Il mercato americano è troppo esuberante? E’ vero che l’indice Morningstar US Market nell’ultimo mese (fino al 15 luglio e calcolato in euro) ha registrato un progresso dell’1,3%, sostanzialmente in linea con quello del paniere Global. Allargando lo sguardo alla performance da inizio anno, tuttavia, si nota come il primo abbia perso l’1,5%, mentre il secondo si sia lasciato per strada il 5%.
Grafico: Indici Morningstar US Market e Global Markets a confronto da inizio anno
Dati in euro aggiornati al 15 luglio 2020
Fonte: Morningstar Direct
Un divario che risalta maggiormente se si considera che gli Stati Uniti sono ancora in piena emergenza Coronavirus, mentre altre parti del mondo hanno già allentato le misure di distanziamento sociale.
“Il rimbalzo secondo noi è giustificato alla luce delle nostre previsioni sul recupero dell’economia Usa”, spiega Preston Caldwell, analista di Morningstar. “Ci aspettiamo che il Prodotto interno lordo (Pil) Usa cali del 5,1% nel 2020, per poi risalire nel 2021 e continuare la crescita nel corso degli anni seguenti. Entro il 2024 prevediamo che il Pil sarà solo dell’1% inferiore alle nostre stime fatte prima della pandemia” (vedi grafico sotto)
Grafico: Previsioni Pil Usa a confronto
La ripresa è già iniziata?
La previsione di Morningstar concorda con quella del consensus degli analisti quando si parla di un secondo trimestre per il Pil Usa molto negativo. “Tuttavia noi ci aspettiamo una ripresa molto più veloce”, dice Caldwell. “Anche se il distanziamento sociale peserà molto su alcune industrie, crediamo che il resto dell’economia possa riprendersi bene nel corso del secondo semestre del 2020. Le vendite al dettaglio, l’occupazione e altri indicatori ci dicono anzi che il recupero è già iniziato. In particolare, ci aspettiamo che la disponibilità di un vaccino eliminerà gli effetti diretti del Coronavirus sulla congiuntura Usa e su quella globale a partire dalla metà del 2021”.
Secondo l’analista un elemento importante che gli investitori devono considerare è quale impatto di lungo termine avrà la pandemia sull’economia. “Le nostre analisi mostrano che le valutazioni delle azioni, di solito, sono più sensibili agli effetti di lungo termine sulla crescita rispetto a quelli di breve periodo”, dice Caldwell. “Abbiamo studiato la storia delle recessioni globali per avere indicazioni su quali possono essere gli effetti del Coronavirus e abbiamo scoperto che molte delle fasi di crisi non hanno avuto un impatto di lungo periodo sull’economia. Quando lo hanno avuto (come ad esempio dopo la Grande depressione e la Grande recessione), è stato a causa di continui errori di politica economica”.
Nel caso della pandemia da Coronavirus, secondo l’analista, la risposta degli Stati Uniti è stata “impressive”, soprattutto grazie allo stimolo fiscale più grande della storia.
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