Il programma di sviluppo delle Nazioni Unite ha utilizzato gli insegnamenti di Richard H. Thaler, premio Nobel per l’economia nel 2017, per rispondere all’epidemia di Covid-19 in alcune regioni del mondo. Il concetto-chiave è quello della “spinta gentile” o pungolo (in inglese nudges), ossia di quelle strategie che possono cambiare il processo con il quale le persone arrivano a prendere delle decisioni in modo da spingerle a fare scelte migliori.
Ad esempio, se sistemo un erogatore di igienizzante all’ingresso di un negozio con un cartello visibile, incentivo i clienti a lavarsi le mani prima di toccare la merce, riducendo le probabilità di contagio. Oppure, come è accaduto recentemente in Sudan, se comprendo i comportamenti di acquisto dei consumatori, posso adottare delle pratiche per evitare che i supermercati vengano svuotati per la paura di non avere più cibo.
Nella vita quotidiana, così come nelle scelte di investimento, ci possono essere delle distorsioni che ci portano a prendere decisioni sbagliate. Un eccesso di ottimismo può indurci a sottovalutare il rischio di contagio o gli effetti del virus sul nostro portafoglio. Una smodata sicurezza in noi stessi può farci sentire soggetti immuni dal Covid-19, così come dai crolli dei mercati. Per le persone in situazioni economiche precarie, la necessità di andare a lavorare può prevalere su quella di tutelarsi dai pericoli di ammalarsi, perché entra in gioco una distorsione cognitiva che in gergo tecnico si chiama present bias e consiste nel concentrarsi sul breve piuttosto che avere una visione più ampia.
L’economista della gente
Gli insegnamenti di Thaler possono essere applicati tanto alla vita reale quanto alle decisioni finanziarie perché lui è “un economista delle persone”, come lo ha definito John Rekenthaler, editorialista di Morningstar in un articolo pubblicato nell’ottobre del 2017, appena dopo l’assegnazione del Nobel. Per lui le idee valgono poco se non sono applicate alla gente: cosa fa? Perché si comporta in quel modo? Cosa si può fare per migliorare il risultato?
“Per condurre correttamente le sue ricerche, deve conoscere le persone il più possibile e influenzarle in modo che implementino le sue idee”, scrive Rekenthaler. “Gli economisti sono solitamente considerati senza sentimenti, distaccati da noi. Thaler non lo è. Ha bisogno della gente per le sue ricerche”.
Non siamo perfetti e razionali
Thaler, così come Daniel Kahneman, anch’esso premio Nobel (2002), ha studiato per decenni il lato irrazionale delle decisioni finanziarie. A differenza della teoria economica classica che ci considera esseri razionali che agiamo sempre nel nostro miglior interesse, Thaler sostiene che spesso ci comportiamo in modo sbagliato, il che è documentato da numerosi studi suoi e dei predecessori.
Le persone tendono ad essere impulsive e a non fare particolari analisi quando si tratta di gestire i loro soldi, prendendo decisioni sbagliate. Ad esempio, Thaler ha scoperto che nel pagare i conti di diverse carte di credito si tende a liquidare subito quello più alto, non quello con il maggiore tasso di finanziamento, che quindi diventerà sempre più oneroso con il passare del tempo.
Molti errori derivano dal fatto che la nostra mente è collegata alle emozioni, quindi le nostre decisioni in campo finanziario non sono prese in modo del tutto razionale. La paura di perdere soldi è molto più potente della gioia che proviamo nel guadagnarli. Allo stesso modo, siamo spesso convinti che la nostra decisione sia quella giusta, ad esempio quando vendiamo i titoli in pieno crollo delle Borse.
Abitudini e opzioni di default
Nella nostra vita, così come negli investimenti, tendiamo ad essere molto abitudinari, ossia a fare qualcosa senza alcun sforzo mentale e non sono solo delle semplici informazioni a farci cambiare idea. Allo stesso tempo, abbiamo una forte predisposizione ad adeguarci allo status quo, come le opzioni di default di un cellulare, soprattutto quando è molto sofisticato.
La teoria dei nudge, pubblicata nel 2009 nel libro Nudge: La spinta gentile. La nuova strategia per migliorare le nostre decisioni su denaro, salute, felicità, da Thaler e Cass R. Sunstein, mostra che su questo “potere dell’inerzia” si può fare leva per produrre comportamenti migliori. Quando c’è stato il primo caso di Covid-19 in un ospedale irlandese, la struttura ha posizionato all’ingresso cartelli di stop che invitavano a lavarsi le mani accuratamente e ha posto del personale a controllo, riscuotendo un grande successo nel contenere i contagi. Dunque, con un semplice gesto “gentile” l’ospedale è riuscito in un’impresa non semplice, quella di cambiare le abitudini.
Questo tipo di strategie, che modificano il comportamento in modo apparentemente insignificante, possono avere un impatto enorme in termini di risultati in molti campi, da quello sociale a quello finanziario. Su quest’ultimo fronte, uno dei casi più noti e di successo delle teorie del premio Nobel e quello dei piani pensionistici americani, denominati 401 (k). In passato, le aziende davano troppe opzioni ai lavoratori: aderire oppure no, scegliere tra una lunga lista di strumenti, ecc.; con il risultato che questi rinunciassero oppure compissero scelte perdenti. Thaler suggerì soluzioni come le iscrizioni automatiche o forme di incremento graduale dei versamenti che hanno aumentato il tasso di risparmio e migliorato i risultati per i sottoscrittori.
Nessuno ha la sfera di cristallo
Con le teorie di finanza comportamentale non possiamo rispondere a domande del tipo: “Quando saremo fuori dal pericolo di contagio o quando cesserà la volatilità sui mercati?”, quesiti, per altro difficili anche per altri scienziati dal momento che nessuno ha la sfera di cristallo. Tuttavia, possiamo incentivare i giusti comportamenti sociali e personali, oltre che finanziari.
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