Davanti alla forza e gravità della seconda ondata di contagi da Coronavirus – che al 17 novembre ha colpito 55 milioni di persone nel mondo e ucciso oltre 1,3 milioni di individui – diversi paesi hanno deciso di ripercorrere la strada della quarantena, con tutte le conseguenze economiche che ciò comporta. In Italia, lo spettro di un nuovo lockdown è ben presente e la strada sembra già tracciata. Ad oggi, quindi, l’unica possibilità per scrivere davvero la parola fine a questo periodo nero sembra essere quella di un vaccino efficace e disponibile a larga parte delle popolazione.
Raramente, infatti, un virus ha provocato una tale effervescenza nella comunità scientifica internazionale al fine di trovare un vaccino in tempi record. Lo scorso lunedì 16 novembre la trasmissione Report di Rai Tre ha diffuso il reportage dal titolo I segreti del virus, al quale anche Morningstar ha partecipato. Clicca qui per guardarlo.
Un’occasione, questa, per fare il punto sulle conclusioni della ricerca Morningstar sulle aziende e i settori più interessati dallo sviluppo di un vaccino contro il Covid-19.
In linea generale, la prospettiva di un’imminente disponibilità di un vaccino permetterebbe di prevedere un graduale ritorno alla normalità in settori di attività molto colpiti o ancora oggi inattivi, come ad esempio il trasporto aereo, l’industria alberghiera, il settore immobiliare e quello energetico.
Per quanto riguarda più specificatamente la corsa al vaccino, i settori farmaceutico e biotecnologico sono quelli più interessati. “In questo momento, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, ci sono 33 vaccini che sono arrivati alla cosiddeta fase 3, quella in cui il farmaco viene testato sugli esseri umani – spiega Karen Andersen, analista azionaria di Morningstar – ce ne sono poi oltre 100 che invece ancora non ci sono arrivati.” Gli analisti di Morningstar si sono focalizzati sugli otto programmi più promettenti (vedi tabella sottostante).
“Tra questi, siamo sempre più ottimisti sul fatto che la maggior parte dei vaccini in fase di sviluppo avanzato negli Stati Uniti soddisferà le linee guida della Food and Drug Administration per l’approvazione – si legge nel report a cura di Karen Andersen pubblicato lo scorso 28 agosto – Prevediamo infatti che la FDA possa assegnare tre autorizzazioni d’emergenza per soggetti ad alto rischio prima della fine dell’anno per Moderna, Pfizer/BioNTech e AstraZeneca/Oxford. Prevediamo inoltre che la maggior parte degli adulti statunitensi sarà vaccinata nella prima metà del 2021.”
Previsioni, queste, che si sono rivelate esatte. Lo scorso 9 novembre, infatti, Pfizer e BioNTech hanno annunciato un’efficacia del 90% del loro vaccino. Una settimana più tardi, è stato il turno di Moderna: l’azienda biotecnologica americana ha reso noti i dati di fase 3 di sperimentazione sull’uomo per il vaccino mRNA-1273 dal quale risulta un’efficacia che sfiora del 94,5%.
Di seguito il fair value e il Morningstar Stock Rating delle aziende coinvolte nella ricerca di un vaccino e coperte dalla nostra ricerca. Abbiamo inserito anche Novavax e Moderna, le quali però non sono coperte dalla nostra equity research. Clicca qui per un approfondimento sulle analisi azionarie di Morningstar che riguardano Sanofi, GlaxoSmithKline e Pfizer.
Per quanto riguarda l’Europa, l’Ema (European medicines agency) sta esaminando in questi giorni i dati di questi due vaccini. I vaccini Pfizer/BionTech e Moderna si aggiungono così a quello sviluppato dalla società anglo-svedese AstraZeneca in collaborazione con l’Università di Oxford (e con l’italiana Advent-Irbm di Pomezia). Sui tre, infatti, l’Ema ha avviato in ottobre la procedura rolling review, come spiegato sul suo sito. Un processo di revisione continua in base al quale le aziende sottopongono i dati di sperimentazione a mano a mano che si rendono disponibili, permettendo all’Agenzia regolatoria una valutazione più rapida.
A fine ottobre la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha dichiarato che, secondo le previsioni più ottimistiche, sarà possibile vaccinare contro il Coronavirus circa 700 milioni di persone a partire da aprile 2021. Gli accordi siglati con le case farmaceutiche a livello di Unione europea consentiranno infatti di distribuire, nel miglior scenario possibile, tra i 20 e i 50 milioni di dosi al mese da quando le prime aziende saranno pronte. L’Ue ha siglato accordi in questo senso con diverse aziende, tra cui Moderna, AstraZeneca, Sanofi-GSK, BioNTech-Pfizer, CureVac e Johnson&Johnson.
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