In data 8 luglio 2021 l’Autorité des marchés financiers (AMF – l’equivalente della Consob in Francia) ha annunciato di proporre una sanzione accompagnata da una multa record di 38 milioni di euro a due entità del gruppo Amundi (30 milioni di euro per Amundi Asset Management e 8 milioni per Amundi Intermédiation, braccio commerciale del gruppo) per manipolazione del mercato.
L’AMF ha individuato una serie di operazioni effettuate sui componenti dell'indice Euro Stoxx 50 nel corso del 2014 e 2015 da tre ex-dipendenti Amundi. Secondo l’autorità di controllo, i tre avrebbero cospirato per compiere operazioni a favore di un fondo azionario aperto, a danno di un identico conto gestito per conto di un cliente istituzionale. Il volume atipico e la ripetitività delle loro transazioni hanno causato alla clientela una perdita di 48,1 milioni di euro.
L’AMF ha sottolineato che ciò è stato reso possibile da generalizzate inadempienze da parte delle funzioni di controllo di Amundi e ha sostenuto che le transazioni abbiano portato a manipolazioni del mercato.
L’ Autorité ha anche emesso multe individuali contro i tre ex-dipendenti e ha proposto di bandirli da qualsiasi futuro impiego nei servizi finanziari.
Amundi ha ammesso che la maggior parte delle denunce dell’AMF sono fondate, sebbene la società di gestione contesti l’accusa di manipolazione del mercato e abbia impugnato la sentenza. La decisione finale dell’AMF sull'argomento dovrebbe essere resa pubblica nelle prossime settimane.
Allo stesso tempo, la società di gestione ha indicato che i due dipendenti incriminati di Amundi Asset Management non fanno più parte del gruppo: uno è stato licenziato nel 2017 per una questione non collegata a questo affare specifico, mentre il secondo è stato licenziato nel luglio 2020 dopo che l'AMF aveva notificato ad Amundi la sua indagine. Amundi ha inoltre risarcito i propri clienti per tutti i danni subiti.
Infine, il gruppo francese afferma di aver verificato le proprie funzioni di controllo e di aver apportato diversi adeguamenti per garantire che tali episodi non possano più accadere in futuro.
Sebbene la decisione dell’AMF non sia ancora definitiva, tali vicende sono deludenti per il più grande gestore patrimoniale d’Europa, una società che per il resto è orgogliosa dei suoi sistemi operativi e delle funzioni di gestione all'avanguardia.
Amundi rimane un gruppo tentacolare con un’architettura complessa, risultato di diverse fusioni nell’ultimo decennio.
Alcune delle sue controllate erano state condannate a sanzioni minori o avevano già concluso regolamenti amministrativi con l’AMF (Amundi Alternative Investments SAS nel 2010, Amundi Investment Solutions nel 2012, Société Générale Gestion nel 2013, Amundi SGR nel 2013 e 2014).
La società ha ancora molta strada da fare per raggiungere l’eccellenza sia nelle sue operazioni sia nella qualità dei suoi investimenti e valuteremo da vicino se i miglioramenti alle sue funzioni di controllo del rischio saranno veramente efficaci.
Per ora, Morningstar mantiene l’Analyst Rating sulla società pari a Neutral.
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