Nonostante gli analisti di Morningstar non riconoscano a Solvay una posizione di vantaggio all’interno del settore (Economic moat), a causa dell'elevata intensità di capitale che continua a pesare sulla redditività del gruppo, ci sono numerosi fattori che giocano a favore dell’azienda belga. “Oltre al prezzo conveniente, (dopo il -23% registrato da inizio anno il titolo è scambiato al momento a un tasso di sconto del 20% rispetto al fair value di 91 euro), l’azienda belga ha un portafoglio molto diversificato per area geografica e per mercati finali”, dice Rob Hales analista azionario di Morningstar (report aggiornato al 29 luglio 2020). “Le vendite sono suddivise in modo abbastanza uniforme tra Europa, Nord America e Asia, circa il 70% del reddito operativo è diviso in parti uguali tra i segmenti materiali e prodotti chimici, mentre la parte restante è rappresentata da quello relativo alle soluzioni. I materiali sono il business più interessante sia da un punto di vista della profittabilità che della crescita, ma Solvay è leader globale nella produzione di sostanze chimiche come il carbonato di sodio e i perossidi. Inoltre, il gruppo belga ha un forte posizionamento anche nel mercato dei compositi aerospaziali ed è destinata a trarre vantaggio di alcuni macrotrend come l'aumento della ricchezza nei mercati emergenti e la crescente domanda di prodotti e soluzioni ad alta efficienza energetica”.
BASF
E’ la più grande azienda chimica del mondo e compete in quasi tutte le principali categorie di prodotto. Circa la metà delle vendite viene generata in Europa, anche se gli investimenti si concentrano in gran parte sui mercati emergenti a crescita più elevata, e i mercati finali sono ampiamente diversificati tra i settori industria, energia, trasporti, beni di consumo e agricoltura. “L’azienda tedesca è entrata recentemente nel settore delle sementi attraverso l’acquisizione delle attività cedute da Monsanto nell’ottica dell’operazione di fusione con Bayer e sebbene non siano previste sinergie di costo riteniamo che BASF abbia colto con successo una rara opportunità di acquisire massa critica nell'attraente mercato dei semi”, dice Hales.
“I conti del 2020 di BASF hanno risentito fortemente della recessione globale innescata dall’epidemia da Coronavirus. Per questa ragione abbiamo tagliato la stima del fair value da 70 a 63 euro, anche se abbiamo mantenuto le nostre previsioni di lungo periodo. Il gruppo tedesco sta progressivamente migrando il suo portafoglio prodotti verso l’offerta di sostanze chimiche specialistiche e soluzioni ritagliate sulle esigenze dei clienti. Inoltre, ha varato un piano di taglio dei costi per 2 miliardi di euro entro il 2021. Questi due elementi, insieme all’opera di razionalizzazione dei costi, dovrebbero garantire il mantenimento di una profittabilità superiore alla media anche in futuro” (report aggiornato al 26 febbraio).
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