Il conto alla rovescia per l’addio del Regno Unito all’Unione europea sta arrivando alle battute finali e i negoziati per giungere a un accodo commerciale che ridefinisca i rapporti fra le due aree sono ancora in corso. Con due settimane rimaste prima della scadenza del 31 dicembre, gli investitori (e non solo quelli che guardano al di là della Manica) inziano seriamente a chiedersi quali saranno le implicazioni per i loro portafogli.
Dal punto di vista degli andamenti di Borsa, l’equity UK, fra le incertezze legate alla pandemia di Coronavirus e quelle collegate a Brexit, non ha avuto un anno facile. L’indice Morningstar UK da gennaio (fino al 14 dicembre e calcolato in euro) ha perso il 17,4% (-11,3% in sterline). Il paniere Global Markets, nello stesso periodo, ha segnato un progresso del 4,4%.
Indici Morningstar UK e Global Markets. Andamento mensile da gennaio (euro)
Secondo il Global Market Barometer di Morningstar, il mercato azionario UK a questo punto è sottovalutato dell’11% rispetto al fair value (relativamente alle stock coperte dall’analisi Morningstar. Dato in sterline aggiornato all’11 dicembre 2020).
In uno scenario globale in cui gli operatori sono tutto sommato ottimisti grazie alle speranze legate al vaccino e all’arrivo di una nuova ammministrazione in Usa, un accordo fra UK ed EU potrebbe portare gli investitori a riconsiderare l’azionario di Sua Maestà.
Un no deal, invece, sarebbe foriero di nuova volatilità. Il governatore della Bank of England, Andrew Bailey, del resto è stato chiaro quando ha detto che un’uscita senza accordo avrebbe un impatto più pesante della crisi creata dal Coronavirus. E con la pandemia il Regno Unito dovrà fare i conti ancora per un po’ considerando che, poco dopo l’inizio della somministrazione del vaccino anti Covid, sull’Isola sono tornati nuovi lockdown.
Fase difficile
“L’economia britannica sembra destinata a un difficile inizio del 2021, visti gli attriti legati alla questione Brexit e alle continue restrizioni causate dal Coronavirus”, dice Paul O'Connor, responsabile del team multi-asset di Janus Henderson investors. “Il Regno Unito, però, dispone di un portafoglio impressionante di vaccini contro il Covid-19, che offre una potenziale via d’uscita dalla pandemia.Tuttavia, è improbabile che i mercati finanziari abbraccino pienamente questa storia positiva fino a quando la nebbia di incertezza relativa a Brexit non avrà cominciato a dissiparsi”.
Deal o no deal?
Nel caso in cui un accordo venga trovato prima dell’addio bisognerà comunque fare i conti con l’incognita dei tempi. “Il Parlamento britannico deve approvare il trattato. La forte maggioranza del Premier Johnson potrebbe consentire una rapida approvazione”, spiega Stephen Surpless, Investment Director di Edmond de Rothschild Private Merchant Banking. Bisogna però considerare anche l'altro fronte. “Il Parlamento europeo dovrà lavorare rapidamente per dare la sua approvazione, senza sollevare obiezioni", continua Surpless. "Normalmente, i trattati commerciali devono essere ratificati dai parlamenti nazionali e questo aspetto potrebbe aumentare il tempo necessario. Un accordo entro la fine dell’anno, o poco dopo, sarebbe un elemento positivo per i listini europei e, soprattutto, per il mercato britannico”.
Ma cosa significherebbe un no deal per la crescita economica in UK e nell’Unione europea? “In questo caso ci aspettiamo che il Pil del Regno Unito si riduca di circa l'1% nel 2021”, spiega Rueto Cueni, Chief Economist di Vontobel Wealth Management. “L'attività economica dell'Ue, invece, scenderebbe solo dello 0,2%. I mercati, comunque, dovranno aspettare e vedere. Rimaniamo dell'idea che ci sia la possibilità di andare verso un’operazione transitoria che si protrarrà per altri tre o sei mesi. Il debole contesto economico dovuto alla pandemia costituisce un chiaro incentivo ad evitare qualsiasi disastro commerciale che si verificherebbe in caso di un no deal Brexit”.
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