Il prossimo 17 luglio a Bruxelles si terrà il (molto atteso) Consiglio europeo in cui si discuterà del Recovery Fund, un strumento che attira contemporaneamente speranze e critiche. Non è un segreto che ci sia il blocco dei paesi cosiddetti “frugali” (Olanda, Svezia, Finlandia e Austria) piuttosto scettici, per non dire contrari. Cosa aspettarsi?
L’Italia dovrebbe essere il maggior beneficiario del Recovery Fund, si è parlato 173 miliardi stanziati per lo Stato italiano, di cui 81 a fondo perduto. Concentrandoci su questi ultimi, qualcuno sostiene che detta così potrebbe addirittura sembrare un regalo. Sono davvero dei soldi che non dovremo mai restituire?
L’Italia dovrebbe accedere al Mes (il famoso Meccanismo europeo di stabilità, detto anche fondo salva Stati)? Come mai questo strumento resta molto impopolare anche in altri paesi?
Infine, il FMI ha aggiornato pochi giorni fa le proprie previsioni economiche. I risultati sono tutt’altro che rassicuranti. Quanto tempo ci vorrà per lasciarsi questa crisi alle spalle e qual è strada maestra da seguire per farlo il prima possibile?
Ne abbiamo discusso con Riccardo Puglisi, docente di Economia pubblica all’Università degli Studi di Pavia.
L’intervista è stata registrata in data 30 giugno 2020.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.