Oltreoceano lo chiamano Buy the unloved, letteralmente “compra il non amato”. Si tratta di un approccio d’investimento azionario che rientra nel più ampio universo delle strategie contrarian, le più adatte per chi non crede nella saggezza delle folle.
Tale approccio, infatti, predilige l’acquisto di quello che la maggioranza degli investitori sta vendendo e la cessione di quello che la maggioranza sta comprando. La premessa che sta dietro a questo modo di operare è semplice: i flussi di cassa inseguono i rendimenti, perciò la combinazione di alti flussi di cassa e di forti rendimenti passati è un buon indicatore dell’eccessiva valutazione di un titolo. La bolla tecnologica del 1999 e quella immobiliare del 2007 sono due buoni esempi del perché non si dovrebbero comprare le categorie di fondi più popolari al momento. Dall’altro lato, sarebbe stata una buona scelta acquistare fondi sottovalutati e quasi ignorati dalla maggioranza degli investitori, come i grandi mercati emergenti nel 2000 o l’equity statunitense nel 2009.
Sul lungo periodo, andare controcorrente paga
Morningstar segue questa strategia dai primi anni ’90. Negli Stati Uniti, infatti, gli analisti effettuano simulazioni dal 1994 e i risultati sono interessanti. L’idea è di utilizzare i flussi di cassa dei fondi come indicatore contrarian, che spinge l'acquisto in categorie che hanno visto gli investitori uscire in massa, lasciando perdere quelle che hanno attirato i maggiori afflussi.
In pratica, gli analisti di Morningstar identificano ogni anno le tre categorie azionarie meno amate e quelle più amate dagli investitori (in termini di raccolta netta), per poi alimentare due portafogli distinti con questi due gruppi (l’amato, loved, e il non amato, unloved). La strategia prevede di tenere i fondi scelti tre anni, aggiungendo inoltre ogni anno le categorie meno o più amate dell’anno prima. Dal 1994 fino al 2019, la strategia unloved ha battuto la strategia loved sulla quasi totalità dei periodi triennali.
Sul periodo completo, vedasi grafico sottostante, dieci mila dollari investiti il primo gennaio 1994 nel portafoglio “non amato” sarebbero diventati 155.600 dollari al 31 dicembre 2019; la stessa cifra investita in quello “amato”, invece, sarebbe valsa solo 50.721 dollari alla fine dell’anno scorso, meno dei 57.585 dollari che avrebbe restituito lo stesso investimento nell’indice MSCI ACWI.
Tuttavia, è sempre opportuno tenere a mente che la strategia Buy the unloved dovrebbe giocare un ruolo marginale in portafoglio e non dovrebbe rappresentare l’allocazione principale. I deflussi in sé non rendono i fondi più economici o efficienti, ma potrebbero indicare quali settori di mercato sono impopolari e pronti a rimbalzare. Questa strategia cattura quell'intuizione, tenendo a bada il nostro entusiasmo per le categorie popolari e ricordandoci di guardare quelle impopolari.
E in Europa?
Nel Vecchio continente non abbiamo uno storico così esteso nel tempo, quindi i dati non sono sufficientemente significativi per replicare l’analisi. Soprattutto perché una strategia del genere ha bisogno di un orizzonte temporale lungo per poter essere giudicata, dato che prevede la rotazione dei fondi su base triennale e l’aggiunta di nuovi comparti ogni anno (a meno che le categorie meno amate siano le stesse dell’anno precedente).
Tuttavia, si possono già trarre delle conclusioni interessanti su come funziona questo approccio, almeno a livello teorico. La tabella sottostante, ad esempio, mostra come si sono comportate nel 2020 (dati in euro al 4 dicembre) le tre categorie azionarie meno amate e le tre più amate del 2019. Si nota come quest’anno, in realtà, tutte e tre le categorie unloved del 2019 abbiano dato risultati insoddisfacenti, confermando che la natura stessa della strategia richieda un orizzonte temporale di lungo periodo. Al contrario, le categorie loved dell’anno passato hanno tutte segnato un rendimlento positivo nel 2020 (al 4 dicembre). Occorre anche sottolineare, comunque, che lo scoppio della pandemia di Coronavirus è stato un classico esempio di “cigno nero” (un evento maggiore non prevedibile) che ha per forza di cose reso quest’anno molto particolare, anche da un punto di vista statistico.
Scommesse contrarian per il 2021
Chi volesse dedicare una parte del proprio portafoglio al “non amato” nel 2021, quali scelte dovrebbe fare? Nella tabella sottostante sono indicate le tre categorie loved e le tre categorie unloved del 2020, secondo i dati Morningstar (flussi netti stimati a fine novembre).
Il passo finale sarebbe poi scegliere il miglior fondo o i migliori fondi all'interno di ciascuna categoria. Per fare ciò, il Morningstar Rating (valutazione quantitativa con le stelle) e in particolare il Morningstar Analyst Rating (giudizio qualitativo), possono rivelarsi strumenti preziosi. Così come il Morningstar Sustainability Rating, per chi volesse effetuare uno screening basto sui criteri ESG.
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