Holly Black: Benvenuti. Sono Holly Black. Qui con me c’è Dan Lefkovitz, strategist di Morningstar. Buongiorno.
Dan Lefkovitz: Buongiorno, Holly.
Black: I dividendi hanno occupato i pensieri di molti investitori quest’anno, soprattutto perché continuano a essere tagliati. Ma tu Dan hai fatto qualche ricerca e sostieni che non è un brutto momento per essere un investitore “income”, dopotutto.
Lefkovitz: Sai, Holly, è stato innegabilmente un anno difficile per gli investitori azionari orientitati ai dividendi di tutto il mondo. Abbiamo visto alcuni grandi nomi tagliare i loro dividendi. La Royal Dutch Shell ha abbassato il pagamento dei dividendi per la prima volta dalla seconda guerra mondiale. In Australia, tre delle quattro grandi banche hanno tagliato i dividendi; lo stesso vale per alcune blue chip nel mercato statunitense come Disney e Boeing. Ma allo stesso tempo molte aziende li hanno mantenuti, e questo non fa notizia. Le cattive notizie sono sempre una storia migliore delle buone notizie.
Se guardiamo ai mercati azionari a livello globale, vediamo molti stacchi di cedole agli azionisti, spesso sostenibili e anche in aumento. La contrazione è stata avvertita in modo più acuto nei settori più esposti alle chiusure legate alla pandemia e ai rallentamenti economici, quindi viaggi e tempo libero, compagnie aeree, beni di consumo discrezionali, petrolio, gas e materiali di base sono stati duramente colpiti dai tagli dei dividendi. Nel mercato statunitense, le small cap hanno particolarmente sofferto.
Black: Tu gestisci gli indici Morningstar che scelgono specificamente le società che stanno ancora aumentando i loro dividendi. Quindi se tagliano, sono fuori. Occorre dunque essere pienamente consapevole di quali aree sono più resilienti. Quali settori stanno reggendo meglio quest’anno?
Lefkovitz: Quando abbiamo ribilanciato l’indice a giugno, ci sono stati effettivamente alcuni titoli che hanno dovuto essere rimossi da questi indici perché le società hanno indicato sospensioni dei dividendi, principalmente nelle aree che ho citato. Ma non è stato un grande sconvolgimento. Il turnover non è stato eccessivo e ci sono sicuramente molte aree in cui stiamo riscontrando buoni risultati.
Indicherei i beni di consumo di base anziché i beni di consumo discrezionali, quindi nomi più difensivi come Procter & Gamble e Costco, Nestlé e Danone e Kao in Giappone. Salute e tecnologia non sono due aree note per essere ricche di dividendi, ma tra i Big Pharma vediamo alcuni buoni dividendi, come Bristol Myers, Sanofi, Novartis, e tra i tecnologici troviamo Microsoft e Cisco, ASML, SAP, Taiwan Semi. Nel comparto beni industriali ci sono 3M e ABB. E poi i finanziari, un'area in cui abbiamo assistito a numerosi tagli ai dividendi, molti dei quali imposti dalle autorità di regolamentazione come condizione di aiuto. I nostri indici sui dividendi sembrano favorire le banche canadesi, JPMorgan, le società di carte di credito come Visa e Mastercard. Tutte queste società che sto citando sono quelle che gli analisti azionari di Morningstar ritengono abbiano l’Economic moat e vantaggi competitivi sostenibili che dovrebbero consentire loro di giustificare la redditività e i dividendi.
Black: In effetti quando lo dici in questo modo ed elenchi tutte quelle società, non suona poi così male. Quindi, per tutti gli investitori che sono ancora in preda al panico per i tagli ai dividendi, quali consigli daresti loro?
Lefkovitz: Ebbene, io sarei diffidente nei confronti dei titoli con i più alti dividendi sul mercato. Quelle sono spesso aziende in difficoltà finanziarie, in molti casi rappresentano “trappole dei dividendi”. La cedola potrebbe non essere sostenibile e potresti finire per sacrificare il rendimento totale a lungo termine a scapito del reddito a breve termine. E poi, diciamo agli investitori di non rimanere troppo legati alla storia dei dividendi. Come ci ha mostrato Shell quest’anno, un track record di decenni può comunque portarti a una situazione senza stacchi di cedole. Cerchiamo invece fattori che riteniamo predittivi della sostenibilità dei dividendi e della loro crescita in futuro. La crescita dei dividendi può essere il segno di fondamentali aziendali sani e in miglioramento.
Black: Esatto, non importa se una società ha pagato un dividendo per 50 anni; non è successo quest'anno, quindi bisogna trovarne una che lo faccia. E tu hai scoperto che ce ne sono molte che lo fanno, in realtà.
Lefkovitz: Giusto.
Black: Dan, grazie mille. Per Morningstar, Holly Black, grazie per l’attenzione.
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