I movimenti delle commodity e dei titoli collegati, anche quest’anno continueranno a essere condizionati dal Coronavirus e dai progressi nelle vaccinanzioni per combatterlo. Come sempre quando si parla di settori molto vasti, però, ogni segmento presenta delle caratteristiche che lo differenziano dagli altri.
Settore energetico
Il settore energy, legato a doppio filo all’andamento del petrolio, dopo una fase difficile nel 2020, ha iniziato il 2021 in tono diverso. L’indice Morningstar Global Energy dai primi giorni di gennaio ha guadagnato (in dollari) il 2,20% (-28% l’anno scorso). In quattro settimane il paniere Global Markets ha segnato -1,1% (+16% nel 2020).
Indici Morningstar Energy e Global Markets a confronto
Dati in dollari aggiornati all’1 febbraio 2021
Base: 10.000 dollari
Fonte: Morningstar Direct
Le quotazioni del greggio hanno perso il 20% l’anno scorso arrivando anche a toccare, ad aprile (e per la prima volta nella storia) una quotazione negativa (-37,63 dollari). Da allora i prezzi si sono ripresi, anche grazie alle notizie sulla scoperta del vaccino anti-Covid. A gennaio di quest’anno il barile è arrivato a 50 dollari. Le previsioni di Morningstar dicono che l’oro nero toccherà i 60 dollari, ma la strada non sarà semplice. “La vaccinazione contro il Covid-19 è iniziata, gettando le prime basi per la ripresa nel 2021”, spiega David Meats, analista di Morningstar. “Ma i produttori non sono ancora pronti. Senza ulteriori investimenti, l'attuale eccesso di petrolio potrebbe diventare una carenza alla fine del 2021 o 2022 ".
Ci sono poi altri elementi di cui tenere conto. In alcune aree del mondo nuovi ceppi di Coronavirus più trasmissibili stanno portando a nuovi lockdown, mentre alcuni ritardi nella produzione stanno rallentando le vaccinazioni in Europa. Le scorte limitate, inoltre, potrebbero impedire ai paesi più poveri di raggiungere l'immunità di gregge almeno fino al 2022. “Tuttavia, una ripresa completa con un ritorno alla normalità nei viaggi e, quindi, con un aumento nel consumo di greggio, sembra più probabile che mai”, dice Meats.
Dal punto di vista azionario, la recente ripresa non ha colmato il divario fra le valutazioni di mercato e le ipotesi di fair value di Morningstar. Di conseguenza, sembrano esserci titoli a buon mercato in tutti i segmenti. “Tuttavia, l’aumento delle quotazioni dovrebbe rendere gli investitori più attenti”, dice Meats.
Settori energetici e valutazioni
Fonte: Morningstar Direct
Oro
Durante la fase difficile del 2020 l’oro ha mostrato la sua caratteristica di porto sicuro nelle fasi di incertezza. Il metallo giallo è arrivato a toccare i 2mila dollari all’oncia (ad agosto) con un progresso del 30% rispetto alle quotazioni di inizio 2020. Poi, con le notizie di un progressivo miglioramento della situazione economica, ci sono stati dei ritracciamenti e l’oro ha chiuso l’anno con un progresso del 25% rispetto a gennaio.
Dal punto di vista equity, l’andamento dei titoli minerari legati all’oro è stata simile a quella del metallo di riferimento. L’indice Morningstar Global Gold nel 2020 ha guadagnato il 23,5%. Da inizio anno, invece, la performance è -1,8%.
Indice Morningstar Global Gold
Dati in dollari aggiornati all’1 febbraio 2021
Base: 10.000 dollari
Fonte: Morningstar Direct
Le stime di Morningstar dicono che l’oro si assesterà intorno ai 1.360 dollari l’oncia a partire dal 2022. Anche in questo caso ci sono diversi elementi da tenere in considerazione. Ad esempio le politiche di stimolo economico in America del nuovo presidente, Joe Biden, potrebbero pesare sulle valutazioni del dollaro (la valuta delle commodity) e spingere gli investitori verso asset denominati nella divisa Usa. Bisognerà comunque fare attenzione alla volatilità.
“L'oro resta sempre il giocattolo preferito degli investitori ed è soggetto a oscillazioni legate ai cambiamenti del sentiment”, spiega Mathew Hodge, Director della ricerca di Morningstar. “Nel 2001, il consumo di oro per gioielli e tecnologia ha rappresentato il 91% della domanda globale. Ma nel 2019 è sceso al 48% a causa dell'aumento della domanda degli investitori finanziari. Ci sono poi anche incertezze legate al successo di nuove esplorazioni e ai costi per acquistare o sviluppare nuove miniere”.
Metalli e minerali
Come per altre commodity, anche per i metalli industriali molto dipenderà dalla natura della ripresa economica globale. “Nei prossimi tre anni prevediamo quotazioni in aumento per i prezzi del minerale di ferro, del rame e dell’alluminio, oltre che per per zinco e nichel”, dice Hodge.
Ci sono poi quelle commodity, come ad esempio il nitrogeno e il potassio che vengono utilizzate nel campo dei fertilizzanti. In questo caso bisogna tenere conto di due elementi: il rapporto fra domanda e offerta e i costi energetici. “Negli anni scorsi abbiamo visto un aumento dell’offerta a causa dell’apertura di nuovi impianti”, dice Setstein, Senior equity analyst di Morningstar. “Adesso la situazione è più equilibrata. Anche l’aumento dei prezzi dell’energia dovrebbe portare a una contestuale crescita delle valutazioni di queste materie prime”.
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