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Gli investimenti del venture capital nella nuova mobilità

Il primo trimestre ha visto un aumento dell’attività di finanziamento del settore. Ma nel breve periodo, dicono gli analisti di PitchBook, la pandemia di Coronavirus potrebbe condizionare le operazioni. Le prospettive  di crescita nel lungo termine, aggiungono, restano intatte. Soprattutto nei segmenti delle auto a guida autonoma e dello spostamento di persone e merci.

Marco Caprotti 01/06/2020 | 09:32
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La pandemia di Coronavirus, con il lockdown prima e la fase di ripartenza poi, sta condizionando il modo di spostare persone e merci. Ma potrebbe avere impatti profondi anche sugli investimenti dei venture capitalist nel settore della nuova mobilità. Almeno nel breve periodo.

Il supporto da parte dei capitalisti di ventura è stato fondamentale per far crescere il segmento cosiddetto mobility-tech. Dal 2009 i venture capitalist hanno pompato più di 204 miliardi di dollari nella tecnonologia della mobilità (36 miliardi nel 2019). Nonostante la crisi innescata dalla pandemia, il primo trimestre del 2020 è stato un buon periodo, con l’afflusso di 11,8 miliardi (+62% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso).

L’attività dei venture capitalist nel settore mobility-tech dal 2009
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“Questa capacità di finanziare un settore che richiede forti spese per la ricerca e lo sviluppo ha permesso la nascita e la crescita di aziende come Uber e Lyft, due società che hanno rivoluzionato il settore dei trasporti privati e commerciali”, spiega Asad Hussain, Analyst sulle emerging technology di PitchBook.

Il futuro della mobilità
Il futuro, almeno nel breve termine, sembra più complicato. “Ci aspettiamo che le operazioni nel secondo trimestre saranno condizionate dagli effetti della pandemia di Coronavirus”, dice l’analista. “Le start up avranno più difficoltà a trovare capitali e questo metterà in una posizione di vantaggio gli investitori nel decidere termini e condizioni delle cifre da erogare.

Lo scenario, tuttavia, cambia se si sposta lo sguardo verso un futuro un po’ più lontano. “I driver di lungo periodo del settore restano gli stessi”, dice l’analista. “La nuova generazione di tecnologia legata alla mobilità ha già fatto nascere prodotti e servizi disruptive come la mobilità condivisa, le piattafome di consegna o il bikesharing. Negli ultimi anni questi servizi sono diventati parte integrante della vita di tutti i giorni delle persone e delle aziende. Quando il mondo si risolleverà da questa crisi, la domanda per servizi low cost, convenienti ed efficenti sarà ancora presente”.

I segmenti dove, secondo gli analisti di PitchBook, potrebbero esserci le trasformazioni più interessanti sono soprattutto due : auto a guida autonoma e mobilità di persone e merci.

Auto a guida autonoma
I produttori auto, che sono stati fra i maggiori finanziatori del settore mobility-tech, a causa del Coronavirus sono stati costretti a chiudere i rubinetti per concentrarsi sui problemi dell’attività tradizionale condizionata dal fermo degli impianti e dal blocco degli acquisti da parte dei consumatori. “Tutto questo ha lasciato spazio a società prettamente tecnologiche con interessi nella mobilità che adesso hanno maggiori possibilità di finanziare o acquistare le start up specializzate”, dice l’analista.

A marzo di quest’anno Waymo, una società controllata da Alphabet (la proprietaria di Google), ha ricevuto un finaziamento later stage (investimento in società già operative, che possono o meno aver raggiunto il punto di pareggio e che, spesso, sono già state finanziate) da 2,25 miliardi di dollari da un un gruppo di venture capital che ha portato il valore della società a 30 miliardi (clicca qui per leggere qual è la terminologia usata nel private market).

Gli investimenti dei venture capitalist nel segmento delle auto a guida autonoma nel primo trimestre del 2020 a livello globale hanno toccato il record di 3,4 miliardi di dollari (793 milioni nello stesso periodo del 2019).

Andamento attività venture capital nelle auto a guida autonoma
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Mobilità di persone e merci
La crisi innescata dal Coronavirus ha fatto emergere l’importanza di società della mobilità dedicate alle consegne, sia alle persone che alle aziende. “Molte aziende che prima si concentravano sugli spostamenti delle persone, come i produttori di bici e scooter elettrici, ora si stanno occupando anche di servizi di consegna”, dice l’analista. “Altre, invece, si sono concentrate sugli spostamenti delle persone che lavorano nelle attività essenziali”.

Gli investimenti dei venture capitalist nel segmento chiamato last mile delivery (la consegna al domicilio dei privati o delle aziende) nel primo trimestre hanno raggiunto i 5,3 miliardi di dollari con un progresso del 62,35% rispetto allo stesso periodo del 2019 e del 128% nei confronti dell’ultimo quarter dell’anno scorso.

Attività dei venture capitalist nel last mile delivery
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Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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