Pir (Piani individuali di risparmio) alternativi, Eltif (fondi europei di investimento a lungo termine) e mercati privati sono termini sempre più diffusi nell’industria degli investimenti ed associati alla possibilità di convogliare risorse verso l’economia reale, ossia le piccole e medie imprese che rappresentano il tessuto produttivo italiano. Il problema è ancora più sentito oggi con l’urgenza di ripartire dopo gli effetti devastanti prodotti dalla pandemia di Covid-19.
Tutti questi strumenti rientrano nella sfera degli investimenti illiquidi, ossia quelli per i quali, secondo la definizione Consob (comunicazione n. 9019104 del 2 marzo 2009), “sussistono difficoltà di smobilizzo entro un lasso di tempo ragionevole”. Proprio per questo motivo non sono adatti a tutti i tipi di investitori. Ad esempio, nei Pir alternativi, istituiti con il decreto Rilancio nel maggio 2020, è possibile investire 150mila euro ogni anno fino al raggiungimento del tetto di 1,5 milioni. Inoltre, questi piani devono rispettare precisi vincoli.
Le mosse dei gestori
Nell’ultimo anno, ci sono state diverse iniziative da parte delle società di gestione che operano in Italia, come la nascita di Eurizon capital real asset sgr, Anima Alternative e, più recentemente, di Azimut Direct. Hanno visto la luce anche numerosi nuovi strumenti alternativi, tra cui il programma Big4Real di Banca Generali, la gamma Fideuram investment alternative, l’Eltif Economia Reale Italia di Anthilia capital partners, l’Amundi Eltif AgrItaly Pir e il Leveraged Loans Europe (Amundi ELLE), oltre al Kairos Renaissance Eltif.
Secondo uno studio di Aipb (Associazione italiana private banking), in collaborazione con Strategy& (Network PcW), pubblicato a dicembre 2020, il 50% degli operatori considera l’evoluzione della gamma verso i prodotti illiquidi una priorità alta nei prossimi tre anni. Tra le strategie alternative, gli intervistati si aspettano una crescita soprattutto del private debt (75% degli intervistati) e delle infrastrutture (67%). Il private equity si attesta al 58%.
Fisco e nuove regole
La fiscalità gioca un ruolo importante nella diffusione di questi strumenti. La Legge di bilancio 2021 prevede per i Pir alternativi un credito d’imposta del 20%, pari alle potenziali perdite subite nel corso dell’anno da un investimento in questi prodotti, che si può recuperare nell’arco di dieci anni se si rimane investiti per almeno un quinquennio. Inoltre, è prevista l’esenzione fiscale sulle plusvalenze, sempre se non si esce per almeno cinque anni.
La strada per lo sviluppo delle strategie di investimento nell’economia reale non è priva di ostacoli. La normativa sui Pir, ad esempio, è stata modificata più volte negli ultimi anni. Per quanto riguarda gli Eltif, la Commissione europea ha avviato una revisione del regolamento, perché finora non ci sono stati i risultati sperati. Secondo Efama (l’associazione europea degli asset manager), dall’entrata in vigore nel dicembre 2015 ne sono stati lanciati meno di trenta, con masse in gestione mediamente inferiori a due miliardi di euro.
Morningstar dedica l’intera settimana ai mercati privati e agli investimenti alternativi con analisi delle tendenze in atto e approfondimenti sulla terminologia e il funzionamento di queste strategie.
Lunedì 15 febbraio
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