Gli emergenti viaggiano col resto del mondo e giocano la carta hi-tech

Il paniere Morningstar dedicato alle aree in via di sviluppo continua a salire. L’Asia, dicono gli operatori, resisterà meglio di altri. E il futuro dipenderà da come sapranno sfruttare gli sviluppi tecnologici.

Marco Caprotti 28/12/2020 | 09:00
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Mentre i mercati emergenti sembrano finalmente aver trovato il passo con quelli globali, gli investitori si chiedono quali aree delle zone in via di sviluppo saranno in grado di capitalizzare meglio una eventuale fase di ripresa. La tecnologia, in questo senso, sembra essere parte della risposta.

L’indice Morningstar EM in un mese ha guadagnato l’1,38% (in euro fino al 21 dicembre) portando a +5% la performance da inizio anno. Risultati che lo mettono in linea con il paniere Global Market.

Indici Morningstar EM e Global Markets a confronto da inizio anno
grafico EM

Proseguire con questo trend non sarà semplice. “Per il 2021, prevediamo che saranno più evidenti gli effetti del secondo impatto del Covid-19”, spiega  Manraj Sekhon, Chief Investment Officer di Franklin Templeton Emerging Markets Equity. “Tra questi ci sono i rischi macroeconomici, fiscali e monetari risultanti dalle politiche di stimolo senza precedenti seguite a livello globale per mitigare gli effetti della pandemia. I paesi meno suscettibili a questi rischi saranno quelli che hanno minimizzato gli sconvolgimenti del 2020, in particolare i mercati emergenti dell’Asia orientale”.

Il merito di questa resilienza va soprattutto alla Cina e alle capacità di innovazione tecnologica che l’intera area asiatica sta mostrando da tempo. “La Cina dovrebbe essere l’unico paese ad aver realizzato una crescita del Pil nel 2020, con il sostegno di un’economia interna diversificata trainata da innovazione e digitalizzazione”, dice Sekhon. “Taiwan e Corea del Sud beneficiano della crescita strutturale nell’hardware informatico oltre che della diversificazione delle catene di forniture per la tecnologia”.

Attualmente, secondo il Morningstar Global Market Barometer l’azionario Cina è sottovalutato del 3% in base al rapporto Price/Fair value. Quello di Taiwan ha una sottovalutazione del 4%, mentre quello sudcoreano è a sconto del 2% (relativamente alle stock coperte dall’analisi Morningstar. Dati in valuta locale aggiornati al 21 dicembre 2020). 

La carta dell’hi-tech
Va detto che la regione asiatica non è la sola che sta giocando la carta tecnologica per dare una spinta alla sua economia. “ll Brasile potrebbe trovarsi alle porte di un radicale cambiamento nelle tecnologie finanziarie”, spiega Richard Carlyle, Investment Director di Capital Group. “Ha un settore bancario oligopolistico e un’autorità di regolamentazione che intende introdurre una maggiore concorrenza. Il paese si trova ancora nelle fasi iniziali del passaggio da un sistema basato sul denaro fisico a un’economia basata principalmente sulle transazioni digitali”. 

Un’altra area interessante da questo punto di vista sembra essere la Russia. “Le società innovative di successo stanno trainando il cambiamento nel paese”, spiega Carlyle. “Ad esempio, il colosso tecnologico Yandex ha recentemente fatto parlare di sé quando ha deciso di acquistare la banca online Tinkoff per una cifra vicina a 5,5 miliardi di dollari. L’acquisizione potrebbe trasformare Yandex in una delle piattaforme fintech leader in Russia”.

Sempre secondo il Market Barometer, l’azionario del Brasile è sottovalutato dell’1% in base al rapporto Price/Fair value. Quello russo è a sconto del 17% (relativamente alle stock coperte dall’analisi Morningstar. Dati in valuta locale aggiornati al 18 dicembre 2020). 

 

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Info autore

Marco Caprotti

Marco Caprotti  è Giornalista di Morningstar in Italia.

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