Airbus si è deprezzato del 60% da inizio anno e ora è scambiato a un rapporto Prezzo/Fair value di 0,38, nonostante gli analisti abbiano rivisto la sua valutazione da 136 a 131 euro (report aggiornato al 29 aprile 2020).
“La decisione di ridurre il fair value del titolo tiene conto delle ripercussioni della pandemia sul business del gruppo francese. Nel breve periodo, infatti, ipotizziamo una lenta ripresa delle commesse di aeromobili di tipo “wide-body” e stimiamo che una parte significativa della produzione del 2020 rimarrà in magazzino. Questo si tradurrà nei conti di fine anno in un calo del fatturato del 26% e in una contrazione del margine operativo di oltre 100 punti base. Tuttavia, a nostro avviso il mercato non valuta la qualità del business di Airbus e le prospettive di lungo periodo”, dice Burkett Huey, analista di Morningstar.
“L’azienda ha un Economic moat ampio per via delle elevate barriere all’ingresso di nuovi competitor, considerati gli ingenti capitali necessari per la produzione di aeromobili, e dei costi di switch da parte dei clienti come governi nazionali e compagnie aeree che sono legati ai fornitori da rapporti commerciali di lunga durata, che difficilmente vengono messi in discussione per ragioni di prezzo. Inoltre, Airbus è ben posizionata per beneficiare della crescita della domanda di trasporto aereo nei paesi emergenti e la leadership nel segmento degli aeromobili “narrow-body”, la cui domanda dovrebbe risalire più velocemente rispetto a quelli “wide-body”, le permetterà di avvantaggiarsi sulla concorrenza”.
Bayer frenata in Borsa dai problemi giudiziari
Diversamente dalla maggior parte delle stock con rating 5 stelle, Bayer non paga i timori legati alle ripercussioni del Covid-19 sul business dell’azienda, bensì le ripercussioni economiche dello scandalo legato ai danni alla salute procurati dall’uso di un suo pesticida. Come la maggior parte delle società nel settore healthcare anche il gruppo farmaceutico tedesco è riuscito a limitare i danni (-15% al 13 maggio 2020), mentre il vero scivolone lo ha registrato a fine 2018, con le prime sentenze di condanna da parte dei tribunali americani. “A nostro avviso il mercato è troppo pessimista sul possibile impatto che le cause legali ai danni di Bayer potranno avere sul suo valore e sconta il titolo del 45% rispetto al fair value di 101 euro (report aggiornato al 27 aprile). Al momento ipotizziamo che i costi legali dovuti a questa vicenda ammonteranno a circa 2 miliardi di euro, una somma che non è in grado di mettere in crisi i fondamentali della compagnia farmaceutica.
Bayer, infatti, ha un portafoglio diversificato di prodotti protetti da brevetto e una forte esposizione al segmento dei farmaci biologici, che le permettono di proteggersi meglio dalla concorrenza dei generici, ha a sua disposizione una forte rete di vendita globale, che le consente di attivare numerose partnership con aziende farmaceutiche più piccole, e grazie alla forza dei suoi marchi come Aspirina e Aleve riesce a ricavare margini di profitto generosi anche dal segmento dei farmaci da banco. Tutto questo spiega la sua redditività superiore alla media”, dice Damien Conover di Morningstar. “Le nostre stime indicano una crescita media del fatturato superiore al 3% nei prossimi 3 anni, frenata nei due successivi dalla scadenza di alcuni importanti brevetti, mentre il margine operativo è visto in costante salita dall’attuale 9% al 18% del 2024. A sostegno di questi numeri ci sono le previsioni sulle vendite future di alcuni farmaci di punta del gruppo e della sua forte presenza nei mercati emergenti che gli permetterà di raccogliere la crescente domanda di medicinali in quei paesi”.
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