Gli investitori che si muovono nel settore dei servizi alle comunicazioni Usa stanno abbandonando i nomi dei colossi del comparto per concentrarsi sulle società più piccole. Una scelta inevitabile, considerando le dinamiche viste l’anno scorso in questa parte di mercato. L’indice Morningstar US Communication services da inizio anno (fino al 12 aprile e in dollari) ha segnato +12,5% (+15,6% in euro) che si va ad aggiungere al +26% registrato nel 2020. Da gennaio il paniere generale US Market è salito del 10,1%, mentre l’anno scorso ha guadagnato il 20,9%.
Indici Morningstar Communication services e US Market a confronto
Dati in dollari aggiornati al 12 aprile 2021
Fonte: Morningstar Direct
“Nel 2020 la scena è stata dominata dai giganti di Internet come Alphabet e Facebook, mentre quest’anno la ribalta è dei player di piccole e medie dimensioni”, spiega Michael Hodel, analista di Morningstar. “Gli investitori stanno scommettendo sulla loro capacità di vendere direttamente contenuti ai consumatori. Si tratta di buoni prodotti, anche se nessuno è ancora riuscito a raggiungere il livello delle società più grandi come Netflix o Walt Disney”.
Nuovi contenuti
In una situazione del genere, secondo l’analista, bisognerà osservare con cura quelle società che sapranno bilanciare bene l’offerta di nuovi contenuti con i loro business tradizionali che sono poi quelli che producono la maggior parte delle revenue. “Lo sport e, in misura minore, le notizie servono per attirare nuova clientela e per spostare quella esistente verso le nuove produzioni. Questo vale soprattutto per gli operatori via cavo”, dice Hodel. “Una mano, in questo senso, è arrivata dalla Lega professionsiti di football (National Football League, NFL. Ndr) che ha deciso di allungare il contratto esistente con i media-partner storici fino al 2033”.
Gli operatori wireless, intanto, non stanno con le mani in mano. I tre più grandi (Verizon, AT&T e T-Mobile) hanno sborsato, in totale, 90 miliardi di dollai per aggiudicarsi le ultime concessioni di trasmissione messe all’asta dalla Federal Communication Commission. “La spesa più grande, circa 50 miliardi, l’ha affrontata Verizon seguita da AT&T e, per ultima, T-Mobile. L’entità degli investimenti riflette la posizione dei diversi player sul mercato”, dice l’analista secondo cui le cifre sborsate dalle società sono state ben impiegate. “Il comparto wireless continuerà a produrre flussi di cassa stabili per queste società”, spiega Holder. “Tuttavia questi investimenti mostrano quanto sia difficile restare competitivi mentre si cerca di ottenere rendimenti di capitale interessanti nel lungo periodo”.
Dal punto di vista operativo, all’interno il settore della comunicazione, il comparto dei servizi è quello dove si trovano la maggior parte delle occasioni di acquisto (per quanto riguarda le aziende coperte dalla ricerca Morningstar).
I rating nel settore comunicazione
Fonte: Morningstar Direct
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