Come tutte le principali compagnie petrolifere, Eni sta affrontando la minaccia rappresentata dalla transizione verso un modello di business a basse emissioni di carbonio e, come altre aziende del settore, si è impegnata a raggiungere l’obiettivo “zero emissioni” entro il 2050.
Gli analisti di Morningstar non assegnano ad Eni un Economic moat a causa del difficile contesto competitivo del settore oil&gas che rende difficile la realizzazione di rendimenti del capitale elevati e in maniera consistente nel tempo e ritengono che la quota di maggioranza del governo italiano nel business potrebbe pesare sulla remunerazione futura degli azionisti.
Eni è stata colpita dal forte sell-off dei titoli energetici del 2020 e le sue azioni non sono ancora tornate ai livelli pre-pandemia. Le valutazioni di mercato sono crollate sotto quota 7 euro a marzo 2020 e da allora è risalita fermandosi sotto la soglia dei 10 euro, ancora molto lontana dalla stima del fair value di Morningstar di 13,10 euro. Eni offre un dividend yield superiore al 3% e prevede di finalizzare un piano di riacquisto di azioni proprie quest'anno. La maggior parte delle compagnie petrolifere quotate ha beneficiato del forte aumento dei prezzi del petrolio nel 2021, salito a circa 75 dollari al barile dai 50 dollari di inizio anno. Tuttavia, le previsioni degli analisti di Morningstar indicano ancora un prezzo di lungo periodo di 60 dollari e a questi livelli Eni non è in grado di realizzare ritorni del capitale necessari ad ottenere un Economic moat.
Il profilo di sostenibilità
Il principale rischio ESG per Eni deriva dalle emissioni di carbonio nelle sue operazioni, dall'uso dei suoi prodotti e dai rifiuti generati dalla sua attività. L’azienda, tuttavia, punta a raggiungere l’obiettivo di emissioni zero agendo su più fronti: prevede che il gas naturale salga al 90% del suo portafoglio entro il 2050 e intende utilizzare lo strumento della forestazione per compensare le emissioni. Inoltre, Eni sta aumentando la propria produzione di energia rinnovabile. Gli analisti non considerano il segmento delle rinnovabili, e in particolare il solare su cui Eni sta concentrando i suoi sforzi, così redditizio da garantire all’azienda un Economic moat ma credono che la compagnia italiana possa essere in grado di sfruttare la sua esperienza nel business nell’estrazione dai fondali marini per ritagliarsi un vantaggio di costo nell'eolico off-shore.
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