Quanto è credibile l’impegno delle compagnie petrolifere nel centrare l’obiettivo “zero-emissioni” entro il 2050? La legge europea sul clima, proposta dalla Commissione europea nel marzo scorso, ha come obiettivo giuridicamente vincolante l’azzeramento delle emissioni nette di gas serra entro il 2050. Questo significa un cambiamento radicale dell'economia che prevede l’eliminazione dei combustibili fossili e di altre fonti di emissioni e, dove questo non sia possibile, la compensazione di ogni tonnellata di CO2 dispersa.
Il settore energetico è tra i maggiori responsabili della produzione di gas serra nell’atmosfera e molte società del Vecchio continente come BP, Shell, Total, ed Eni hanno annunciato politiche ambiziose per raggiungere il target entro i tempi stabiliti. Tuttavia, dicono gli analisti di Sustainalytics, questo impegno viene interpretato in modi molto diversi dalle aziende, cosa che complica la comprensione delle strategie adottate, ed è in forte contraddizione con gli investimenti pianificati in nuovi progetti di esplorazione e produzione di combustibili fossili.
Come valutare gli impegni delle compagnie energetiche?
“A nostro avviso le strategie di decarbonizzazione annunciate dalle aziende, per essere davvero credibili, dovrebbero:
- Includere un impegno a raggiungere un obiettivo di lungo termine nella riduzione delle emissioni di carbonio;
- Essere coerenti con l’obiettivo di stabilità climatica di contenimento del riscaldamento del clima.
- Essere supportate da pratiche di riduzione comprovate dalla scienza
Tuttavia, quando si parla di decarbonizzazione ed emissioni zero le interpretazioni date dalle aziende variano non solo da settore a settore, ma anche all’interno dello stesso comparto. Dalla revisione delle politiche di riduzione delle emissioni di carbonio delle maggiori compagnie energetiche a livello globale sembra che ci sia ancora molta confusione sull’argomento e che agli annunci non faccia sempre seguito l’impegno nel perseguire gli obiettivi”, dice Jonathon Smith, analista di Sustainalytics
I dati riportati dalla ricerca pubblicata nel Blog di Sustaninalytics (Figura 1) mostrano come solo il 36% delle compagnie energetiche prenda in considerazione tutte le emissioni nella formulazione degli obiettivi e coinvolga tutte le attività del suo business nel raggiungimento degli stessi. Inoltre, la maggior parte delle aziende prevede aumenti negli investimenti in ricerca e sviluppo con particolare attenzione alle energie rinnovabili, alle tecnologie per la cattura del carbonio. Ma in meno del 10% dei casi dimostrano come questa spesa sia coerente con il raggiungimento della riduzione delle emissioni.
Figura 1: Gli impegni delle compagnie energetiche sulla riduzione delle emissioni di CO2
Prova della mancanza di volontà nel perseguire seriamente una strategia di decarbonizzazione da parte delle compagnie petrolifere sono i loro piani di investimenti per i prossimi cinque anni. In base ai dati raccolti da Sustainalytics, solo 17,5 miliardi di dollari saranno destinati complessivamente alle energie rinnovabili, mentre 165 miliardi verranno impiegati per lo sviluppo di nuovi progetti per la produzione di petrolio e gas.
Le aziende che mantengono le promesse
Individuare le compagnie energetiche che sono seriamente impegnate in una strategia di decarbonizzazione è utile anche e soprattutto per gli investitori. Le pressioni sul prezzo del petrolio, infatti, rischiano di rendere questi progetti di esplorazione poco redditizi, costringendo le società a svalutare gli asset. Il che significa una perdita di valore per gli azionisti.
“In base alle nostre ricerche possiamo dire che le società che si impegnano seriamente ad adottare una politica di emissioni zero sono quelle che mostrano una miglior gestione complessiva del rischio legato alla transizione dal carbonio, che già ora presentano attività a più bassa intensità di CO2 rispetto ai competitor e che ogni anno registrano una progressiva riduzione delle loro emissioni. Queste politiche, però, per essere davvero efficaci devono essere accompagnate da una riallocazione del capitale che premi le energie rinnovabili”, conclude Smith.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.