Dal 2016, Morningstar offre agli investitori il Morningstar Sustainability Rating (rating “Globe”), un indicatore del rischio ESG di un portafoglio rispetto al gruppo dei pari basato sulle posizioni detenute. Si tratta di un parametro molto valido, che tuttavia non può cogliere l'intera gamma di fattori che caratterizzano e differenziano l'impegno ESG attuato da un gestore rispetto a una determinata strategia.
Per offrire agli investitori una lettura più fedele dei punti di forza propri degli investimenti ESG, Morningstar ha introdotto un nuovo indicatore qualitativo: il Morningstar ESG Commitment Level, pensato appositamente per i fondi d'investimento. Si tratta di una valutazione qualitativa formulata da un analista e relativa alla misura in cui le varie strategie inglobano i fattori ESG. La nostra pubblicazione inaugurale, lanciata il 17 novembre 2020, comprende 147 fondi rappresentativi di 107 strategie. In futuro, assegneremo il Morningstar ESG Commitment Level a tutte le strategie (e agli asset manager) per le quali i nostri analisti emettono rating (riceveranno un ESG Commitment Level sia i fondi che si dichiarano ESG sia quelli che non indicano tale focus).
In base alle valutazioni rigorose dei nostri analisti, assegneremo ciascuna strategia a una delle quattro categorie: Leader, Advanced, Basic e Low.
Le strategie Leader sono quelle autenticamente e integralmente impegnate sul fronte ESG. I Leader integrano totalmente i fattori ESG all'interno dei loro processi di analisi dei titoli e di costruzione di portafoglio e generano risultati ESG positivi a livello di portafoglio, ad esempio emissioni di CO2 inferiori al benchmark o la promozione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Perché ciò accada, i team d'investimento di questi fondi si avvalgono di dati provenienti da fonti di prim'ordine e le analisi vengono effettuate da team opportunamente dimensionati con una spiccata specializzazione ESG. Infine, le strategie Leader utilizzano le attività di proxy voting e di engagement in maniera proficua per spingere le società all'adozione di prassi sostenibili. Di norma adottano processi di rendicontazione all'avanguardia per comunicare le proprie iniziative di azionariato attivo.
La categoria Leader è intrinsecamente selettiva. Subito dietro si trovano i fondi che ottengono un Advanced ESG Commitment Level. Anche a questo livello i fattori ESG sono parte integrante della strategia, benché in misura inferiore rispetto ai Leader in una o più aree. In fase di ricerca dei titoli, questi fondi devono fare qualcosa di più che limitarsi a utilizzare i dati ESG come fonte di dati alternativa. Ci aspettiamo che i fattori ESG incidano quantomeno sulle ponderazioni di portafoglio e sulle decisioni in tema di gestione del rischio e che inducano gli obiettivi di portafoglio a rispondere ad alcuni requisiti di sostenibilità. Per ottenere simili risultati, il team deve vantare solide credenziali ESG.
I fondi della categoria Basic possono dimostrare una parziale presa in carico dei criteri ESG all'interno del processo d'investimento e la presenza di risorse e competenze atte a implementare tale inserimento. Prevediamo di assegnare a questa categoria molti fondi di stampo tradizionale dotati di un processo d'integrazione ESG ben eseguito e i fondi che si limitano ad applicare filtri negativi di esclusione.
Per finire, i fondi della categoria Low sono quelli poco o per nulla attivi sul fronte ESG. Possono rientrare in questa categoria anche i fondi che, pur dichiarando di applicare i criteri ESG in fase di ricerca dei titoli, non dispongono di risorse ESG credibili, come pure i fondi in cui, malgrado la presenza di tali risorse, le considerazioni ESG non incidono realmente sulle decisioni d'investimento del gestore di portafoglio. Fanno parte della categoria Low anche i fondi indicizzati che replicano un benchmark tradizionale privo di filtri ESG, anche se il gestore è impegnato ed esercita il voto per delega per migliorare le credenziali ESG delle posizioni in portafoglio.
Analisi qualitativa multi-livello
Per determinare la categoria di appartenenza di ciascuna strategia, gli analisti di Morningstar valutano i tre pilastri chiave: Risorse, Processo e Gestore degli investimenti. Gli analisti considerano un insieme di elementi diversi per ciascun pilastro e assegnano un punteggio finale su una scala da uno a quattro.
Nel valutare le Risorse, gli analisti considerano le competenze ESG delle persone che producono gli input della strategia, in quanto il loro apporto all'approccio e all'esecuzione del processo incide sui risultati finali a livello di portafoglio. Ad esempio: il gestore di portafoglio ha esperienza e competenze nell'analisi e negli investimenti ESG? Vengono inoltre prese in considerazione le risorse più ampie a disposizione del gestore e il modo in cui queste vengono strutturate, ad esempio se il team d'investimento è dotato di analisti specializzati in ESG o se il team ESG è diverso dal team di analisti finanziari tradizionali. In quest'ultimo caso, la nostra valutazione punta a comprendere la natura dei rapporti tra i team, le linee di comunicazione e le modalità di interazione. Se il team ESG e il team d'investimento tradizionale hanno opinioni divergenti su un titolo, cerchiamo di capire chi ha il potere decisionale finale. A prescindere dall'assetto organizzativo, il gruppo di specialisti ESG è opportunamente equipaggiato in quanto a dimensioni, capacità ed esperienza per implementare la strategia in maniera efficace, e costituisce un'unità coesa?
La disponibilità di dati appropriati è un’ulteriore e importante considerazione con riferimento al pilastro delle Risorse. I gestori sono abituati a valutare enormi volumi di dati finanziari tradizionali nel prendere le loro decisioni d'investimento, ma per molti di essi l'integrazione dei dati ESG non è una prassi consolidata. Pertanto, cerchiamo di capire quali dati ESG sono a disposizione di gestori e analisti in qualità di input del processo decisionale e la misura in cui questi dati vengono utilizzati. Alcuni gestori dispongono di rating ESG interni e questo può essere un fattore di differenziazione rispetto ai gestori che si affidano a fornitori esterni.
Nel valutare il Processo, gli analisti Morningstar cercano di capire in che misura le considerazioni ESG vengono realmente integrate nell'approccio complessivo. Questa valutazione copre tutte le varie fasi del processo d'investimento, dalla definizione dell'universo di riferimento (filtri negativi e positivi), all'analisi d'investimento qualitativa, fino alla selezione dei titoli, la costruzione del portafoglio e la gestione del rischio. Come già accennato, la semplice applicazione di filtri negativi non è sufficiente per ottenere un punteggio elevato. Tra gli altri fattori in gioco figurano la rilevanza dei criteri ESG rispetto alle caratteristiche finanziarie tradizionali nell'analisi fondamentale dei titoli, la gestione di alcuni parametri/obiettivi ESG a livello complessivo di portafoglio e il fatto che specifici criteri o punteggi ESG incidano sulle ponderazioni di portafoglio in maniera sistematica. Inoltre, valutiamo il modo in cui vengono gestiti i segnali d'allarme ESG relativi alle società in portafoglio e se in questi casi è richiesto o meno l'intervento del gestore di portafoglio. Gli analisti Morningstar confrontano le proprie rilevazioni con i dati di portafoglio di pubblico dominio per appurare l'allineamento tra le loro aspettative e le dichiarazioni dei fondi. A tal fine possono risultare rilevanti indicatori quali il Morningstar Sustainability Rating e le ricerche a livello societario di Sustainalytics.
L'azionariato attivo, svolto mediante attività di engagement e voto per delega, è un altro fattore fondamentale per valutare l'efficacia dell'approccio ESG di una strategia. Spesso queste funzioni vengono svolte da una figura centralizzata in seno all'organizzazione del gestore patrimoniale, tuttavia noi puntiamo a capire in che misura i gestori di portafoglio vengono coinvolti quando detengono titoli delle società in questione e se le figure responsabili delle attività di azionariato attivo lavorino a stretto contatto con i team d'investimento per condividere le proprie riflessioni.
La valutazione del Gestore viene fornita nell'ambito del Morningstar ESG Commitment Level for Asset Managers, una valutazione a sé stante delle credenziali ESG a livello di gruppo, che successivamente confluisce nell'ESG Commitment Level riferito alla strategia per dare vita al terzo pilastro. Il Morningstar ESG Commitment Level for Asset Managers si basa sulla valutazione dei nostri analisti della filosofia e dei processi ESG nonché delle risorse e delle iniziative di azionariato attivo di una società. Per una discussione integrale delle modalità con cui Morningstar valuta i gestori, si rimanda all’articolo ESG: l'importanza del gestore.
Al fine di valutare i tre pilastri appena descritti, gli analisti Morningstar raccolgono i dati e analizzano i portafogli utilizzando diversi indicatori, nonché intervistando gestori di portafoglio, specialisti ESG e altre figure chiave impiegate dalle società di gestione patrimoniale.
Per le strategie attive, i punteggi dei pilastri vengono combinati con l'ESG Commitment Level complessivo secondo le seguenti ponderazioni:
Risorse: 35%
Processo: 45%
Gestore: 20%
Nel caso delle strategie passive le ponderazioni dei pilastri cambiano in quanto le caratteristiche ESG sono determinate dagli indici che seguono più che da esperti, dati e sistemi ESG interni. L'integrazione dei fattori ESG all'interno della costruzione dell'indice concorre al punteggio assegnato al Processo, la cui ponderazione nel caso delle strategie passive è pari all'80%.
Processo: 80%
Gestore: 20%
Ha collaborato Samuel Meakin, Associate Director, Equity Fund Strategies di Morningstar.
Leggi anche l'articolo Sostenibilità sotto la lente grazie al Morningstar ESG Commitment Level. Per l'analisi delle società di gestione, approfondisci qui.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.