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Perché l’Europa domina nelle strategie passive sostenibili

E’ il mercato più maturo. Importante il ruolo degli investitori istituzionali. Il Vecchio continente è anche un laboratorio di innovazione dei prodotti.

Sara Silano 14/09/2020 | 11:46
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Mappa Europa

L’Europa è il più grande mercato degli investimenti sostenibili che adottano strategie passive e rappresenta i tre quarti del patrimonio gestito globale, che ammonta a 249,3 miliardi di dollari. A dirlo è il rapporto annuale di Morningstar dal titolo Passive Sustainable Funds: The Global Landscape 2020.

Crescita globale del patrimonio dei fondi sostenibili per regione

Crescita globale del patrimonio dei fondi sostenibili per regione

Le ragioni del primato
Il dominio del Vecchio continente è spiegato da diversi fattori: la maggior maturità degli investimenti sostenibili, il ruolo degli investitori istituzionali, come ad esempio il fondo pensione pubblico scandinavo, e la regolamentazione che va nella direzione di promuovere un sistema economico e finanziario più sostenibile. Alcuni paesi, come la Francia, hanno introdotto una reportistica climatica obbligatoria per gli investitori istituzionali, che li ha spinti ad aumentare l’impegno sulle tematiche ESG (ambientali, sociali e di governance).

Per contro, il più grande mercato di fondi comuni al mondo, quello statunitense, è stato storicamente riluttante ad abbracciare la sostenibilità, anche se recentemente sembra che qualcosa stia cambiando, perché alcuni giganti della gestione passiva hanno pubblicamente inserito in cima alle loro agende l’obiettivo ESG, forzando l’industria nella stessa direzione.

Gli Usa inseguono
I numeri parlano chiaro: mentre in Europa il patrimonio è cresciuto di 2,3 volte negli ultimi tre anni a giugno 2020, negli Stati Uniti gli asset sono quadruplicati. Oggi, l’America ha una quota del 20% del mercato globale delle strategie sostenibili passive, contro il 13% di tre anni fa. Il resto del mondo rappresenta solo il 4% del totale, anche se la quota è in crescita. Alcuni paesi si stanno muovendo con determinazione. In Giappone, ad esempio, il fondo pensione governativo, uno dei più grandi investitori istituzionali del pianeta, ha 52,8 miliardi di dollari in cinque fondi ESG indicizzati, che rappresentano il 3,8% degli asset under management complessivi (dati al 30 marzo 2020).

Nonostante lo sviluppo dei fondi sostenibili passivi, essi continuano a coprire una piccola fetta del segmento degli index fund (12%), i quali a loro volta hanno una quota del 24% del mercato dei fondi a livello globale. Secondo i ricercatori di Morningstar, questi numeri indicano che ci sono ampi margini di crescita.

Le sfide nel reddito fisso
Il mercato è destinato ad evolversi anche nell’offerta. Ancora una volta l’Europa sembra essere un passo avanti perché, oltre a una ampia gamma azionaria, permette agli investitori di scegliere tra 53 strumenti indicizzati obbligazionari contro i 12 presenti negli Stati Uniti. Nel complesso, solo il 9% degli asset dei fondi sostenibili passivi è nel reddito fisso, una percentuale di gran lunga inferiore rispetto a quella degli index fund obbligazionari tradizionali.

Lanci di fondi passivi per anno in Europa

Lanci di fondi passivi per anno in Europa

Le società di gestione si trovano di fronte a due grandi sfide nel reddito fisso. La prima è avere dati di sostenibilità per i bond, la seconda è l’assegnazione di un rating ESG al debito sovrano. In quest’ultimo caso è difficile distinguere tra una valutazione oggettiva e lo sconfinamento in questioni politiche. Il rischio per i grandi asset manager, infatti, è di essere accusati di interferenza nel governo di un paese.

Più scelta
Nel complesso, gli investitori hanno più possibilità di scelta tra i fondi passivi sostenibili di un tempo. Il numero di prodotti è più che triplicato negli ultimi cinque anni (al 20 giugno 2020) a livello globale. Nel 2019 ne erano stati lanciati 98; nel primo semestre di quest’anno 82, nonostante i timori dovuti alla pandemia di Covid-19. E’ probabile che entro fine anno si batta il record precedente. Alcuni debuttanti percorrono nuove vie, come la replica di panieri di aziende che promuovono di più l’equità di genere o l’economia circolare.

Laboratorio Europa
Più della metà delle strategie passive sostenibili è domiciliata in Europa, pari al 76% del patrimonio gestito globale (in termini assoluti, gli asset gestiti in Europa ammontano a 188,8 miliardi di dollari). Il Vecchio continente è l’epicentro dello sviluppo di nuovi prodotti. Ad esempio, è di Lyxor il primo fondo indicizzato e specializzato sui green bond, che ha debuttato nel 2017. L’innovazione è stata favorita anche dagli sviluppi normativi. Ne sono un esempio gli Etf che offrono esposizione alle società che producono meno emissioni inquinanti, in linea con l’accordo di Parigi (COP21) e in nuovi benchmark climatici, che sono parte del piano europeo per la finanza sostenibile.

Scarica il Global Sustainable Fund Flows Report.

L’universo analizzato da Morningstar è di 3.432 fondi ed Exchange traded fund (ETF) che utilizzano i criteri ESG come componente fondamentale della selezione dei titoli e/o indicano di perseguire temi legati alla sostenibilità o di generare un impatto positivo accanto ai ritorni finanziari. Non sono considerati quelli che si limitano sono ad attuare l’esclusione di determinati fattori o che fanno solo un generico riferimento ai fattori ESG.

 

 

 

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

Scarica il report completo.

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Info autore

Sara Silano

Sara Silano  è caporedattore di Morningstar in Italia

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