Andare a caccia di dividendi è diventato difficile. La pandemia globale di Coronavirus ha costretto molte società a ridurre, sospendere o eliminare una regolare resa di valore agli azionisti. In alcuni casi si è trattato di una scelta autoimposta, mentre in altri l’indicazione è arrivata dai regolatori.
Questo non significa che per gli investitori a caccia di income tutto sia perduto. “A volte basta cercare in maniera approfondita”, spiega Dan Leftkovitz, strategist di Morningstar. “Secondo le nostre analisi, la maggior parte dei tagli di dividendi che si sono verificati negli Usa si sono concentrati nel settore dei beni di consumo ciclici, fra le aziende legate al segmento oil & gas e tra le small cap. Le molte società che continuano a pagare i dividendi o ad aumentarli non fanno notizia. Anche se grandi nomi come Zoom e Tesla non distribuiscono la cedola, nel mercato in questo periodo c’è un mucchio di income da trovare”.
Investire nelle società che fanno crescere il dividendo non significa cercare di massimizzare il rendimento che si vuole intascare. Chi usa questa strategia lo fa per difendersi dall’inflazione, ma anche per andare alla ricerca di aziende i cui fondamentali stanno migliorando. Le società che aumentano il payout, infatti, tendono ad essere più competitive delle altre.
Due indici sui dividendi
Per seguire le aziende che aumentano i dividendi con una certa regolarità negli Usa si può monitorare l’indice Morningstar US Dividend Growth. Per chi preferisce una visione senza confini c’è il paniere Global ex-US Dividend Growth.
Entrambi raccolgo le società che hanno aumentato il payout negli ultimi cinque anni e che potrebbero farlo anche in futuro. I basket escludono le aziende che distribuiscono più del 75% degli utili in dividendi. Una percentuale che potrebbe rendere complicato in futuro aumentarli ancora. Vengono anche eliminate le società che potrebbero dimostrarsi una trappola di valore o che hanno annunciato la sospensione o la cancellazione delle cedole. Ogni trimestre questi panieri sono ribilanciati, in maniera che corrispondano a tutte queste caratteristiche.
“Durante l’ultimo ribilanciamento effettuato a giugno, dall’indice Usa sono stati eliminate 27 società, mentre da quello globale ne sono state rimosse 12”, dice Leftkovitz. “Non soprende che la maggior parte dei nomi eliminati sia nel settore dei beni di consumo ciclici, quello più colpito dalle misure di lockdown e dal rallentamento dell’economia. Il calo della domanda ha anche avuto conseguenze sulle aziende dei materiali di base”.
La buona notizia è che la maggior parte delle 478 società che formano il paniere US e delle 721 che fanno parte dell’indice Global, almeno fino a maggio continuavano ad avere i requisiti per far parte dei basket.
Dove guardare per cercare dividendi in crescita
-Entrambi i panieri hanno una forte esposizione al settore finanziario, sia attraverso banche come J.P.Morgan e Toronto-Dominion Bank, ma anche grazie a società del segmento pagamenti come Visa e Mastercard.
-Gli indici sovrappesano il settore dei beni di consumo difensivi con società come Procter & Gamble (negli Usa) o Danone (ex-US).
-Fra i titoli growth americani ci sono Microsoft e Cisco. Tra quelli del resto del mondo compaiono Taiwan Semiconductor e SAP. Da tempo, peraltro, le società innovative sono fra quelle che pagano i dividendi più interessanti.
Nella tabella in basso è rappresentata l’esposizione settoriale dell’Indice Morningstar US Dividend Growth a confronto con quella del paniere Morningstar US Large-Mid cap.
Esposizione settoriale indice Morningstar US Dividend Growth
Dati al 30 giugno 2020
Fonte: Morningstar Direct
Nella tabella in basso è rappresentata l’esposizione settoriale dell’Indice Morningstar Global ex-US Dividend Growth a confronto con quella del paniere Morningstar Global ex-US Large-Mid cap.
Esposizione settoriale Morningstar Global ex-US Large-Mid cap
Dati al 30 giugno 2020
Fonte: Morningstar Direct
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