L’Europa va verso la normalità?

I segnali che arrivano da Germania e Italia, dicono gli analisti di DBRS Morningstar, sono incoraggianti. Il Pil, aggiungono, tornerà in territorio positivo a partire dal 2021. Ma molto dipenderà da quanto verranno allentate le misure di contenimento. 

Marco Caprotti 13/07/2020 | 09:18
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L’economia europea può sperare di tornare a camminare normalmente dopo le spallate che ha preso dalla pandemia di Coronavirus? “Ci sono segnali positivi in questo senso”, dice Gordon Kerr, Senior vice president di DBRS Morningstar. “Bisogna comunque tenere conto che, in generale, ci saranno dei vinti e dei vincitori, considerando che alcune economie sono state più colpite di altre”.

Uno dei primi segnali che fanno ben sperare è arrivato con i numeri della produzione industriale tedesca comunicati il 7 luglio che, per giugno, mostrano un progresso del 7,8% rispetto al mese precedente. Ad aprile c’era stato un calo del 25% rispetto allo stesso periodo del 2019. “Va però considerato che il dato di maggio è ancora inferiore del 19% rispetto a quello dello stesso mese dell’anno scorso”, dice Kerr. “Ci sono comunque altri numeri che danno indicazioni di un possibile recupero. Ad esempio le vendite al dettaglio in Italia, uno dei paesi più colpiti dalla pandemia”.

Vendite al dettaglio in Italia
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Il dato di maggio parla di un progresso rispetto al mese precedente del 24,3%. Il risultato è arrivato dopo due mesi pesanti (-21,2% a marzo e -10,7% ad aprile). “C’è la speranza che giugno mostri segnali di un andamento simile, a mano a mano che si esce dalla pandemia e dai suoi effetti collaterali”, dice Kerr.

Per quanto riguarda le previsioni sull’andamento del Pil, gli analisti di DBRS Morningstar guardano a uno scenario che definiscono “moderato” in cui i paesi europei (e non solo) dopo una crescita caratterizzata dal segno meno nel 2020, inizieranno a vedere il segno più a partire dal 2021 e nel 2022 (tabella sotto).

Andamento Pil
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Fonte: DBRS Morningstar

Lo scenario moderato dà per scontato che ci siano stati dei buoni risultati dal punto di vista sanitario nel secondo trimestre dovuti al successo delle misure di contenimento. Questi porteranno a un graduale rilassamento delle misure restrittive, permettendo a molte economie un graduale recupero nel corso del terzo quarter.

“La Francia e l’Europa del sud sono fra le regioni che hanno avuto i focolai di Covid-19 peggiori e questo ha portato a politiche di contenimento più aggressive con conseguenti forti perdite, dal punto di vista economico, di produttività”, dice Thomas R. Torgerson, Managing director, di DBRS Morningstar. “Se l’allentamento delle misure di distanziamento sociale dovesse essere troppo lento, le economie che dipendono maggiormente dal settore dei trasporti, da quello dell’hospitality o da altri servizi utilizzati dalle persone vedrebbero una ripresa economica più lenta di quella originariamente attesa”.

Un occhio ai bond (anche green)
Mentre si aggrappano alle misure messe in campo dalla Banca centrale europea,  gli investitori buttano un occhio anche decisioni dei governi europei per far fronte agli effetti economici della pandemia. Fra queste ci sono pure le emissioni obbligazionarie.

In Italia l’ultima carta govermment è il BTP Futura, un bond decennale dedicato alla clientela retail. All’emissione è legato un meccanismo chiamato step-up, teso a premiare gli investitori che lo terranno fino a scadenza. Il BTP prevede una cedola annuale dell’1,15% per i primi quattro anni che salirà all’1,30% dal quinto al settimo per poi passare all’1,45%.

“Il tasso minimo garantito di questo decennale non è così generoso se si considerano le ultime emissioni italiane”, spiega un report di Marzotto Sim. “Dall’emergenza sanitaria infatti ci sono stati nuovi titoli offerti dal Tesoro con premi di rendimento irrinunciabili. Il primo è stato un quinquennale che garantiva oltre 20 punti base di premio e che ha segnato la svolta dell’andamento della curva sovrana. Poi è stata la volta del BTP Italia e del decennale da record”. L’aspetto che potrebbe salvare il rendimento del titolo è il premio fedeltà che è legato, però, alla crescita media del Pil italiano nei 10 anni di vita del bond.

Gli altri paesi della regione non sono stati fermi. Di recente, ad esempio, il Portogallo ha emesso un bond a 15 anni pensato per gli investitori retail con cedola dello 0,9%.

La Germania, invece, si muove con i green bond. La prima emissione arriverà a settembre e sarà una gemella del Bund a 10 anni (stessa scadenza e medesima cedola). Nel corso quarto trimestre, è prevista una seconda emissione, pare con scadenza a cinque anni. In totale le emissioni sovrane verdi tedesche saranno comprese in una forchetta che va dagli otto miliardi ai 12 miliardi di euro.

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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