Il passaggio di consegne fra Shinzo Abe e Yoshihide Suga alla guida del Giappone non sembra aver dato alcuna benefica scossa al mercato del Sol levante che continua a inseguire l’azionario del resto del mondo. L’indice Morningstar Japan in un mese (fino al 27 ottobre e calcolato in euro) ha perso l’1,17%, portando a -5,63% la performance da inizio anno. Il paniere Global market in quattro settimane ha guadagnato l’1,34% (-3,4% da gennaio).
Indici Morningstar Japan e Global markets a confronto da inizio anno
Dati in euro aggiornati al 27 ottobre 2020
Fonte: Morningstar Direct
Attualmente, secondo il Morningstar Global Market Barometer l’azionario del Sol Levante è sottovalutato dell’8% rispetto al rapporto Price/Fair value (relativamente alle stock coperte dall’analisi Morningstar. Dato in yen aggiornato al 26 ottobre 2020).
A pesare sull’andamento della Borsa nipponica sono soprattutto le questioni legate alla pandemia mondiale. E’ vero che il Fondo monetario internazionale si aspetta un progresso del Pil dello 0,5% per quest’anno fiscale, superiore a quello di molti altri paesi sviluppati. Questo anche grazie a una buona gestione della situazione di emergenza sanitaria che sta spingendo i consumi interni.
Tuttavia, la forte dipendenza del paese dalla domanda globale implica che anche se il diffondersi del Covid 19 è tenuto sotto controllo in Giappone, l’economia soffrirà per l’espandersi della malattia a livello mondiale. Questo secondo uno studio della Bank of Japan potrebbe tradursi “in perdite di posti di lavoro e in bancarotte che minerebbero il potenziale di crescita del paese, anche a causa di un aumento dei bad loan (i crediti inesigibili, Ndr) che impedirebbe al sistema finanziario di prestare soldi e dare una mano alla congiutura”.
Gli occhi sul nuovo premier
Nel frattempo gli operatori aspettano le mosse del nuovo premier che, secondo molti, proseguirà con le politiche economiche di Abe.
Ci sono comunque degli ambiti in cui Suga potrebbe distinguersi dal suo predecessore. “Rispetto ad Abe, si parla di una sua maggiore aggressività nelle battaglie per l’aumento dei salari minimi, il consolidamento del settore bancario, la deregolamentazione e un regime di immigrazione liberale”, spiega Homin Lee, Macro strategist per l’Asia di Banca Lombard Odier. “In particolare, l’aumento dei salari minimi potrebbe diventare la sua iniziativa di punta, dato il divario relativo fra il Giappone e la media dell’Ocse in questo ambito. Anche il consolidamento delle banche regionali più deboli potrebbe ricevere un utile impulso. Non è però ancora ben chiaro se Suga disponga della forza politica per promuovere riforme in materia di tutela dell’occupazione, burocrazia statale e politiche di immigrazione, in particolare considerando l’emergenza sanitaria a breve termine e la situazione economica ancora fragile.
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