WPP
WPP ha ceduto oltre il 20% da inizio anno (in euro all’11 dicembre 2020) e ora è scontata del 40% rispetto al fair value di 13 sterline (report aggiornato al 29 ottobre 2020).
I numeri riportati dall’agenzia pubblicitaria britannica nel terzo trimestre hanno dimostrato ancora una volta la solidità del modello di business e il forte posizionamento all’interno del settore. “Nonostante il calo dei ricavi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ci sono segnali molto incoraggianti per il futuro. Il gruppo britannico, infatti, non è stato solo in grado di non perdere nessuno dei suoi clienti, ma ha aggiunto al portafoglio nuovi account come Uber, Whirlpool, Alibaba, LG, Carlsberg, e NBA che dovrebbero portare nelle casse dell’azienda oltre 5 miliardi di dollari di nuovo business. Questo, insieme all’incremento della spesa pubblicitaria prevista nei prossimi mesi in seguito alla ripresa dell’economia globale dovrebbero spingere la crescita del fatturato di WPP al 9% nel 2021”, dice Ali Mogharabi, analista azionario di Morningstar.
“L’azienda è riuscita a costruirsi una posizione di vantaggio all’interno del settore per via della reputazione del suo marchio, dei continui investimenti nell'accumulo e nell'analisi dei dati dei consumatori e del forte potere contrattuale che riesce a esercitare nei confronti dei propri clienti. Inoltre, ha una forte presenza nei mercati pubblicitari emergenti che ci aspettiamo contribuisca a sostenere la crescita futura”
British American Tobacco
Il bilancio in Borsa di British American Tobacco (BAT) è meno negativo di quello di WPP, grazie anche alla natura difensiva del suo business, ma il titolo continua a essere scambiato a un tasso di sconto del 33% rispetto al fair value di 43 sterline (report aggiornato al 12 giugno 2020).
Gli analisti hanno recentemente ridotto la valutazione dell’azienda a causa del rallentamento del business, ma restano convinti del suo forte posizionamento all’interno del settore e sono fiduciosi sulle prospettive di crescita future degli utili.
“La nostra decisione di tagliare il fair value da 45 a 43 sterline in seguito alla scelta del management di rivedere al ribasso le stime di crescita di fatturato e ricavi per il 2020. La pandemia ha colpito anche il settore del tabacco in particolare nei paesi emergenti, dove a causa della crisi economica e in alcuni casi del bando della vendita di sigarette il consumo di bionde è sceso in maniera più accentuata che nel resto del mondo. BAT ha sofferto i minori introiti derivanti da questa regione ma, rispetto ad altri competitor (come ad esempio Philip Morris), l’impatto è stato più limitato a causa della minor esposizione ai mercati emergenti”, dice Philip Gorham di Morningstar. “British American Tobacco vanta un Moat nella misura di Ampio per via della fedeltà che i consumatori hanno nei confronti dei suoi marchi e delle elevate economie di scala che le permettono di produrre a costi più bassi rispetto alla concorrenza. Nel lungo termine ci aspettiamo che la sua presenza diretta negli Usa grazie all’acquisizione di Reynolds America le permetterà di migliorare il suo posizionamento in un mercato altamente profittevole e di estendere la presenza dei suoi prodotti a tabacco riscaldato”.
Figura 1: Grafico di crescita
Fonte: Morningstar.it
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