Nei mercati di frontiera sta tornando la paura? Nell’ultimo mese (fino al 28 luglio e calcolata in euro), la categoria Morningstar dedicata ai fondi che investono nei mercati non ancora emergenti ha perso il 5%, portando a -21,7% la performance da inizio anno (+11,4% nel 2019). Eppure nel secondo trimestre dell’anno il segmento ha guadagnato poco più del 15%, sulla scia della ripresa che si era vista nei mercati mondiali dopo le tubolenze arrivate con la pandemia di Coronavirus.
Andamento categoria Morningstar Frontier market da inizio anno
Dati in euro aggiornati al 28 luglio 2020
Fonte: Morningstar Direct
Va detto, però, che i mercati di frontiera sono un asset estremamente eterogeneo che, per sua natura, presenta profili di rischio maggiori rispetto ai paesi emergenti. Le differenze fra le varie aree che formano i frontier si vedono anche nella risposta all’emergenza Covid e alle implicazioni che questa può avere sul loro futuro economico e finanziario.
Attenti all’Africa
Una regione che, in questo senso, viene seguita con una certa appresione è l’Africa. Il Fondo monetario internazionale per la zona sub-sahariana del Continente nero per il 2020 prevede una contrazione del Pil dell’1,6% rispetto alla crescita del 3,1% registrata nel 2019. “Ma c’è il rischio che l’espandersi del Coronavirus possa arrivare a livelli ingestibili, anche a causa delle caratterstiche peculiari dell’area”, spiega Danesh Ranchhod, vice president di Franklin Templeton Emerging Markets Equity. “Le opportunità di impiego, ad esempio, stanno portando a grandi spostamenti dalle aree rurali. Ma la natura delle condizioni di vita in cui si trovano le persone rende praticamente impossibile praticare forme di distanziamento sociale quando un governo ordina un lockdown”.
C’è poi la questione sanitaria. “Gli ospedali in molte parti dell’Africa non sono equipaggiati per far fronte a questa emergenza e gli scarsi mezzi a disposizione dei laboratori rendono impossibile avere un quadro preciso sullo sviluppo dell’infezione”, dice Ranchhod.
Anche il fronte economico è un aspetto molto sensibile. “Nei paesi sviluppati e in molte parti dell’Asia i governi hanno annunciato programmi fiscali che sono arrivati anche al 10% del Pil e che spesso hanno superato quelli messi in campo durante la crisi finanziaria globale”, dice Ranchhod. “E’ impensabile, alla luce delle condizioni in cui molti paesi africani versano, che lì si possa fare lo stesso”. Il risultato, secondo il vice president di Franklin Templeton è che un lungo lockdown in quell’area avrebbe un impatto più pesante rispetto a quello visto nel resto del mondo.
Radar sul Vietnam
Una situazione completamente diversa presenta il Vietnam, dove le autorità hanno agito rapidamente in risposta alla diffusione del virus. Il primo caso è stato registrato a gennaio e da inizio febbraio sono state adottate restrizioni sugli spostamenti e misure di distanziamento sociale.
Il risultato, secondo le analisi della Oxfod University, è che non ci sono state vittime per Coronavirus e il tasso di contagio sembra essere sotto controllo (dati aggiornati al 16 giugno 2020).
Come molti altri paesi, anche il governo vietnamita ha introdotto un pacchetto di stimoli fiscali, pari al 3,6% del Pil. “Il Vietnam ha gestito abbastanza bene la pandemia sul fronte sanitario e sociale. Tuttavia il suo mercato azionario e l’economia hanno sofferto, dato che la crescita domestica è profondamente legata ai mercati globali”, spiega Oliver Bell, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV - Frontier Markets Equity. “Ci aspettiamo che il contesto economico resti resiliente e che il Vietnam riesca a evitare una recessione. Le ultime stime sul Pil per il 2020 sono comprese tra il 2,7% e il 4,8%, con una ripresa più solida nel 2021”.
Nella tabella in basso sono elencati, in ordine alfabetico, i fondi della categoria Morningstar Frontier Markets con la loro esposizione netta all’azionario Vietnam.
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