Mentre aspettano di sapere con certezza chi entrerà alla Casa Bianca e di avere maggiori informazioni su un possibile farmaco anti-Covid, gli investitori che guardano agli Stati Uniti possono fare affidamento su un elemento certo: la prima economia del mondo sta tornando in salute dopo le frenate segnate con l’inizio e lo svilupparsi della pandemia. E, dicono gli analisti di Morningstar, è in grado di migliorare il suo stato di forma.
“La notizia che il Pil (Prodotto interno lorodo) reale degli Stati Uniti è cresciuto del 7,4% nel terzo trimestre rispetto al periodo precedente non è stata una sorpresa, visto che i dati mensili da qualche tempo stavano dando un quadro chiaro sul recupero”, spiega Preston Caldwell, Equity analyst di Morningstar. “La fase di ripresa è tutt'altro che finita considerando che il Pil nel quarter è in calo di circa il 3,5% rispetto, ad esempio, ai livelli dell’ultimo trimestre del 2019”.
Secondo le previsioni di Morningstar, il Pil degli Stati Uniti nel 2020 sarà in calo del 3,4%, circa 550 punti base al di sotto delle attese pre-Covid. “Questa discesa è molto più grave di quella vista nel momento peggiore della recessione del 2009”, dice l’analista. “Tuttavia, prevediamo un forte recupero nel 2021 e negli anni successivi” (vedi grafico sotto).
Gli investitori non devono aspettarsi una crescita omogenea. “Secondo le nostre analisi preliminari, i settori che sono stati moderatamente colpiti dal rallentamento causato dal virus (compresi vendita al dettaglio e sanità) si sono già ripresi dai minimi del secondo trimestre”, dice l’analista. “Anche i segmenti più colpiti (inclusi ristorazione e hospitality) hanno registrato un forte recupero. Nei prossimi trimestri, tuttavia, potremo vedere delle fasi di bonaccia. Almeno fino a quando la malattia non potrà essere debellata da un vaccino”.
I consumi non crollano
Nel frattempo, anche gli operatori studiano gli effetti di un’altra ondata di infezioni. La media settimanale di nuovi casi negli Usa è passata da 43mila al giorno a 75mila nel periodo dal 30 settembre al 28 ottobre.
“Tuttavia, non pensiamo che negli Stati Uniti la ripresa economica sia in pericolo”, dice l’analista. “La seconda ondata del virus che ha avuto il suo picco a luglio ha rallentato la spesa per i consumi, ma non è riuscita a farla crollare. Anzi, è rimasta molto al di sopra dei livelli minimi di aprile. In questa terza ondata, la spesa dei consumatori sembra stabile”.
Le persone, insomma, stanno imparando ad avere una vita il più possibile normale, anche dal punto di vista delle spese, riducendo al contempo il rischio di contrarre l'infezione. “Ad esempio, evitano i grandi eventi come facevano ad aprile, poiché il rischio è molto alto”, dice l’analista. “Molte, invece, sono tornate a mangiare nei ristoranti, dove il pericolo è ancora significativo, ma inferiore a quello di altre situazioni”.
Spese al consumo in Usa da febbraio 2020
Con la spesa per consumi che rimane stabile e gli investimenti in crescita, secondo Caldwell, l'economia dovrebbe essere in buone condizioni nei prossimi mesi anche se ci fosse una terza ondata. “L'economia statunitense si è adattata abbastanza bene alla nuova situazione creata dalla pandemia, contribuendo ad attenuare il colpo a livello congiunturale”, dice l’analista. “Questo significa che ora è un po' meno sensibile alle fluttuazioni delle nuove infezioni rispetto all'inizio della pandemia”.
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