Mentre gli Stati Uniti cercano di riprendersi dagli effetti economici della pandemia, il mercato automobilistico Usa si trova a fare i conti con una massiccia carenza di semiconduttori. I microchip sono un elemento essenziale per vetture che stanno diventando sempre più tecnologiche e per i produttori che stanno puntando sempre di più sulle auto a guida autonoma e, più in generale, con un minor impatto ambientale.
Le vendite di veicoli leggeri negli Stati Uniti nella prima metà del 2021 sono diminuite dell'1,3% rispetto ai livelli dello stesso periodo del 2019 (anche se c’è stata una ripresa del 23% circa rispetto ai minimi toccati nei mesi più difficili della pandemia). La buona notizia è che la situazione sarà comunque temporanea. “Con la ripresa delle consegne i piazzali dei costruttori (i cosiddetti car inventory, Ndr) si riempiranno di nuovo”, spiega David Whiston, Equity strategist di Morningstar. “La domanda, infatti, c’è. Ma, in questo momento, c’è carenza di veicoli”.
Nella tabella in basso sono riportate le vendite dei costruttori di auto coperti dalla ricerca Morningstar nel primo semestre del 2021 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
La presenza di veicoli leggeri nei piazzali dei costruttori negli Stati Uniti ad aprile di quest’anno è stata, mediamente, di 1.972 milioni di unità. In pratica la più bassa, nello stesso mese, in almeno 30 anni. A giugno 2021 c’è stato un calo del 46% rispetto allo stesso mese del 2020 e del 64% nei confronti del medesimo periodo del 2019.
Andamento car inventory in Usa
“Se non ci dovessero essere altre frenate dell’economia si ritornerà a una media di 17 milioni di veicoli venduti all’anno già a partire dal 2022”, dice Whiston.
Il problema è un effetto della pandemia. “L'industria automobilistica probabilmente non prevedeva una ripresa così rapida della congiuntura ed è stata colta impreparata. Un incendio in un impianto di chip della Renesas in Giappone e le tempeste in Texas, dove ci sono gli stabilimenti di alcuni produttori, non hanno aiutato. Sicuramente arriveranno sul mercato nuovi chip visto che, ad esempio, la Taiwan Semiconductor Manufacturing sta costruendo uno stabilimento negli Stati Uniti. Ma questo non sarà operativo fino alla fine dell’anno”. A tutto questo vanno uniti i tempi di consegna che, per alcuni prodotti, possono arrivare anche a sei mesi.
In una situazione del genere, dice l’analista, si possono creare buone opportunità di acquisto. “I titoli che seguiamo con la nostra ricerca per ora si stanno comportando abbastanza bene”, dice Whiston. “Se ci dovessero essere delle discese delle valutazioni legate alla scarsità di chip, gli investitori con un orizzonte di lungo periodo dovrebbero interpretarle come buy opportunity”.
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