“Diversificazione” è la parola chiave che dovrebbe guidare ogni investitore quando costruisce un portafoglio. Una forte concentrazione su pochi strumenti, settori o paesi, infatti, rischia di rendere l’investimento troppo suscettibile agli umori di quei determinati segmenti.
Va poi considerato che asset differenti presentano pericoli diversi e, a seconda della tolleranza di ognuno, vanno dosati col giusto mix. “Investimenti più rischiosi come le azioni hanno storicamente mostrato un migliore potenziale di crescita a lungo termine, ma possono comportare maggiori perdite in periodi di volatilità del mercato”, spiega Dimitar Boyadzhiev, analista di Morningstar. “Allo stesso modo, gli investimenti orientati alla conservazione del capitale come obbligazioni governative e societarie di alta qualità sono più adatti a proteggere durante la volatilità del mercato, ma hanno meno probabilità di offrire forti rendimenti a lungo termine”.
Diversificare, però, è un’arte difficile. Muoversi su più regioni per cercare di distribuire il rischio in zone differenti, ad esempio, potrebbe non essere sufficientie Le analisi di Morningstar dimostrano come l’azionario Usa e quello Asia siano sempre più connessi. Un discorso analogo vale per molti stati che formano l’universo degli emerging market.
Fra i vari sistemi che si utilizzano per differenziare gli asset c’è la suddivisione del portafoglio in due segmenti: core (centrale) e satellite (satellitare).
Fondi core
I fondi core, come suggerisce il nome, costituiscono il cuore del portafoglio. Sono l'elemento principale attorno al quale costruire la parte satellite. Gli asset core hanno performance solide: quasi sempre offrono buoni risultati, indipendentemente dalle condizioni del mercato.
“Un fondo core può avere un mandato globale, per fornire maggiore diversificazione”, spiega Mark Preskett, gestore di portafoglio di Morningstar Investment Management (MIM). “Ma può avere un cosiddetto home bias, cioè concentrarsi di più sul mercato in cui vive l’investitore. Il punto, però, è che deve fare meglio del mercato”.
Fondi satellite
I fondi satellite sono le posizioni aggiuntive da costruire attorno alla parte core per dare una spinta in più ai rendimenti. Questi asset possono essere maggiormente volatili e in segmenti rischiosi o di nicchia. Generalmente costituiscono una parte minoritaria del portafoglio, ma possono aiutare a trarre vantaggio da opportunità potenzialmente più pericolose senza mettere a repentaglio l’intero portafoglio.
Esistono diversi modi per selezionare i fondi satellitari. Preskett cerca buone valutazioni e fondamentali ragionevoli e ha recentemente investito in fondi incentrati su energia, azioni coreane e azioni messicane. "Small cap, investimenti ad alto rendimento e mercati emergenti sono tutte aree che potrebbero essere investimenti satellite”, spiega il gestore di MIM. “È un buon modo per ottenere un’esposizione ad asset che in questo momento non sono fra i favoriti dal resto del mercato".
Occhio ai costi
Mentre una partecipazione in un fondo core può rimanere in portafoglio per molti anni, un fondo satellite dovrebbe avere una durata più breve. Gli investitori, tuttavia, devono andarci piano col trading e non farsi prendere dalla tentazione di anticipare i movimenti di mercato. “Spesso c’è la voglia di seguire le ultime idee o mode. Magari perché di recente hanno avuto ottime prestazioni”, dice Preskett. “Questo potrebbe portare a buttarsi in un mercato volatile dopo che è già aumentato e a farsi del male".
Il tutto, poi, si tradurrebbe in maggiori costi in termini di commissioni di trading. La questione è tutt’altro che secondaria. I fondi di nicchia possono spesso avere commissioni più alte rispetto ad altre soluzioni. E diverse ricerche Morningstar dimostrano come questo sia un aspetto fondamentale quando si parla di rendimenti.
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