Valerio Baselli: Buongiorno e benvenuti, sono Valerio Baselli e oggi mi trovo in compagnia di Stephen Li Jen, CEO di Eurizon SLJ Capital. Grazie di essere qui, Stephen.
Stephen Li Jen: Grazie.
Baselli: Il 2020 verrà ricordato per diverse ragioni, molte delle quali non troppo piacevoli ho paura, ma verrà anche ricordato come l’anno in cui le obbligazioni onshore cinesi sono divenute la nuova frontiera degli investitori obbligazionari globali. Secondi i dati di Morningstar, i fondi obbligazionari renmimbi onshore hanno attirato 9,5 miliardi di euro di flussi netti l’anno passato – con il vostro Aggregate Bond Renmimbi Fund tra i più venduti della categoria – questo è un livello mai visto prima. Come lo spieghi?
Li Jen: La ragione principale è che il mercato obbligazionario cinese è enorme. Il mercato vale oggi 17,3 mila miliardi di dollari, contro i 15 mila miliardi di un anno fa. E la proprietà estera è solo del 3%. Quindi, 9,5 miliardi di raccolta è molto in termini assoluti, ma è solo lo 0,05% di questo mercato. Crediamo che la crescita potenziale sia enorme in termini di flussi esteri verso il mercato dei bond cinesi. Pensiamo che nei prossimi 5 anni potremo vedere mille miliardi di dollari entrarci, il che significherebbe una media di 10 miliardi al mese, non all’anno. È un mercato talmente grande, tutto sarà grande.
Baselli: Guardando al futuro ti aspetti quindi che questo trend possa continuare e allargarsi. Quali sono le principali ragioni?
Li Jen: Possiamo dividere le ragioni in due tipologie: della domanda e dell’offerta. I fattori sono collegati, ma dipendono tutti dal fatto che molti paesi in via di sviluppo stiano vivendo una crisi pensionistica, come in Europa, in Giappone e in UK. La popolazione invecchia, i rendimenti dei risparmi sono nulli o negativi. Questo riguarda la domanda: le società ricche che stanno invecchiando cercano opportunità per far fruttare i loro capitali.
Lato offerta, i fattori presenti in Cina sono molto efficaci, speciali. La gente parla generalmente di mercati emergenti, ma ora i mercati emergenti coincidono fondamentalmente con la Cina. Questi fattori non si limitano solo ai rendimenti molto attraenti (3,5% annuo), virtualmente risk-free, anche se non totalmente. Pure i fondamentali economici, che sono superiori in Cina, dovrbbero aiutare a supportare la moneta e contenere i default. Credo che sia una combinazione di fattori da entrambi i lati, tutti ugualmente potenti.
Baselli: La ricerca del rendimento è cruciale e questo è chiaro. E l’altro lato della medaglia? Quali sono i principali rischi che gli investitori obbligazionari devono considerare quando investono in Cina?
Li Jen: È una buona domanda, la risposta è probabilmente la solita: gli investitori devono essere consapevoli del rischio default, oltre al fatto per cui chi non è basato in Cina deve considerare anche il rischio di cambio. Per quanta il riguarda il primo, il tasso di default in Cina è molto basso, circa l’1%, un livello basso secondo i criteri internazionali, ma che è artificialmente basso. Questo numero salirà col tempo, anche nel breve periodo. Hai notato che l’anno scorso c’è stato un rimbalzo dei corporate default l’anno scorso proprio durante l’accellerata dell’economia cinese verso la ripresa? La Cina era l’economia più in forma del mondo e i default aumentavano. Le persone dovrebbero farci caso e aspettarsi lo stesso in altri paesi man mano che gli aiuti statali vengono meno, lo abbiamo già visto in Cina.
Credo che il mercato obbligazionario cinese sia relativamente sicuro in confronto ad altri paesi, seppur non totalmente. La migliore strategia per gli investitori in questo periodo di aggiustamento economico è quella di stare nel segmento più sicuro del mercato dei bond cinesi, in quello più liquido: bond governativi e corporate bond emessi dalle aziende più grosse, stando alla larga da quelle più piccole, le quali possono anche offrire un premio superiore ma che non giustifica il rischio secondo me.
Quello valutario è un rischio conosciuto, io penso che i fondamentali economici cinesi siano molto solidi, la bilancia dei pagamenti anche, la Cina esporta verso tutti. Adesso che lavoriamo tutti da casa non andiamo al ristorante la compriamo su Amazon e il 99% di quello che ordino è fatto in Cina, quindi non è una sorpresa che l’export cinese vada così bene. E la loro economia ha pienamente recuperato, quindi non importano granché. Il surplus della bilancia dei pagamenti sta aiutando il renmimbi per il momento e anche sul lungo periodo ci sono molti fattori positivi, quindi alla fine credo che l’esposizione verso il renmimbi da parte degli europei dovrebbe essere relativamente sicura, anche dal punto di vista valutario.
Baselli: Grazie molte Stephen per il tuo tempo.
Li Jen: Grazie.
Baselli: Per Morningstar, Valerio Baselli, grazie per l’attenzione.
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