Il mercato dei titoli governativi in euro è molto liquido e le opportunità per un gestore attivo di aggiungere valore rispetto a un fondo indicizzato sono limitate nel lungo periodo. Secondo il Barometro Morningstar delle strategie attive e passive, nell’anno della pandemia di Covid-19, il tasso di successo degli active fund è stato del 42%, percentuale che scende al 32% a cinque anni e al 17,3% nel decennio (dati al 31 dicembre 2020). A tal proposito, è bene ricordare che il success rate è calcolato come capacità di sovraperformance e sopravvivenza rispetto a un paniere passivo comparabile.
Tasso di successo dei fondi obbligazionari governativi in euro attivi
Non stupisce, dunque, trovare diverse “medaglie” tra gli Etf governativi in euro coperti dalla ricerca Morningstar.
Una medaglia d’oro
Ha l’Analyst rating più alto (Gold), iShares core euro governament bond, che è quotato anche in Borsa italiana. “E’ come un’opzione di default per un investitore che cerca un’esposizione al segmento dei titoli governativi in euro senza vincoli legati agli emittenti o alle scadenze”, spiega Jose Garcia-Zarate, analista di Morningstar, in un report del 30 settembre 2020. “Le basse spese correnti forniscono un solido supporto ai rendimenti in ogni condizione di mercato”. Con costi dello 0,09% annui, in effetti, è uno dei più economici nella sua categoria. La strategia replica un indice che comprende sia titoli di Stato core (come il Bund tedesco) sia periferici (ad esempio il Btp italiano).
Il profilo di rischio/rendimento
Quando si investe in fondi obbligazionari governativi, le due principali fonti di rischio sono i tassi di interesse e la percezione sulla solvibilità degli emittenti periferici. “Nel lungo termine, questi rischi tendono a bilanciarsi da soli, mentre nel breve possono generare un po’ di volatilità”, dice l’analista di Morningstar. “Il rendimento aggiustato per il rischio dei fondi passivi della categoria si colloca tipicamente nel primo quartile o comunque nella parte più alta del secondo su più orizzonti temporali”.
Due Etf d’argento
Sempre tra gli Etf coperti dall’Analyst rating, due hanno un giudizio Silver nelle classi quotate in Borsa italiana. Si tratta di Lyxor euro government bond e Xtrackers II Eurozone government bond. Il primo replica in modo fisico l’indice Bloomberg Barclays EUR Treasury 50 Billion, usando un campionamento stratificato che permette di rappresentare il profilo di rischio di ciascun fattore che caratterizza il benchmark (duration, paese, ecc.), evitando però di acquistare i bond che soffrono di illiquidità. “Le politiche monetarie della Banca centrale europea e i benefici effetti dei bassi costi sono stati positivi per le strategie passive sui governativi, inclusa quella di Lyxor”, spiega Garcia-Zarate in una nota del 30 settembre 2020. “L’indice di Sharpe a tre, cinque e dieci anni è superiore alla categoria. Inoltre, questi fondi hanno catturato meglio le fasi di rialzo. Per contro, hanno subito completamente quelle di ribasso degli indici di riferimento”.
Anche l’Etf di Xtrackers (Dws) utilizza la replica fisica, ma l’indice di riferimento è diverso: iBoxx EUR Sovereigns Eurozone. Il paniere è composto dai titoli governativi investment grade dell’Eurozona con scadenza superiore all’anno e un circolante di almeno due miliardi di euro. I quattro più grandi emittenti (Italia, Francia, Germania e Spagna) tipicamente pesano per l’80% del valore totale del fondo. Le spese correnti sono pari allo 0,15% annuo, collocando l’Etf tra i prodotti meno costosi della categoria.
Una strategia attiva da tenere d’occhio
Tra le strategie attive disponibili in Italia agli investitori privati, non ci sono fondi con Analyst rating pari a Gold. L’unico che ha diverse classi che sono medaglia d’argento è BlueBay Investment grade euro government bond (report di Louise Babin del 23 dicembre 2020). Il principale punto di forza è il team di gestione, guidato sin dal lancio nel dicembre 2010 da Mark Dowding, che è anche responsabile degli investimenti dal 2019. “Il carattere distintivo della strategia rispetto a molti concorrenti è la flessibilità di cercare opportunità al di fuori del benchmark di riferimento per creare valore aggiunto”, spiega l’analista di Morningstar. “Questa discrezionalità è stata usata efficacemente dai gestori. Nonostante la più alta volatilità rispetto alla categoria, il profilo di rischio/rendimento è stato solido sin dal lancio”. Le spese correnti, pari allo 0,41% annuo per la classe C, sono nella media di categoria.
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