Gli investitori continuano a puntare sui fondi azionari del settore tecnologia. Secondo l’ultimo report di Morningstar, i flussi verso questi strumenti sono stati di oltre 19 miliardi di euro in Europa dall’inizio dell’anno, di cui 2,9 miliardi nel solo mese di aprile. Si confermano dunque tra le categorie equity più popolari.
In Borsa, tuttavia, non hanno lo slancio dell’anno scorso. Da gennaio, l’indice Morningstar US technology sector guadagna il 5,88% in euro, contro il +11,75% del più ampio Morningstar US index (al 2 giugno 2021). Nel 2020, il primo era salito del 35%; il secondo del 9%. Il settore sembra comunque in buona salute. Nel corso della prima stagione di trimestrali, gli analisti di Morningstar hanno alzato del 10% o più il fair value del 18,3% delle aziende hi-tech che coprono. In particolare, le revisioni hanno interessato un numero significativo di industrie dei semiconduttori.
Titoli tecnologici con i più ampi cambi di fair value nella prima stagione di trimestrali
Carenza di offerta e inflazione
“La pandemia di Coronavirus ha ridotto la capacità produttiva”, spiega Brian Colello, responsabile della ricerca Morningstar su tecnologia, comunicazioni e media. “La ripresa economica ha fatto crescere la domanda di chip da parte di diversi settori, in particolare l’auto, per cui la richiesta eccede l’offerta. E’ probabile che il trend prosegua fino alla fine dell’anno. La carenza sostiene i ricavi e i prezzi di Borsa salgono di conseguenza”.
Nelle ultime settimane, però, a tormentare i titoli tecnologici è stata la paura di una infiammata dell’inflazione negli Stati Uniti, che ha portato a una certa volatilità. I dati di aprile, riportati il 12 maggio, hanno rivelato una crescita ai ritmi più alti degli ultimi 25 anni, facendo sorgere il dubbio tra gli investitori che l’incremento sia più duraturo di quanto si pensasse in precedenza. Negli ultimi mesi, tuttavia, la Federal Reserve ha rassicurato sulla natura “transitoria” della crescita del costo della vita, dovuta al prezzo delle materie prime, alla scarsità di alcuni componenti e al confronto statistico con i dati depressi della primavera scorsa. Secondo Ipek Ozkardeskaya, Senior Analyst di Swissquote, l’inflazione conta, ma la politica della Banca centrale americana ha ancora più importanza e quest’ultima continuerà a pompare liquidità nel sistema, favorendo il rally azionario. Tuttavia, non sono da escludere periodi di ribassi perché il discorso sul carovita si intensificherà.
Gli investitori e la passione per l’hi-tech
Dall’inizio dell’anno, i fondi azionari tecnologia guadagnano circa l’8%, dopo essersi lasciati alle spalle il +36% del 2020. Negli ultimi tre anni, hanno reso in media il 20% ogni anno con una volatilità, misurata dalla deviazione standard, del 18,2% contro, ad esempio, il 15,7% medio di uno strumento che investe sulle borse internazionali (con uno stile misto tra value e growth). Sono numeri che possono spiegare il perché della grande passione degli investitori per l’hi-tech negli ultimi anni.
Nel scegliere uno strumento di questo tipo, tuttavia, è bene guardare alle potenzialità di ottenere rendimenti corretti per il rischio su un intero ciclo di mercato, con la consapevolezza che possono esserci periodi di forte volatilità e ribassi significativi. Tra quelli coperti dalla ricerca Morningstar e disponibili agli investitori italiani, tre mostrano queste caratteristiche, che si riflettono in un Analyst rating positivo. Si tratta di Polar Capital Global Technology, BlackRock Global Funds World Technology e T. Rowe Price Global Technology Equity.
Quando il gestore fa la differenza
Il primo è medaglia d’Argento (report di Samuel Meakin del 24 novembre 2020), grazie a un gestore esperto, Nick Evans, e un team solido e stabile. Il fondo cerca di creare valore investendo nelle aree più innovative del settore tecnologico, capitalizzando il potenziale di crescita. “Il processo combina analisi tematica e sulle singole azioni”, spiega l’analista di Morningstar. “Tende a privilegiare le mid e small cap e sottopesare i big dell’hi-tech. I risultati sono eccellenti: la strategia ha sovraperformato sia l’indice di riferimento, sia la media della categoria da quando Evans è divenuto lead manager all’inizio del 2008. L’approccio può portare a periodi di alta volatilità, ma i rendimenti corretti per il rischio elevati dimostrano che gli investitori sono stati ricompensati per questo extra-rischio”.
Il fondo BGF World Technology ha un Analyst rating pari a Bronze (Silver per le classi più economiche. Report di Meakin del 4 settembre 2020). Anche in questo caso, la lunga esperienza del gestore, Tony Kim, fa la differenza. In oltre vent’anni di lavoro sui mercati dei titoli tecnologici, il manager ha sviluppato una propria banca dati di circa 1.300 aziende, che classifica e monitora per trovare opportunità nascenti. Ricerca in particolare società in crescita, che hanno flussi di cassa da reinvestire nei business emergenti. “Kim sottopesa i giganti della tecnologia e questa può sembrare una strategia perdente”, dice Meakin nel suo report di settembre. “Ma il gestore ha dimostrato il contrario: dall’inizio del suo mandato ha sovraperformato l’indice in modo significativo. Non ha avuto per il momento un impatto significativo sui risultati l’enorme crescita degli asset in gestione negli ultimi tre anni”.
La flessibilità oltre il benchmark
E’ medaglia di Bronzo anche il fondo di T. Rowe Price, grazie all’innalzamento del rating avvenuto lo scorso agosto (report di Katie Rushkewicz Reichart). Uno dei punti di forza è la flessibilità della strategia, che permette di investire in un universo più ampio di quello tecnologico in senso stretto. Alcuni dei nomi di successo non presenti nel paniere di riferimento sono Amazon, Facebook e Alibaba. Ma i gestori studiano anche l’universo delle società a piccola e media capitalizzazione nell’intero ciclo di sviluppo del business sin da quando non sono ancora quotate per cogliere le opportunità nei trend emergenti. “La strategia sta metabolizzando alcuni cambiamenti nel team”, spiega l’analista di Morningstar. “Ma presenta dei vantaggi per gli investitori”. Alan Tu ha assunto la guida del fondo ad aprile 2019, tuttavia ha lavorato a stretto contatto con il suo predecessore, Josh Spencer, per molto tempo. Inoltre, c’è stata un certo turnover tra gli analisti. La società di gestione, però, ha risposto prontamente, assumendo un nuovo professionista con 22 anni di esperienza sull’industria dei software e rimpiazzando gli altri che sono andati via. “I cambi sono recenti, ma i 22 analisti del team hanno in media sette anni nell’azienda e la continuità nella ricerca è garantita”, conclude Reichart.
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.