Le donne a capo di uno Stato o di un governo sono una ventina in tutto il mondo. Ma nelle nazioni dove sono presenti, come nel nord Europa o in Nuova Zelanda, la gestione della pandemia è stata migliore. Studi recenti, incluso uno di McKinsey di maggio 2020, indicano che le aziende che prendono in seria considerazione i temi dell’equità di genere e dell’inclusione ottengono risultati finanziari migliori. Nonostante questi dati, le donne stanno pagando un prezzo più alto degli uomini a causa degli effetti sull’economia del Covid-19. Secondo le statistiche di UN Women, in Europa e Asia centrale, oltre il 15% ha perso il lavoro e un altro 41% ha visto ridursi lo stipendio tra aprile e giugno 2020. Il calo si è registrato anche in altre aree, incluso il nord America.
Le ragioni sono diverse, tra cui il maggior impiego delle donne nei settori più colpiti dalla crisi, come il commercio al dettaglio o la ristorazione, ma anche in attività legate alla cura delle persone o di altro tipo dove non godono di tutele sanitarie o previdenziali. Inoltre, il gap salariale rimane altro. Secondo l’International trade union confederation, la remunerazione femminile è il 77% di quella maschile a livello mondiale e al ritmo con cui il divario si sta chiudendo, non arriveremo alla parità fino al 2069.
Equità retributiva, questa sconosciuta
L’obiettivo numero cinque tra quelli di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDG) definisce l’equità di genere come un “diritto umano fondamentale” e “il fondamento per un mondo prospero”. Tuttavia, il suo raggiungimento è ancora lontano, non solo da parte dei governi, ma anche delle aziende. Secondo una ricerca di Equileap su 3.519 società in 23 paesi sviluppati, realizzata prima della pandemia, solo l’1% ha raggiunto l’equità nella retribuzione tra uomini e donne. Inoltre, siamo lontani dalla parità nei consigli di amministrazione e nelle cariche manageriali di alto profilo.
“Le aziende che discriminano per genere non solo alimentano le disuguaglianze, ma agiscono anche contro il loro interesse”, afferma Dan Lefkovitz, strategist del Morningstar index team. “La diversità di genere ha un impatto positivo sulla acquisizione dei talenti e la capacità di trattenerli, oltre che sull’allineamento con le esigenze dei clienti e il rafforzamento del brand. Le ricerche dimostrano che combinare persone con background diversi determina una ‘diversità cognitiva’, che migliora la capacità di risolvere i problemi”.
Il rischio/rendimento della gender diversity
Dal punto di vista degli investitori, tuttavia, la domanda è: “Le imprese impegnate nella gender diversity sono dei buoni investimenti?”. Il confronto tra l’indice Morningstar Developed Markets Gender Diversity, che è composto dalle aziende con miglior punteggio sull’equità di genere (in base ai dati Equileap) mostra un miglior profilo di rischio/rendimento rispetto al paniere tradizionale nel periodo 2015-2020. I ricercatori di Morningstar hanno anche calcolato che un basket ancora più ristretto, che includa solo le aziende migliori da questo punto di vista, ha dato risultati superiori nel periodo considerato.
Le migliori aziende in termini di equità di genere hanno sovraperformato il mercato
“Questi risultati ci permettono di dire che investire tenendo in considerazione le questioni di genere non è solo un modo per rendere il mondo migliore”, conclude Lefkovitz. “Le aziende che supportano l’equità massimizzano il valore per gli azionisti, oltre a promuovere un progresso nei diritti umani”.
L'articolo è stato pubblicato la prima volta su WeWealth il 4 febbraio 2021.
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