A caccia di Alpha tra le utility

Secondo uno studio di Sustainalytics le trasformazioni in atto all’interno del settore creeranno le condizioni per aggiungere valore in portafoglio attraverso uno giusto stock picking. Terna è fra la società meglio posizionata per fronteggiare le prossime sfide economiche e in tema di sostenibilità.

Francesco Lavecchia 04/06/2020 | 10:15
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Anche le utility non sono più quelle di una volta. Fino a poco tempo erano considerate dagli investitori una valida opzione per giocare in difesa poiché la forte regolamentazione del mercato da parte delle autorità garantiva flussi di cassa prevedibili e solidi margini di profitto, e permetteva alle aziende di staccare cedole generose per i loro azionisti. Questo stereotipo, secondo una ricerca di Sustainalytics, sta tuttavia cambiando per effetto di tre driver di lungo periodo: le nuove dinamiche della domanda globale di energia, l’innovazione tecnologica e il cambiamento climatico. “Non tutte le società saranno in grado di superare con successo questa trasformazione, e questo creerà le condizioni per generare alpha in portafoglio attraverso il picking nel settore utility. Tra le società meglio posizionate, tra quelle coperte dalla nostra analisi, troviamo l’italiana Terna Rete Elettrica Nazionale”, dice Doug Morrow, Direttore della ricerca tematica di Sustainalytics.

Le nuove sfide del settore
Relativamente alle dinamiche della domanda globale di energia, i dati dimostrano come la crescita dei consumi nei paesi sviluppati sia piatta, mentre quella dei paesi emergenti continui a salire. E questo a causa del diverso grado di sviluppo delle economie e della maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse da parte delle regioni più progredite. Questo trend avrà forti ripercussioni sulle utility dell’energia e in particolare su quelle che utilizzano fonti fossili per la produzione, per le quali il calo della domanda si tradurrà in una contrazione dei margini di profitto, ma in generale costringerà tutte le società del settore attive nei paesi sviluppati ad innovare la loro offerta di prodotti e servizi.

Le utility, infatti, devono fare i conti anche con il tramonto del modello di business tradizionale, che prevede la produzione di energia su larga scala e la distribuzione diretta ai consumatori. Questo perché lo sviluppo e la diffusione di sistemi fotovoltaici ha permesso ai privati di produrre autonomamente energia e di distribuirla attraverso una rete gestita da terzi e di fatto ha aumentato la concorrenza per le utility che ora hanno la necessità di abbassare i prezzi per essere competitive sul mercato. Per questo motivo molte aziende stanno diversificando la loro offerta inserendo ad esempio servizi per la gestione efficiente dei consumi di energia.

Il terzo fattore è legato alle implicazioni economiche del cambiamento climatico. Al fine di limitare l’impatto sull’ambiente, molti paesi sono ricorsi a fissare dei limiti alle emissioni di gas serra e a uno schema di prezzi e di scambio di quote di CO2 (in Europa l’Emission Trading System). Il comparto delle utility dell’energia è il più coinvolto, data l’elevata quota di emissioni prodotta dalle loro centrali, e l’impatto sui conti aziendali di questa regolamentazione dipenderà, dicono gli analisti, dal paese in cui si opera e dal modo in cui si produce energia.

Le sfide relative alla sostenibilità
Le utility devono fronteggiare anche importanti sfide sul fronte della sostenibilità. Gli analisti di Sustainalytics individuano due temi di primaria importanza per via del loro impatto sugli stakeholders delle società e sul loro modello di business: quello dell’ambiente e delle relazioni con le comunità.

Il primo è sicuramente il più intuitivo. La produzione di energia, specie da fonti fossili, è responsabile per una quota molto elevata delle emissioni totali di gas serra nell’atmosfera e di altre sostanze inquinanti di scarico. A questo si aggiungono le problematiche legate alla necessità di attingere a elevare risorse idriche, soprattutto nel caso degli impianti termoelettrici, e all’impatto che le acque di scarico possono avere sulla biodiversità. Le ripercussioni sul lato economico, in questo caso, riguardano i costi che le utility devono sostenere per garantire il rispetto delle normative ambientali, gli eventuali danni reputazionali nel caso di infrazioni o di danni alle comunità locali e addirittura la chiusura o la svalutazione di alcune attività a causa di cambiamenti delle politiche energetiche nazionali (come nel caso della chiusura delle centrali nucleari in Germania) o delle condizioni di mercato (come la variazione del prezzo delle materie prime).

Il secondo tema è quello relativo alla gestione dei rapporti con le comunità locali. Il business delle utility necessita di infrastrutture e impianti che durino a lungo nel tempo, ma la cui costruzione e successivo funzionamento possono produrre effetti sociali ed ambientali significativi. Si pensi alle centrali di produzione di energia, le dighe, le stazioni di conversione, le reti fognarie e gli impianti di smaltimento dei rifiuti. Il loro impatto sul benessere delle comunità può agire su più livelli: dai danni alla salute a quelli sull’ambiente, dalla svalutazione di alcuni asset come le abitazioni alla necessità di trasferirsi in un’altra località. Le ripercussioni economiche, in questo caso, sono legate al verificarsi di incidenti che hanno conseguenze sulla salute e sull’ecosistema delle comunità, o ai costi relativi al mancato coinvolgimento delle popolazioni locali nella costruzione delle opere come le spese aggiuntive a causa di possibili contenziosi legali.

Le società a cui guardare con interesse
Tra le utility dell’energia coperte dall’analisi di Sustainalytics, Terna presenta il più basso ESG Risk Rating (pari a 14.3 su 100, report aggiornato al 29 aprile 2020). Anche  l’azienda italiana è esposta ai rischi ambientali e sociali tipici del settore ma, dicono gli analisti, riesce a gestirli meglio rispetto ai competitor grazie a un’eccellente corporate governance. La società, aggiungono, si è dotata infatti di un comitato direttivo per la sostenibilità, all’interno del quale c’è anche il Presidente dell’azienda, e di una unità di Corporate Social Responsability all'interno del dipartimento Relazioni esterne che lavora con varie divisioni all'interno dell'azienda. Inoltre, la remunerazione dei dirigenti è legata agli obiettivi di performance ESG e la società è conosciuta per la sua disciplina nella revisione contabile e finanziaria.

 

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Terna SpA7,75 EUR-0,21

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Francesco Lavecchia

Francesco Lavecchia  è Research Editor di Morningstar in Italia

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